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Tempi duri per la pubblicità sulla birra

E’ notizia di ieri che la Theresianer ha dovuto modificare il suo sito web a causa di alcuni messaggi in contrasto con l’art. 22 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale. Il Comitato di controllo dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) ha infatti rilevato una violazione al codice a causa di messaggi che attribuivano alla bevanda qualità salutistiche e nutrizionali non rispondenti al vero. Nella sezione del sito “I numeri della birra” era mostrato un calice da 20 cl e venivano elencati alcuni elementi nutrizionali, come minerali e vitamine, con una terminologia di divulgazione scientifica. Un’impostazione che lo IAP non ha gradito.

L’art. 22 violato da Theresianer stabilisce che:

la comunicazione commerciale relativa alle bevande alcoliche non deve indurre il pubblico a ritenere che il consumo delle bevande alcoliche contribuisca alla lucidità mentale e all’efficienza fisica

In particolare non sono giustificate da parte di Theresianer le sottolineature a elementi nutrizionali presenti in quantità praticamente irrilevanti e misurati in “mg” o “mcg” anziché in grammi come altri componenti. L’uso di grassetti ad hoc e il generale tentativo di sottoporre al consumatore un messaggio fuorviante ha spinto lo IAP a decretare la violazione del codice.

Inoltre, ai sensi del Regolamento CE n. 1924/2006 relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari, riguardo alla correttezza o scorrettezza della comunicazione commerciale rivolta al pubblico, è espressamente vietato per le “bevande contenenti più dell’1,2% in volume di alcol di recare indicazioni sulla salute“, ed ammette quelle nutrizionali solo se “riguardanti un basso tenore alcolico o la riduzione del contenuto alcolico oppure la riduzione nel contenuto energetico”.

A quanto pare, nella sezione del sito in questione è ancora presente la descrizione “Profilo nutrizionale di un bicchiere di Lager da 0,2 lt”. Tuttavia nell’elenco dei componenti sono scomparse vitamine e minerali.

I messaggi promozionali sulla birra sono anche al centro di una notizia proveniente dalla Svizzera, dove nell’ottica di una revisione sulla legge dell’alcool, l’organizzazione Dipendenze Info ha chiesto lo stop agli spot sulla birra durante le manifestazioni sportive. La pubblicità durante tali eventi stimolerebbe il consumo della bevanda soprattutto fra gli adolescenti.

In Svizzera l’industria dell’alcool è il principale sponsor delle società sportive. Nel calcio sei squadre su dieci sono sostenute da aziende operanti nel settore alcolico, mentre nell’hockey raggiungono addirittura il rapporto di nove su dieci.

Per la verità in terra elvetica lo sponsoring in favore degli alcolici è proibito durante le manifestazioni sportive, ma in realtà ciò non vale per vino e birra. L’organizzazione chiede di cambiare una regolamentazione fin troppo accondiscendente e di bloccare gli spot in tali contesti. Chissà in Italia cosa ne sarebbe del Trofeo Moretti o degli irritanti spot della Peroni durante i Mondiali…

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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5 Commenti

  1. A mio avviso l’invadenza dello “Stato” nella quotidianità delle persone è francamente eccessiva. La dettagliata recolamentazione per la cominicazione dei prodotti alcolici la ritengo risibile e totalmente squilibrata. Ogni persona di buon senso, credo, non può che esser d’accordo sul bisogno di mettere dei paletti, per evitare informazioni fuorvianti che inducano il disattento consumatore a ritenere il tal prodotto miracoloso o salutistico.
    Ma le crociate indiscriminate contro le bevande alcoliche, senza nemmeno entrare nello specifico della singola tipologia di bevanda o, peggio, della qualità della bevanda, non mi piacciono e non mi sono mai piaciute.
    Del resto anche i gas di scarico delle automobili o degli impianti di riscaldamento hanno ripercussioni sulla salute delle persone, ma mica si impone alla casa automobilistica di turno limitazioni promozionali. Anzi:! Per paradosso avviene l’esatto opposto che sul caso oggetto del post: viene pubblicizzato a gran voce il nuovo modello di automobile in grado di inquinare il tot percento in meno (spesso non si sa neanche “in meno” rispetto a cosa).
    Vietare le sponsorizzazioni? Beh, allora mi auguro verranno vietate anche le sponsorizzazioni dei siti di scommesse o delle aziende farmaceutiche…

  2. finiti i tempi di “guinness is good for you”? 😉

    (o come quest’altra fotografata a bxl: http://www.facebook.com/photo.php?pid=1781438&l=e9683b5a9d&id=1130774342)

  3. Francesco Donato

    Mi sa che la finale di Champion League non si disputerà mai a Zurigo visto lo sponsor ufficiale della manifestazione 😉

  4. A me queste limitazioni sembrano sacrosante. Chi beve birra sa che beve un alcolico che procura una enorme serie di problemi alla salute. Io consumatore accetto le possibili conseguenze e sono libero di fregarmene.
    La disciplina non prevede come per il tabacco che le bottiglie rechino scritte dissuasive tipo nuove gravemente alla salute. Neanche vieta la pubblicità positiva. Si limita a specificare che non si può reclamizzare la birra come fosse una farmaco dotato di chissa quali qualità nutrizionali. Non mi sembra un’invadenza intollerabile, nè un eccesso di regolamentazione.
    Dato poi il consumo smodato che in molti paesi europei viene fatto degli alcolici e della birra in particolare in occasione degli eventi sportivi vietarne la sponsorizzazione diretta da parte delle varie carlsberg sarebbe una scelta sacrosanta.

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