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Dall’Europa importanti novità sulle accise, con vantaggi per i birrifici artigianali

Negli stessi giorni in cui inquietanti ombre si allungano sul futuro dell’Italia in Europa, proprio dalla Commissione europea arrivano importanti novità sul fronte delle accise. Venerdì scorso, infatti, è stata avanzata la proposta di riformulare le norme relative alle imposte di fabbricazione, al fine di creare un ambiente più favorevole alle piccole e medie imprese e ai consumatori finali grazie a una serie di interventi piuttosto eterogenei. Tali interventi rientrano nel progetto REFIT, con cui l’Unione Europea punta a semplificare e rendere meno onerosa la propria legislazione, così da fornire ai cittadini e alle aziende risultati efficaci, efficienti e a un costo contenuto. Poiché le novità sono diverse e molto interessanti, vale la pena analizzarle singolarmente considerando anche le possibili ripercussioni sul nostro ambiente.

Il comunicato stampa della Commissione europea afferma che i piccoli produttori e i produttori artigianali di bevande alcoliche – per la prima volta vengono considerati anche quelli di sidro – potranno beneficiare di un nuovo sistema di certificazione a livello europeo, che attesti il loro accesso ad aliquote di imposta agevolate in tutta l’Unione. Questi nel dettaglio gli interventi previsti:

  • Certificazione uniforme – I piccoli produttori indipendenti saranno riconoscibili in tutta l’Unione Europea e questo permetterà loro di ridurre i costi amministrativi e di conformità e di beneficiare, a determinate condizioni, di aliquote di accisa ridotte.
  • Aumento della soglia per la birra a bassa gradazione alcolica che può beneficiare di aliquote ridotte – Attualmente il limite per certi prodotti è fissato a 2,8%, mentre le nuove regole intendono alzarlo al 3,5%. Si tratta di un incremento importante, che apre nuovi scenari: da una parte le aziende saranno stimolate a essere innovative e a creare nuovi prodotti, dall’altra i consumatori saranno spinti a ridurre l’assunzione di alcol.
  • Chiarimento dei procedimenti di fabbricazione per l’alcol denaturato – L’alcol denaturato è utilizzato per realizzare, tra gli altri, prodotti per la pulizia, profumi e antigelo ed è esente da accisa. Tale esenzione può spingere aziende senza scrupoli a usarlo per creare bevande contraffatte potenzialmente pericolose. La proposta prevede l’istituzione di un moderno sistema di segnalazione degli abusi, così da tutelare la salute dei consumatori e di evitare situazioni di concorrenza sleale per i normali produttori.
  • Aggiornamento dei sistemi informatici – Nell’ottica di eliminare gli ostacoli per le PMI del settore, quest’ultime saranno obbligate a utilizzare sistemi informatici moderni per la gestione delle accise e, se lo desiderano, di rimuovere l’obbligo di impiegare rappresentanti fiscali. Attualmente infatti gli Stati membri possono esigere che i venditori a distanza di prodotti sottoposti ad accisa impieghino rappresentanti fiscali, rendendone potenzialmente insostenibile il commercio legittimo.

I punti per noi più interessanti sono sicuramente i primi due. Il discorso sulla certificazione uniforme dovrebbe accelerare l’assunzione di una disciplina delle accise comune a tutti i Paesi membri dell’Unione Europea, favorendo un allineamento al principio per cui è giusto tutelare le esigenze dei piccoli produttori poiché diverse da quelle della grande industria. Invece l’innalzamento del volume alcolometrico per le birre soggette ad accisa agevolata potrebbe avere dirette ripercussioni sul mercato: non è escluso un deciso incremento di birre leggere, appartenenti a stili desueti (Mild, Ordinary Bitter, Berliner Weisse, ecc.) o a varianti di moderna concezione (“super” Session IPA). In generale le nuove norme sembrano avvicinare la realizzazione di quella disciplina a scaglioni delle accise caldeggiata da tempo da Unionbirrai – che tra l’altro ha partecipato alle due consultazioni della Commissione europea.

Ora non rimane che attendere l’evoluzione della vicenda, ma prima di chiudere mi preme riportare le parole di Pierre Moscovici, Commissario per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane:

Le norme comuni dell’UE relative alle strutture delle accise sull’alcol e sulle bevande alcoliche sono in vigore da più di 25 anni e hanno urgente bisogno di essere aggiornate per poter tenere il passo con le sfide e le opportunità poste dalle nuove tecnologie e dall’evoluzione degli scambi, tutelando nel contempo la salute pubblica. Invito gli Stati membri a procedere in modo rapido e deciso con questo riesame.

E ora permettetemi una piccola digressione. Come forse saprete, in Italia i piccoli produttori di birra sono penalizzati da una disciplina delle accise monolitica, che considera sullo stesso piano minuscoli birrifici e immense multinazionali. È una condizione molto gravosa, motivo per il quale da anni Unionbirrai sta chiedendo una sua ridefinizione secondo le caratteristiche delle aziende brassicole. In realtà la normativa italiana dovrebbe già rispettare questo principio, poiché è previsto a livello europeo. Per la precisione da più di 25 anni: la relativa direttiva comunitaria risale addirittura al 1992 (92/83/CEE). Questo significa che in tutto questo tempo l’Italia, a differenza della Francia e di altri paesi membri, non è stata in grado di (o non ha voluto) introdurre una disciplina più equa per i piccoli produttori, con costi irrisori per lo Stato.

Oggi quindi le PMI del settore brassicolo si trovano a operare in una situazione di grave disagio, che ne compromette in parte lo sviluppo, perché per 25 anni in Italia non c’è stata la volontà politica di introdurre una piccola innovazione, praticamente a costo zero. E questo nonostante l’Unione Europea avesse predisposto il campo per il cambiamento e auspicatone l’adozione da parte dei paesi membri. Perciò, in un periodo in cui è facile ritenere che tutti i problemi dell’Italia siano riconducibili all’Europa, forse bisognerebbe fare un bagno di umiltà e guardare alle storture del nostro paese. Cercando di risolvere quelle prima di cercare il nemico altrove.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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3 Commenti

  1. interessante!!!! Andrea, scusa, ma quindi, già 25 anni fa si poteva fare qualcosa per diminuire le accise sulla birra, e differenziare la tassazione tra i grandi e i piccoli produttori di birra ( in quanto prodotto alcolico ) e non è stato “recepito” dallo Stato Italiano….. Siamo sempre alle solite!!!!
    Cmq ottima notizia, le pmi vanno aiutate, in tutti i settori, e il settore brassicolo è tra l’altro un settore che sta “tirando”, la logica dovrebbe portare ad iautarlo visto che ha possibilità di crescita

    Per il punto due credo che ne vedremo delle belle, anche se per me l’italiano medio non è abituato a bere così leggero, se i birrai ci sorprenderanno con i giusti aromi ed esalteranno il nostro naso avremo nuovi prodotti sulle tavole degli italiani.
    CIAO

  2. grazie per l’allegato!!!
    beviamoci su..va 🙂 una birra artigianale

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