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Cominciamo il nuovo anno con un riassunto delle ultime notizie birrarie

Da oggi Cronache di Birra torna regolarmente operativo dopo la sosta per Natale e Capodanno, che spero abbiate passato in modo positivo. Riprendere il ritmo non è mai un gioco da ragazzi – né per me, né per voi – quindi la soluzione migliore è riassumere quanto accaduto recentemente nel mondo della birra artigianale italiana e straniera, con una carrellata di notizie veloci e non particolarmente impegnative. Ne approfitto per augurarvi un ottimo 2018: qui di progetti importanti ce ne sono molti in cantiere, spero lo stesso valga per voi e che si concretizzino al meglio. Ad maiora!

La Tipopils in lattina

Quello delle lattine è una argomento molto in voga negli ultimi tempi, soprattutto da quando hanno cominciato a diffondersi in maniera costante anche in Italia. Qualche mese fa abbiamo tracciato un bilancio dei birrifici nazionali che hanno deciso di convertirsi (in piccola parte) a questo contenitore, mentre a fine novembre vi presentai Mister B, il primo marchio italiano completamente devoto alle lattine. Nel calderone bisogna ora aggiungere anche lo storico Birrificio Italiano: come segnalato su Analfabeti della Birra, recentemente il produttore lombardo ha lanciato la sua Tipopils in lattina. Il prodotto però è disponibile solo per il mercato statunitense, dove viene anche inlattinato: quasi tutto l’iter produttivo avviene “in casa”, poi la birra viene spedita negli USA e lì dryhoppata e confezionata. La vedremo anche in Italia? Al momento sembra un’ipotesi piuttosto improbabile.

Il teatrino delle accise sulla birra

Proprio in dirittura d’arrivo il 2017 è riuscito a regalarci un’altra beffa in termini di accise, analoga a quella dello scorso anno: una riduzione di 2 centesimi di euro per tutti i produttori, sia artigianali che industriali – con chiari vantaggi solo per questi ultimi. Al provvedimento sono seguite dichiarazioni imbarazzanti, prima fra tutte quella del Presidente della Commissione Agricoltura della Camera, l’on. Luca Siani, che aveva parlato di una decisione a favore dei piccoli birrifici proprio mentre Unionbirrai stigmatizzava la scelta. Ma nei giorni successivi la politica è riuscita a superarsi: il sottosegretario Pier Paolo Baretta ha cercato di difendere la disposizione affermando che se non fosse stata estesa alle multinazionali, l’Unione Europea avrebbe potuto mettersi di traverso. Un’affermazione incomprensibile, che, nella migliore delle ipotesi, dimostra totale ignoranza in materia: come sottolineato dalla pentastellata Chiara Gagnarli, è proprio la direttiva europea a prevedere aliquote diverse in base alle dimensioni dell’azienda. Secondo la portavoce del M5S alla Camera, se non fosse stata prevista un’estensione del provvedimento alle multinazionali, si sarebbero liberati fondi a favore dei microbirrifici.

Left Hand e la richiesta milionaria nei confronti di White Labs

A metà dicembre molte testate americane hanno rilanciato una notizia che potrebbe rappresentare un importante precedente per il segmento craft internazionale. Il birrificio Left Hand ha infatti chiesto alla società White Labs un rimborso pari a 6 milioni di dollari per una fornitura difettata di lievito. Il tutto è riconducibile ai problemi di sovrapressurizzazione riscontrati nella Milk Stout Nitro, che ha causato l’esplosione di diverse bottiglie, una carbonazione eccessiva, vari difetti organolettici e l’assenza del tipico effetto “a cascata” del servizio in carboazoto. Secondo le indagini effettuate internamente (e non solo), l’inconveniente è stato causato dalla presenza di un lievito selvaggio nella partita di White Labs, denominato Saccharomyces diastaticus (una variante del Cerevisiae). Left Hand è stata costretta a richiamare birre infette per un totale di 2 milioni di dollari, oltre a subire perdite in termini di immagine e di quote di mercato. L’azione legale è partita, vedremo come evolverà.

La nuova identità visiva del Birrificio dei Castelli

Da quando esiste Cronache di Birra sottolineo sempre quanto sia importante per i microbirrifici la comunicazione, intesa da tutti i punti di vista. Oggi molti produttori possono vantare grafiche ed etichette curate e ben realizzate, ma fino a qualche anno fa la situazione italiana era drammatica, salvo qualche felice eccezione. Per fortuna il mercato sta crescendo e la concorrenza  diventando sempre più agguerrita, così da costringere (deo gratias!) tutti i birrifici a porre attenzione su ogni aspetto. Molte aziende si stanno quindi rinnovando in termini di comunicazione, come accaduto recentemente al Birrificio dei Castelli, che ha capito che era giustamente arrivato il momento di rivedere logo e immagine coordinata. Il risultato potete vederlo nell’immagine a corredo, dove spiccano le nuove etichette: niente di trascendentale o particolarmente innovativo, sia chiaro, ma il risultato è molto piacevole e soprattutto rappresenta un grande passo avanti rispetto al passato.

Come riavvio soft direi che possiamo fermarci qui, tornate pure a sgranocchiare gli ultimi torroni della stagione!

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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3 Commenti

  1. Buon anno Andrea 😉

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