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Italia in ripresa al Brussels Beer Challenge: 21 riconoscimenti tra cui 4 ori

Ormai i concorsi internazionali dedicati alla birra sono molteplici, tanto che è sempre più difficile orientarsi tra iniziative degne di attenzione, progetti poco interessanti e vere e proprie operazioni commerciali. Qui su Cronache di Birra cerchiamo di dare spazio solo ai contest meritevoli di attenzione ed è curioso che due di questi si tengano nello stesso periodo dell’anno. Dopo aver raccontato della buona prestazione italiana allo European Beer Star, eccoci a distanza di qualche giorno ad analizzare i risultati del Brussels Beer Challenge. Invero il concorso tedesco vanta un’anzianità e un’autorevolezza di gran lunga superiori, ma l’evento belga è riuscito sin da subito a ritagliarsi uno spazio importante a livello europeo. Da qualche ora sono stati svelati gli esiti delle valutazioni e il bottino finale per i microbirrifici italiani evidenzia un certo miglioramento rispetto al 2018, ma anche una netta distanza dalle edizioni del passato. Alla fine il bilancio parla di 4 ori, 7 argenti, 7 bronzi e 3 certificati d’eccellenza, per un totale di 21 riconoscimenti. Sette in più dello scorso anno, ma molti in meno rispetto al 2017 (26) e al 2016 (32).

Per raccontare i tre ori sembra opportuno partire dall’American Magut del Birrificio Lambrate, che non solo ha sbaragliato la concorrenza nella categoria delle Hoppy Lager, ma ha anche ottenuto il riconoscimento Italian Revelation, che presumibilmente è assegnato alla birra italiana con il punteggio più alto nel concorso. L’American Magut ha condiviso l’oro con la Craft Pilsener dell’olandese Jopen e ha preceduto nell’ordine la Super Cadix del belga Antwerpse Brouw Compagnie e la North Arctic Lager del finlandese Tornion Panimo Oy. I giudici hanno anche assegnato un certificato di eccellenza alla Lager des Etoiles del francese Pleine Lune, per un podio finale numeroso ed estremamente cosmopolita.

Importante anche l’affermazione dell’Ambranera del birrificio Otus di Seriate (BG), perché proprio questa birra pochi giorni fa aveva conquistato un bronzo allo European Beer Star. Siamo dunque al cospetto di una clamorosa conferma che ratifica la bontà dell’Oatmeal Stout del produttore lombardo. L’Ambranera ha trionfato tra le Stout prodotte con avena, categoria per la quale i giudici hanno preferito non completare il podio: al terzo posto troviamo la The Poet dell’americano New Holland, mentre la seconda posizione risulta non assegnata. È una situazione non così rara in concorsi del genere, ma spesso si sceglie di non assegnare l’oro invece di una medaglia intermedia. Evidentemente i giudici hanno ritenuto l’Ambranera di gran lunga migliore di tutte le altre concorrenti e probabilmente l’unica a incarnare in maniera perfetta i dettami dello stile.

Il secondo oro italiano è stato assegnato alla Limes di Bruton nella categoria dedicata esplicitamente alle Italian Grape Ale – credo che il Brussels Beer Challenge sia l’unico concorso internazionale a raggruppare queste produzioni in una categoria a sé stante. La Limes si conferma dunque una delle migliori interpretazioni dell’anello di congiunzione tra birra e vino e non è un caso che io stesso abbia deciso di inserirla tra le “fantastiche 5” Italian Grape Ale che ho presentato nel corso del BrauBeviale. Com’è facile immaginare, anche il resto del podio è stato occupato da birre italiane: la medaglia d’argento è andato alla sempre ottima Equilibrista di Birra del Borgo – che abbiamo escluso dal nostro computo essendo l’azienda di Borgorose una controllata della multinazionale AB Inbev – mentre la terza posizione è stata conquistata dalla Roè del Birrificio Sagrin, un produttore relativamente giovane molto apprezzato (anche) per le sue Italian Grape Ale. Per onor di cronaca (e di curiosità) la menzione d’onore è invece andata a una birra brasiliana: La Grisette Superior del birrificio Bodebrown.

Infine il terzo oro italiano è stato ottenuto dalla Witwit di Nix, unica birra premiata nella categoria delle Double Blanche. Anche in questo caso dunque la giuria ha preferito non completare il podio e assegnare solo la medaglia più importante alla creatura di Nicola Grande, la cui bontà non è certo messa in discussione e anzi è confermata dalla scelta dei giudici. D’altro canto c’è da considerare che sono pochissime le Double Blanche prodotte in Italia e nel mondo, quindi è facile immaginare che le birre iscritte nella categoria non fossero moltissime. Inoltre per esperienza posso affermare che nei concorsi birrari difficilmente si incontrano Blanche degne di nota, anzi molto spesso appaiono estremamente sbilanciate se non addirittura fuori stile. Alla luce di tutte queste considerazioni, non è difficile allora comprendere la decisione dei giudici del Brussels Beer Challenge.

In apertura abbiamo parlato anche di 7 argenti e altrettanti bronzi. Dopo il terzo posto della sua Pacifica allo European Beer Stat, il birrificio La Villana ha conquistato ben quattro riconoscimenti nell’edizione 2019 del Brussels Beer Challege: due sono state medaglie d’argento con Gatsby tra le ESB e ancora Pacifica tra le Modern Saison; due invece le medaglie di bronzo con Rude tra le American Pale Ale e Uncino tra le Porter. Gli altri argenti italiani sono arrivati con Be Adorable di Mister B (Session IPA), Hop.E di Mastino (American Pale Ale), Maja Honey Ale di Jeb (birre al miele), Red & Go di Otus (Irish Red Ale) e Wow di Soralama (Bock chiare).

Proprio la Wow di Soralama ha preceduto sul podio la Bock del birrificio Bradipongo, che rappresenta uno dei sette bronzi italiani. Gli altri sono stati ottenuti da Pumpkin Ale del giovane Low Land (Pumpkin Ale), Special One di IBeer (Baltic Porter), Kamaleon Rauch di The Wall (Smoked Beer) e le già citate Roè, Rude e Uncino. I certificati d’eccellenza (cioè le menzioni d’onore) sono andati alla Maja Winter Edition di Jeb (una birra al miele che dunque convince nelle sue varie incarnazioni), alla Selva Sour di Birra dell’Eremo (oro pochi giorni fa allo European Beer Star) e alla Pils2 di Otus.

Come accennato in apertura la spedizione italiana al Brussels Beer Challenge ha ottenuto risultati sostanzialmente in linea con quelli dello scorso anno, al netto di qualche evidente miglioramento. Il totale delle medaglie d’oro è stato appena superiore a quello del 2018, ma mentre dodici mesi fa venne conquistato un solo argento, quest’anno le seconde posizioni sono state ben sette: insomma, con un pizzico di fortuna in più saremmo potuti tornare a casa con un bottino molto più prestigioso. Ciononostante appare davvero distante il gap con quanto racimolato dai nostri birrifici nelle passate edizioni del Brussels Beer Challenge: in particolare il record di 32 riconoscimenti fatto registrare nel 2016 (8 ori, 13 argenti, 7 bronzi, 4 certificati d’eccellenza) sembra davvero lontano. Il declino è stato abbastanza costante e in controtendenza con l’incremento qualitativo della birra artigianale italiana, dunque le cause sono da ricercare altrove. Molto probabilmente dipende dal crescente successo del concorso, che sta attirando nuovi mercati: l’Italia è stato uno dei più rappresentati sin dalle prime edizioni, ma evidentemente ora la concorrenza si è fatta molto più dura.

Per capire effettivamente qual è il trend italiano al Brussels Beer Challenge non rimane che attendere i risultati della prossima edizione. Per il momento non possiamo che fare i complimenti a tutti i microbirrifici italiani premiati quest’anno.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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