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Simone Dal Cortivo (Birrone) è Birraio dell’anno 2014

birroneCome ormai probabilmente saprete, ieri sera sono stati svelati i risultati del concorso Birraio dell’anno 2014. Il premio, ideato da Fermento Birra, nasce per omaggiare colui che nel corso degli ultimi 12 mesi si è distinto per la qualità e la solidità delle sue birre. I finalisti erano cinque, selezionati in base al giudizio di oltre 70 esperti italiani, tra cui il sottoscritto. A trionfare in questa sfida brassicola è stato Simone Dal Cortivo, birraio del birrificio veneto Birrone, capace negli ultimi anni di imporsi all’attenzione della critica di settore grazie a birre di altissimo livello, pulite e in stile. Simone ha preceduto nell’ordine Giovanni Campari del Birrificio del Ducato, Valter Loverier di Loverbeer, Donato Di Palma di Birranova e Luigi “Schigi” D’Amelio di Extraomnes.

Personalmente sono davvero molto felice della vittoria di Simone Dal Cortivo. L’apertura del Birrone risale al 2008 e la documentai su queste pagine riprendendo un post che Simone stesso pubblicò sul newsgroup it.hobby.birra. Per i primi tempi l’azienda operò essenzialmente su base locale, tanto che rimase sconosciuta alla maggior parte dei consumatori per diversi anni. Io la scoprii nel 2012, durante Selezione Birra, e fu amore a prima vista – anzi sorso! Ecco quello che scrissi all’epoca:

Sono rimasto estremamente soddisfatto da tutta la loro linea, con una Helles (Vanity) semplice ma non banale, una Pils (Brusca) profumata e godibile e una Schwarz (Scubi) eccellente. Tutte basse fermentazioni molto in linea con i rispettivi modelli, ma con quel tocco di personalizzazione che riesce a essere caratterizzante senza oltrepassare i limiti della creatività. Ma anche quando si ricerca in modo più deciso la sperimentazione, il risultato è ottimo: la Gerica è una lager in stile tedesco che però utilizza anche luppoli americani, con un risultato gradevolissimo e lontano da certi estremismi. Bella scoperta questo Birrone, davvero.

Da allora non persi occasione per lodare il lavoro di Simone e le sue birre, mentre finalmente il birrificio cominciava a farsi conoscere nel resto d’Italia. Non amo gli autoincensamenti, ma questa volta concedetemelo: mi considero uno degli scopritori di Birrone (tanto che fu per me uno dei primi punti fermi di Fermentazioni) e quindi sono estremamente felice per il traguardo raggiunto ieri sera. Più che un premio al suo 2014, lo ritengo un riconoscimento per lo straordinario lavoro svolto negli ultimi anni, che gli ha permesso di scalare le classifiche di apprezzamento di molti appassionati. Ha anche un valore simbolico importante: è inutile arrovellarsi con ricette complicate, sono le birre “normali” e apparentemente semplici a fare grande un birraio. Sono sicuro che in questo momento Simone sarà al settimo cielo.

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Credo che invece suoni come una beffa la seconda posizione di Giovanni Campari del Ducato, perché nonostante il grande prestigio della piazza d’onore, questo Birraio dell’anno sta diventando per lui una maledizione. Non solo è infatti il secondo argento di fila in due anni, ma è soprattutto una vittoria mancata per l’ennesima volta: dal 2009 (anno della prima edizione del concorso) a oggi Giovanni ha collezionato piazzamenti importanti, ma mai una vittoria. Sono convinto che però avrà modo di rifarsi in una delle prossime edizioni, essendo uno dei migliori birrai in assoluto che abbiamo in Italia.

Ottima anche la terza posizione di Valter Loverier, perché lo conferma tra i migliori nella storia di Birraio dell’anno nonostante una serie di piazzamenti altalenanti: primo nel 2010, decimo nel 2011, secondo nel 2012, settimo nel 2013 o ora terzo. Valter comunque è sempre lì e questa medaglia di bronzo è il premio alla filosofia produttiva di Loverbeer, coraggiosa ed estremamente caratterizzata, che siamo sicuri si manterrà sui ottimi standard anche nei prossimi anni.

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Scendendo in quarta posizione troviamo Donato Di Palma di Birranova, unico birraio del sud arrivato in finale. Proprio per questa ragione il suo piazzamento ha secondo me un valore ben superiore a quello sulla carta e vale quasi come una vittoria. Sebbene il Mezzogiorno sia cresciuto in modo straordinario negli ultimi anni, rimane ancora molto distante dal resto d’Italia. Riuscire a emergere in mezzo a queste difficoltà e arrivare quarto a Birraio dell’anno significa che il lavoro svolto da Donato in questi anni – e non solo nel 2014, mi sento di dire – è davvero incredibile. Complimenti vivissimi.

E infine chiudiamo con Schigi, giunto quinto dopo aver trionfato nell’edizione 2013. Nel corso degli ultimi 12 mesi Extraomnes ha continuato a mantenersi sugli eccezionali livelli che lo hanno sempre contraddistinto, quindi credo che in questo caso abbia pesato quella legge non scritta per la quale non può vincere due anni lo stesso birraio. Non è un caso che qualche giorno fa affermai che già essere tra i cinque finalisti doveva essere considerata per Schigi una mezza vittoria.

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Il 2015 è iniziato da poco e sarà il banco di prova per la prossima edizione di Birraio dell’anno: tra 12 mesi scopriremo una nuova classifica. Nel frattempo godiamoci quella di oggi e facciamo i complimenti a Simone Dal Cortivo e a tutti gli altri birrai arrivati in finale quest’anno.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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7 Commenti

  1. Pronostico preso in pieno ! Sia per il vincitore che per l’applicazione della “legge non scritta”. Per il resto mi convince poco la graduatoria delle altre posizioni: sebbene il CV e le abilità di Campari non si discutono, ultimamente non mi ha entusiasmato molto (lotti difettosi ?)

  2. Io son vicentino e il Birrone lo bevo da tempo con molta soddisfazione.
    Son felicissimo per il riconoscimento dato a Simone che sottolinea il grande lavoro di ricerca della massima qualità e di distribuzione per mantenterla ad alto livello soprattuto pensado che lui fa basse fermentazioni.
    Una riflessione: molte volte si bevono ottimi prodotti nel luogo di origine ma poi quando si acquista la bottiglia o si riassaggia si ha la delusione e sto parlando di birre di uno dei birrai in lista.

    Congratulazioni a tutti.

  3. Meritato… senza nulla togliere agli altri mastri birrai (e birrifici in toto). Ho provato praticamente tutte le loro birre (anche qualche one shot) e la maggior parte sono veramente di buon livello.
    Spero solo che con questa vittoria non si “gasino” troppo e conseguentemente spero che non alzino i prezzi! Sono uno dei pochi birrifici in Italia con dei prezzi “normali”!

  4. A molti questa vittoria è andata di traverso, solo perchè Simone non fa parte del “solito circuito di esperti”….peccato, si è perse l’occasione per complimentarsi con uno che ha SEMPRE lavorato bene e che esce sul mercato a prezzi umani, cavallo di battaglia di tanti questo ultimo aspetto…..

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