Se siete assidui lettori di Cronache di Birra ricorderete che lo scorso 3 settembre annunciammo il lancio di Whatabeer, la nuova app “ludica” dedicata alla nostra bevanda preferita con cui promuovere la cultura birraria. Da allora è passato un mese e di cose ne sono successe molte: sono stati pubblicati 8 diversi contest, gli utenti hanno quasi raggiunto quota 1.000 unità ma soprattutto abbiamo abbondantemente superato i 100.000 voti sulla piattaforma (circa 123.000, per essere più precisi). Sono dati che dimostrano l’ottima risposta di pubblico nei confronti dell’app, ma è ovvio che siamo ancora all’inizio. Ad esempio fino a oggi il suo utilizzo è stato limitato ai soli utenti Android, ma a brevissimo (probabilmente già all’inizio della prossima settimana) potranno cominciare a usarla anche gli utenti di iPhone. Insomma, il progetto procede con ottimi presupposti e tra le tante novità ci sono un paio di interessanti contest che si sono conclusi negli scorsi giorni. Vediamo com’è andata.
Il primo contest terminato da poco si intitola Sweet Summer Wheat ed era attivo sin dal lancio di Whatabeer. Il tema è facilmente comprensibile: a sfidarsi in questo “torneo” sono state birre riconducibili a stili che prevedono l’impiego di una percentuale di frumento e che sono particolarmente adatti all’estate. Un totale di 86 birre, quasi tutte italiane, appartenenti a tipologie come Blanche, Weizen, Gose, Berliner Weisse, White IPA, American Wheat e altre. Per ovvi motivi abbiamo escluso il Lambic e i suoi derivati (sono birre troppo particolari per partecipare a un contest del genere) e altri stili con frumento, come i Wheat Wine (non propriamente “estivi”). Abbiamo accompagnato la parte finale dell’estate con questo contest, che è terminato proprio negli ultimi giorni di settembre.
Sweet Summer Wheat ha ottenuto un bel successo tra gli utenti di Whatabeer, terminando con un totale di quasi 25.000 voti. A trionfare alla fine è stata la Zena di Ca’ del Brado, una Gose “old style” che la cantina brassicola emiliana ha lanciato in tempi relativamente recenti, ma che evidentemente ha subito conquistato i favori del pubblico. La medaglia d’argento è andata a una birra che possiamo considerare un grande classico italiano del genere: la Seta del Birrificio Rurale, senza dubbio una delle Blanche italiane più celebri in assoluto. Sul gradino più basso del podio, infine, si è piazzato un prodotto iconico come pochi altri al mondo: l’Original Leipziger Gose del tedesco Bayerischer Bahnhof, considerato uno degli ultimi birrifici a custodire i segreti delle antiche birre salate di Lipsia.
A proposito di Gose, è interessante notare come questo stile, praticamente scomparso fino a qualche anno fa, abbia dominato la Top 10 di Sweet Summer Wheat. Oltre alle due interpretazioni menzionate prima, infatti, sono presenti anche le Hirsch di Hammer (quinta), la collaborativa Belle Gose di Civale (sesta) l'”eretica” Beautiful & Strange di Brewfist (settima), la Salada di Lariano (ottava) e la Goslar 1826 di Piccolo Birrificio Clandestino (decima). In mezzo troviamo la Berliner Weisse di Canediguerra (un ottimo quarto posto) e l’Asia di Hammer (nona, una Blanche). A proposito di Blanche, in un contest del genere ci si poteva aspettare piazzamenti migliori da questo stile a parte la seconda piazza della Seta, ma peggio è andata a White IPA, American Wheat e soprattutto a Weizen e sue derivazioni (Dunkelweizen, Weizenbock). Le classiche birre di frumento tedesche continuano a rimanere ai margini delle predilezioni degli appassionati, ma chissà che non arriverà anche per loro il momento del riscatto.
Il secondo contest terminato negli scorsi giorni è quello lanciato in occasione della Festa delle Birre Artigianali di Eataly Roma, manifestazione che Whatabeer ha presieduto con la proiezione dei risultati in tempo reale come già accaduto in passato per il Villaggio della Birra. Qui a confrontarsi erano ovviamente le birre presenti al festival, provenienti dai 16 birrifici partecipanti. A uscire vincitrice alla fine è stata la Spaceman Grapefruit di Brewfist, versione “fruttizzata” della storica West Coast IPA del produttore lombardo. In realtà per Brewfist è stato un vero plebiscito, essendo riuscito a piazzare altre tre birre nelle prime cinque posizioni: nell’ordine Czech Norris (seconda), Fear (quarta) e La Bassa (quinta). L’unico birrificio che è riuscito a tenergli testa è stato il veneto Birrone, con un’ottima medaglia di bronzo per la Brusca e una buona sesta posizione per la Summer of 69.
Quali sono stati gli stili preferiti in questo contest? Nell’ordine Imperial Pils, Sweet Stout, American Lager, Pilsner e Robust Porter. Niente effetti speciali, dunque, ma solo tipologie classiche che non sempre vengono valorizzate dalle piattaforme di rating birrario. Come abbiamo sottolineato a più riprese, la possibilità di restituire dignità anche a stili del genere non solo è un valore aggiunto di Whatabeer, ma anche uno dei pilastri su cui poggia l’intera filosofia dell’app. Nella circostanza in esame hanno sicuramente giocato a favore le line up dei birrifici presenti da Eataly, che sapevano di rivolgersi a bevitori meno smaliziati rispetto a quelli di altri festival birrari. Ma la forza di Whatabeer è di dare voce anche a un pubblico del genere.
Congratulazioni allora a Ca’ del Brado e Brewfist per aver trionfato in questi due contest per nulla facili. In questo momento su Whatabeer ne sono attivi altri due: Black is the new Black e UK: Traditions and Modernity. Il primo, lanciato recentemente, è dedicato agli stili “scuri” e presenta una bella selezione di birre italiane e straniere: sono 134 in totale (ma aumenteranno nei prossimi giorni) con un valido assortimento tra tipologie classiche e creazioni in odore di hype. Il secondo è attivo sulla piattaforma da diversi giorni e vede scontrarsi le birre di soli birrifici britannici, equamente divisi tra vecchie glorie ed esponenti della locale new wave. A presto con altri aggiornamenti!