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Torna in vita il più antico birrificio italiano: Bosio & Caratsch rinasce grazie a Soralamà

Qual è il più antico birrificio italiano? Se in passato vi siete posti questa domanda e avete cercato una risposta sui motori di ricerca, avrete notato che escono almeno tre risposte diverse. Tutto dipende infatti da come viene inteso il quesito. Se ci si riferisce al più antico birrificio italiano ancora in attività, allora il nome da considerare è Menabrea, che fu fondato nel 1846 a Biella e da allora non ha mai interrotto la produzione. Se si intende però la più antica fabbrica di birra sul territorio italiano, allora la risposta è diversa: fu Wührer, fondata nel 1829 a Brescia dall’austriaco Franz Xavier Wührer. Se però la domanda è interpretata letteralmente, guardando alla nazionalità del fondatore indipendentemente dalla continuità operativa, allora il responso è ancora diverso: si tratta del birrificio Bosio & Caratsch, che fu inaugurato nel 1845 nel centro di Torino. Rimase in vita fino al 1969, quando lo stabilimento fu chiuso alla pari di tanti altri produttori dell’epoca. Ora però il marchio è tornato in vita grazie al birrificio Soralamà di Vaie (TO), che lo ha riesumato per firmare un nuovo progetto parallelo.

La storia del marchio torinese è, almeno nella sua parte iniziale, intrecciata con quella della sua città natale. Nonostante la concorrenza con Metzger, l’altro celebre storico birrificio di Torino fondato solo tre anni più tardi, Bosio & Caratsch riuscì a raggiungere il successo in tempi relativamente brevi, tanto che già nel 1880 rappresentava una delle birre più vendute in Italia. Il primato arrivò all’inizio del ‘900, grazie a una crescita costante sostenuta dall’ottima distribuzione nelle principali città italiane: il marchio era ben consolidato a Milano, Roma, Genova, Napoli e Palermo. I progressi furono accompagnati dalla conquista di numerosi riconoscimenti, comprese le due medaglie d’oro ottenute in occasione delle Esposizioni Internazionali delle Industrie del 1898 e del 1911. Durante il ventennio fascista crebbero produzione ed esportazioni, finché nel 1937 l’azienda non fu acquistata da Pedavena. Da quel momento cominciò un periodo contraddittorio, fino alla già citata chiusura avvenuta circa trent’anni più tardi.

Ora, dopo poco più di mezzo secolo, il marchio Bosio & Caratsch torna in vita grazie allo spirito d’iniziativa di Soralamà, uno degli “storici” birrifici della rivoluzione artigianale italiana – aprì i battenti nel 1999. La nuova gamma di Bosio & Caratsch è attualmente composta da quattro birre, tutte contraddistinte da una grande bevibilità La Helles (4,7%) è una bassa fermentazione chiara, leggera e scorrevolissima, perfetta per dissetarsi senza rinunciare a una bevuta non scontata. La Marzen (5,5%) è una birra ambrata poco amara ma secca e pulita, con ricchi aromi di malto (ammostamento per decozione) che ricordano la crosta di pane. La Blanche (5%) è realizzata con una notevole percentuale di frumento (50% del grist), presumibilmente non maltato, e aromatizzata in maniera alternativa rispetto al modello di riferimento: la ricetta prevede l’aggiunta coriandolo, ginepro e limone, che ne amplificano la freschezza insieme alla chiusura delicatamente acidula. Infine la IPA (5,5%) è una single hop brassata con luppolo Simcoe, impiegato tanto in bollitura quanto in dry hopping e responsabile delle sfumature resinose, tropicali e agrumate del profilo aromatico. Chiude secca e amara, con un finale che prepara il palato al sorso successivo.

Soralamà ha così presentato il suo nuovo progetto:

È sufficiente esplorare i principali motori di ricerca del web, per rendersi conto di come la birra Bosio Caratsch sia diventata una leggenda anche per le generazioni “Internet”, sempre più attratte dal fascino del vintage. Da  questa certezza riparte il desiderio di dare nuova vita al marchio che, rispettando i processi produttivi di qualità, continui sul sentiero tracciato dai fondatori.

Uno dei segreti della bontà della birra Bosio Caratsch era l’acqua del Canale di Torino che conduceva in città l’acqua della Dora Riparia. Le sue acque erano descritte all’epoca come: “purissime, leggere e dolci, poco soggette a sbalzi di temperatura nonostante il susseguirsi delle stagioni”.

I quasi 25 anni di storia di Soralamà e la pregiata acqua di montagna di Vaie sono i migliori presupposti per riportare Bosio Caratsch ai primi posti nel panorama brassicolo italiano.

Ripercorrendo velocemente la storia di Bosio & Caratsch, in precedenza abbiamo citato la concorrenza del birrificio Metzger di Torino. È allora utile ricordare che nei confronti di questo marchio il birrificio Soralamà fu coinvolto in un’operazione molto simile: nel 2015 l’azienda di Vaie contribuì a riportare in vita anche questo brand torinese, producendo per conto terzi la prima birra della nuova gamma attualmente composta da Lager Premium, 170° Anniversario, 170° Anniversario Ambrata, Metzger Weisse e alcune speciali in lattina (IPA, Pils e Belgian Ale). Al momento Metzger è però un marchio con un impianto proprietario e la collaborazione con Soralamà è terminata negli scorsi anni. È curioso però notare come i due marchi storicamente rivali di Torino siano passati entrambi per l’impianto di Soralamà, secondo una curiosa dinamica che trasforma i moderni birrifici artigianali in promotori dei marchi del passato. Un periodo in cui fare birra in Italia non era una rarità, ma seguiva logiche e dinamiche completamente diverse da quelle odierne.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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6 Commenti

  1. Progetto con buone potenzialità che però al momento mi sembra privo di contenuti e molto differente da quello che hanno realizzato i ragazzi della Metzger a Torino.
    Ho partecipato ad una visita guidata al birrificio Metzger (tra l’altro hanno un impianto Easybrau a 3 tini automatico da 20HL con capacità di cantina da 240HL…!!) con a seguire una degustazione delle loro birre nell’adiacente birreria gourmet che hanno aperto la scorsa estate, è stata un’esperienza fantastica! Il titolare ci ha spiegato come hanno rivitalizzato il marchio storico riqualificando un intero complesso ex industriale, creando 8 tipi di birre che derivano dalle ricette originali della Metzger del ‘900 e lavorando sulla storia e l’immagine del marchio in continuità con chi li ha preceduti.
    Il progetto di Soralama mi sembra più improntato a mettere in commercio un marchio differente dal loro per il canale della GDO evitando quindi di inserire i loro prodotti direttamente per non svalutarli come immagine e prezzo…

    • La differenza sta nella qualità del prodotto finito e per questo motivo ritengo le caratterirìstiche del prodotto Soralamà una garanzia anche per il nuovo “vecchio” brand…;-)

  2. Mi risulta che il Marchio di birra Bosio Caratsch sia stato acquistato dal gruppo Heineken . Come mai oggi è commercializzata dalla Soralama . E tutto legale ?

  3. Avete comprato i” marchio Bosio Caratsch dal Gruppo Heineken ?

  4. Non vedo risposte ai commenti da me farri

    • Carlo non hai visto risposte perché era domenica e tra il primo e il terzo commento è passato appena un quarto d’ora.
      A ogni modo cosa ci sarebbe di non legale nell’acquistare un marchio da un altro soggetto?

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