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Addio al pioniere Giovanni Turbacci: ci lascia il birraio italiano più anziano in attività

Giovanni Turbacci (al centro), con i figli Stefano (sx) e Marco (dx)

Come probabilmente ormai saprete, ieri mattina ci ha lasciato Giovanni Turbacci, uno dei pionieri della birra artigianale italiana. Giovanni aveva 74 anni compiuti a gennaio ed era il birraio italiano più anziano ancora in attività. Ha praticamente continuato a produrre birra fino all’ultimo, rinnovando una tradizione che andava avanti dal 1995, quando aprì all’interno del Palaghiaccio di Mentana (RM) il suo Birrificio Turbacci. Fate attenzione alla data, perché antecedente a quel 1996 che oggi viene unanimemente considerato l’anno di nascita della birra artigianale in Italia. Questo significa che Giovanni inaugurò il suo birrificio prima di mostri sacri come Baladin, Lambrate e Birrificio Italiano: un dettaglio che restituisce le sue doti quasi visionarie e che acquista un valore ulteriore se pensiamo che l’avventura del Birrificio Turbacci partì in un territorio non certo avvezzo al consumo di birra – insomma, per diverse ragioni aprire nel Nord Italia all’epoca era un po’ più semplice.

Tuttavia la passione di Giovanni Turbacci per la birra nacque ben prima. Da sempre interessato al concetto di “artigianale” applicato al mondo enogastronomico, compiuta la maggiore età Giovanni passò qualche anno nel Regno Unito, esperienza che gli cambiò per sempre la vita. Lì infatti non solo conobbe la donna che poi sarebbe diventata sua moglie, ma anche lo sconfinato mondo del whisky e delle birre. L’occasione per trasformare quell’infatuazione in un lavoro, anzi in un’impresa, avvenne con l’acquisto dell’impianto con cui il principe Luitpold di Baviera, rinomato birraio tedesco, aveva prodotto birra per alcuni anni sulle rive del Lago di Garda. Giovanni però non si limitò ad aprire un birrificio, ma puntò subito sull’idea del brewpub ispirandosi al modello di successo negli Stati Uniti, di cui aveva letto su una rivista di settore. Un altro incontro importante fu quello con il birraio tedesco Hans Shipl, che lo guidò nella produzione brassicola.

In effetti il Birrificio Turbacci ha sempre rappresentato un caso peculiare nel panorama brassicolo del Centro Italia. Il locale è molto bello, situato all’interno della struttura di Mentana dedicata agli sport sul ghiaccio e con una grande vetrata che affaccia proprio sulla pista, oltre a uno spettacolare bancone. Coerentemente con la visione di Giovanni, quel locale ha rappresentato il cuore della sua azienda, il luogo primario dove entrare in contatto con i clienti e i consumatori. Per molti anni la gamma del birrificio è rimasta limitata a poche etichette, integrate di tanto in tanto da nuove creazioni. La situazione è leggermente cambiata negli ultimi anni, anche su impulso del figlio Marco, con l’inserimento di qualche one shot e alcune interessanti collaborazioni. Ma per oltre 24 anni il Birrificio Turbacci è rimasto fedele a sé stesso e alla propria concezione di birra, che era poi diretta emanazione dell’idea di Giovanni.

Inevitabilmente Turbacci è stato uno dei primi nomi che ho incontrato nella mia strada di appassionato e probabilmente la prima birra “locale” che ho avuto modo di assaggiare. Ricordo che nello splendido brewpub di Turbacci partecipai a una delle mie prime cene con abbinamento birra-cibo – se non ricordo male fu in prossimità di un Natale di tanti anni fa  – e per diverso tempo la Noel, cioè la tradizionale stagionale della casa, è stata una birra che ho atteso con curiosità a ogni edizione. Tra le mie birre preferite a firma Turbacci segnalo sempre la Quinn, una Pils molto in stile che nel 2011 vinse l’oro allo European Beer Star nella categoria delle Kellerpils, precedendo sul podio un’altra birra italiana: la Via Emilia del Ducato, che all’epoca dominava i concorsi internazionali nella sua tipologia.

Personalmente ho avuto modo di scambiare qualche chiacchiera con Giovanni Turbacci in diverse occasioni, trovando sempre un interlocutore sicuro delle proprie idee e allo stesso tempo disponibile, riservato e molto elegante. Il suo profilo migliore l’ha tracciato ieri il figlio Marco su Facebook e ovviamente non poteva essere diversamente. Ne riportiamo un passaggio particolarmente significativo:

Per raccontare chi era Giovanni Turbacci sicuramente ci vorrebbe almeno un libro, non credo possano bastare 1000 definizioni per descriverlo, le prime che mi vengono in mente sono: caparbio, determinato, premuroso, simpatico, gentile, elegante, uomo di classe, umile, riservato, buono.

La vita ti ha dato filo da torcere da quando sei nato, pochi conoscono la tua storia, a conferma della tua riservatezza. Sei stato un uomo dalle infinite risorse, da giardiniere ad idraulico, da elettricista a fotografo, da gelataio a pizzaiolo, da birraio a ristoratore, ma la cosa che ti è riuscita meglio è il ruolo di padre!

Ci ha lasciato un precursore, un visionario e un imprenditore molto intelligente. Ma anche un birraio discreto come ce ne sono tanti in Italia, ma che proprio per questo motivo ricevono meno celebrazioni di quanto dovrebbero. In pochi ad esempio si rendono conto di quanto la figura di Giovanni Turbacci sia stata influente per la scena birraria nazionale. Il Birrificio Turbacci andrà ovviamente avanti ancora, grazie alla passione di Marco e di tutta la famiglia. E sono convinto che lo farà seguendo la strada tracciata oltre 24 anni fa da Giovanni.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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7 Commenti

  1. Bravo, bell’articolo.
    E bravissimi i Turbacci, splendida famiglia e professionisti esemplari.
    Chapeaux

    • Simone Rodorigo

      conoscevo Giovanni personalmente e ricordo ancora con emozione il 31 dicembre del 2015 quando Giovanni mi ha permesso di stare tutto il giorno con lui in birrificio per una cotta della sua straordinaria waisse. I quella occasione è stato un onore potergli dare una mano. Avevo iniziato a fare birra da pochi mesi è Giovanni con sapienza e pazienza mi ha insegnato tanto piccoli trucchetti che ancora oggi metto in atto nel mio hobby da homebrewer.
      Con Giovanni, Marco e Stefano ho sempre avuto un bel rapporto di cordialità e affetto.
      Non dimenticherò mai le serate di degustazione, come quella del 2004 in cui Kuaska ci ha spiegato quanto fossero buone le birre fatte da Giovanni, anche se poi le birre parlavano già da sole…
      Giovanni se ne è andato e lascia un vuoto enorme nel mio cuore, ma sanza dubbio Marco Stefano e il resto della famiglia porteranno avanti il buon nome di Turbacci…

  2. Condivido, bellissimo articolo e un gran dispiacere per la perdita di un grande persona!

    • Complimenti un magnifico articolo, raccontato con passione e acume letterario, il tutto condito con la figura immensa del signor Torbacci, birraio acuto e avanguardia in un mondo difficile

  3. Grazie per i complimenti all’articolo e per il ricordo di Giovanni che avete voluto lasciare tra i commenti

  4. Non conoscevo Giovanni ma conosco Marco (per averci scambiato qualche chiacchiera a qualche beer festival) e conosco il birrificio. Bellissimo articolo. Mi stringo alla famiglia a cui porgo le più sentite condoglianze e per onorarne la memoria tornerò presto a Mentana.

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