Con il mese di settembre ormai alle porte riprende l’aggiornamento quotidiano di Cronache di Birra, che si era interrotto per le usuali vacanze estive. Credo che la maggior parte di voi sia tornata alla routine quotidiana, inaugurando una nuova stagione birraria che speriamo sia ricca di soddisfazioni. Per riprendere gradualmente il ritmo di tutti i giorni la soluzione migliore è riassumere quanto accaduto nelle passate due settimane: nonostante la pausa e la calma piatta del periodo, infatti, vale la pena riportare qualche notizia degna di attenzione. Nel frattempo buona ripresa a tutti!
Unionbirrai in aiuto delle popolazioni terremotate
Questo agosto 2016 è stato sconvolto dal sisma del Centro Italia, che sta ancora mietendo vittime e distruzione. Di fronte alla tragedia in atto, può apparire quasi irrilevante tirare un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo relativo al comparto brassicolo: non ci sono notizie di birrifici italiani colpiti, direttamente o indirettamente, dal terremoto. A ogni modo l’associazione Unionbirrai ha deciso di promuovere alcune iniziative a favore delle popolazioni e delle aziende coinvolte nel dramma, devolvendo 10 euro per ogni iscritto ai prossimi corsi di degustazione che si terranno a breve a Teramo, Gubbio e Macerata. Inoltre si sta studiando la produzione di una birra solidale sulla falsariga della Tsunami che fu realizzata presso il BSA da 40 birrai in occasione del terremoto che interessò l’Emilia. Se avete un birrificio e volete partecipare, contattate Unionbirrai.
Una Stout alla vaniglia campione del GBBF 2016
Il consueto concorso collegato al Great British Beer Festival ha visto quest’anno trionfare la Vanilla Stout del birrificio Binghams. Si tratta chiaramente di una Stout aromatizzata alla vaniglia, che ha superato tutte le altre produzioni partecipanti precedendo nell’ordine la Snow Top di Old Dairy (una Old Ale) e la Death of Glory di Tring Brewery (un Barley Wine). Da notare che la vincitrice assoluta rientra nella categoria delle Speciality, che mai prima di ora (cioè dal 1978) era stata rappresentata dalla birra eletta “Supreme Champion”. Un altro segno che i criteri di valutazione stanno cambiando con le mutazioni di tutto il panorama internazionale? Probabilmente sì.
AB Inbev costretta ai tagli a causa della birra artigianale
Negli scorsi giorni ha ottenuto parecchie condivisioni un articolo pubblicato sulla sezione Economia & Finanza di Repubblica, in cui è stato riportato l’annuncio di AB Inbev secondo il quale nei prossimi tre anni procederà a uno sfoltimento del 3% della propria forza lavoro. La strategia fa seguito alla ciclopica operazione con cui la più grande multinazionale del mondo ha recentemente acquisito Sab Miller (la seconda multinazionale del mondo), dando vita a una compagnia di dimensioni impressionanti. Il processo di assestamento però prevedrebbe il taglio della bellezza di 5.500 posti di lavoro da qui al 2019, al fine di risparmiare circa 1,4 miliardi di dollari all’anno.
Per Repubblica questa decisione dipenderebbe dall’ascesa della birra artigianale:
Tutti i birrifici che hanno in portafoglio marchi destinati al largo consumo stanno d’altra parte cercando di tagliare i costi di produzione e distribuzione, messi sotto pressione dalla crescita dei piccoli birrifici indipendenti, tanto in Europa che in Nord America.
Una tesi che, se non sbaglio, non ha trovato conferme dalle fonti straniere, ma che è bastata a far esultare molti appassionati. Sempre che abbia senso esultare per 5.500 persone che si ritroveranno senza lavoro…
Un viaggio nello stile delle Saison
Se siete ancora sotto l’ombrellone, ma anche se siete altrove, una lettura molto interessante è questo post di Angelo Ruggiero su Berebirra, dove viene analizzato nel dettaglio uno stile che amo tantissimo: quello delle Saison. Il suo approccio però è stato molto particolare: non si è limitato a descrivere le caratteristiche della tipologia, ma ne ha ripercorso la storia (con fonti autorevoli) andando a definire quattro distinte evoluzioni dello stile. Ecco che allora Angelo parla di Old Saison (precedenti agli anni ’20 del secolo precedente), Modern Saison (quelle che hanno tra i loro modelli la celeberrima Saison Dupont), Post-Modern Saison (interpretazioni più recenti) e Farmhouse Ale (che reinterpretano l’antica concezione dello stile). Ad aggiungere interesse è la notevole differenza che intercorre tra questi “sottostili”, dettaglio che rende ancora più affascinante una tipologia di birre straordinaria, ma spesso sottovalutata.
Le nuove etichette di Brewfist
Qui su Cronache di Birra siamo da sempre attenti anche alle parti “accessorie” di una birra, cioè a etichette, bottiglie e packaging. A tal proposito offrono un bel case study le nuove etichette con cui Brewfist ha deciso di dare una bella rinfrescata a tutta la sua gamma: una scelta ormai quasi obbligata, essendo rimaste inalterate sin dal debutto del 2010. Le nuove grafiche sono davvero attraenti: lo stile ricorda quello di diversi birrifici americani, con illustrazioni semplici e dirette e ottima organizzazione dei contenuti. Un valore aggiunto è rappresentato dalle tantissime informazioni riportate oltre a quelle obbligatorie: stile di appartenenza, livello di colore e amaro (rappresentati con due grafici), data di imbottigliamento e altro ancora. Da notare che non è stata riportata la dicitura “birra artigianale”, ma semplicemente “birra non pastorizzata”. Consiglio a tutti i birrifici italiani di studiare queste etichette come modello di esempio da seguire in futuro.
Concluso il riassunto di quanto accaduto nelle scorse settimane, non mi rimane che rivolgervi la consueta domanda: avete dedicato le vostre vacanze all’insegna della birra? Cosa e dove avete bevuto?
La birra collettiva fatta al BSA non si chiamava Tsunami, ma Arka, e venne prodotta per i contadini alluvionati del modenese. 😉
Giusto Paolo, grazie, c’era un refuso nel comunicato 🙂