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Come cambiare vita: licenziarsi, lasciare Londra e vincere il premio “Pub of the year”

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Peter Tiley dietro al bancone del The Salutation Inn (foto: BBC)

Il Camra, l’associazione britannica per la salvaguardia delle Real Ale, organizza annualmente diverse iniziative, tra cui il premio “Pub of the year”. Come avrete immediatamente capito, il concorso è finalizzato a incoronare il miglior pub dell’anno, scelto tra oltre 50.000 partecipanti distribuiti per tutto il Regno Unito. A parte casi eclatanti – come la vittoria del famoso The Harp di Londra nel 2011 – non dedico post specifichi a questo premio, perché spesso a prevalere sono locali semi sconosciuti e sperduti nella campagna inglese, che difficilmente capiterà di visitare nella vita. Ma credo che la storia che si nasconde dietro al The Salutation Inn, il trionfatore dell’edizione 2015, sia meritevole di essere raccontata, perché capace di stimolare molte riflessioni interessanti.

Il The Salutation Inn si trova nel villaggio di Ham, vicino a Berkeley, in pieno Gloucestershire. Può essere considerato il classico rappresentante della curiosa fattispecie dei village pub: luoghi di riferimento per piccoli agglomerati di abitazioni, che spesso rappresentano il centro nevralgico della vita della loro ristretta comunità. Se in Italia questo ruolo è quasi sempre svolto dalle chiese – onnipresenti anche in villaggi di ridotte dimensioni – qualcosa di molto simile accade nel Regno Unito con i pub, il cui nome non a caso è la contrazione di “public house”. In passato i village pub si sono sviluppati per offrire almeno un luogo di servizio pubblico e di conforto a quei lavoratori costretti a vivere in zone piuttosto desolate. Come nel caso del The Salutation Inn, questa consuetudine si è conservata fino ai giorni nostri.

Ma se il The Salutation Inn è un village pub come tanti altri, tra i quali molti ex vincitori del premio del Camra, dov’è la sua particolarità? Bisogna cercarla non nelle caratteristiche del locale, ma nella storia del suo proprietario: Peter Tiley. Solitamente pub di questo tipo sono gestiti da uomini maturi, se non addirittura in là con l’età: Peter è invece un giovane trentunenne che due anni fa ha deciso di cambiare completamente vita per lanciarsi in un’avventura a dir poco folle. La sua scelta infatti è stata radicale e coraggiosa: lasciare il suo lavoro di business analyst in una grande società di Londra per rifugiarsi in campagna e aprire il suo pub. Una decisione che in pochi avrebbero il coraggio di prendere.

Stanco della vita in una metropoli come Londra, nel 2013 Peter Tiley decise di trasferirsi lontano dalla città e di rilevare, insieme alla sua ragazza (oggi sua moglie) un vecchio pub vicino a Berkeley. In realtà nel mezzo ci fu un passaggio intermedio, nel quale Peter si era deciso ad aprire un proprio birrificio, salvo poi scoprire che avrebbe implicato troppe rinunce per entrambi. Questa fase di profondi cambiamenti – nel quale sono convinto che alcuni di voi si ritroveranno – sfociò quindi nell’apertura del The Salutation Inn, che oggi possiamo considerare una scelta decisamente felice.

A tal riguardo sono molto interessanti le dichiarazioni che Peter Tiley ha rilasciato all’Independent in occasione della vittoria:

[Mentre lavoravo a Londra] iniziai a pensare in che modo avrei guardato indietro alla mia vita una volta diventato vecchio.

Devi avere molta passione, ma se sei appassionato di qualcosa, ma veramente appassionato, allora avrai molte possibilità di rivelarti bravo in quella cosa. Sto lavorando 90 ore a settimana, ma non lo vivo come un lavoro.

Abigail Newton del Camra ha invece spiegato i motivi del successo:

Ciò che Peter e Claire hanno realizzato in così poco tempo è a dir poco sconcertante e dimostra quanto la passione, l’entusiasmo e il vero amore per la birra siano importanti nella gestione di un pub. Hanno iniziato da subito con entusiasmo e trasformato quello che era già un buon pub in uno davvero eccezionale.

In particolare, il The Salutation Inn è descritto come:

Una gemma rurale nella Severn Valley, non lontano dal Museo Jenner, il Castello di Berkeley e Deer Park. L’entusiastico gestore offre un’ottima selezione di ales e otto autentici sidri e perries. Il pub ha due accoglienti banconi con un caminetto e una pista da bowling. Si tengono regolarmente concerti di musica folk e performance di pianoforte.

Dopo due anni, Peter non sembra assolutamente pentito della sua scelta, e non solo per il premio appena conquistato. La sua vita a Londra sembra distante anni luce, al punto che rifiuta di “importare” le abitudini della grande città:

A chiunque mi chiede del “frothy latte” rispondo che abbiamo del pessimo caffè istantaneo e dell’ottima birra.

Qualcuno dei più maliziosi tra voi sicuramente leggerà dietro la vittoria del The Salutation Inn la volontà da parte del Camra non tanto di premiare un locale in particolare, quanto di raccontare una storia piuttosto avvincente. Nel Regno Unito decine di pub continuano a chiudere ogni mese e la vittoria di Peter Tiley può essere un modo per riconquistare una fetta di pubblico più giovane e di svecchiare l’immagine del classico village pub.

E chissà che questa vittoria non sia di ispirazione anche per qualche appassionato italiano…

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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5 Commenti

  1. bella storia quasi da favola in chiave moderna…..sorrido, mi ritrovo in peter e penso, intanto che guardo le mie mani con i polsini di camicia, è giunta l’ora di fare il cambio vita??!!!!!
    sorrido

  2. Ma cosa leggono i miei occhi……..un lavoro che fatto con PASSIONE arriva alla ribalta internazionale…. Alla faccia della (come definisce Copper in altri commenti di altre notizie) MENATA!!! Se uno lavora con passione le cose riescono sempre bene….è più che conclamato!!!!

    • Non sono d’accordo, quello è uno dei pochi passaggi in cui davo ragione a Copper 🙂

    • Concorderai con me che per vendere birra la passione aiuta tantissimo,alcuni famosi publicans Italiani ne sono la prova…ma per fare la birra buona non basta,aiuta di certo ma non basta!! 🙂

      • Quando uno ha come base la passione, viene più facile documentarsi, aggiornarsi, sperimentare, provare e riprovare sino al risultato soddisfacente, passare le notti insonni, non accontentarsi mai…allora che ci vuole per fare una buona birra??? l hard work e la tenacia bastano?? Più facile quando uno ha del “talento” ma basta?? la conoscenza, l esperienza, la serietà professionale, sono di fatto risultati di persone che al proprio lavoro ci tengono e lo amano!!!!

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