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In Regno Unito pretendono pinte piene, da noi mancano persino i bicchieri graduati

Il CAMRA (Campaign for Real Ale) รจ l’associazione britannica di consumatori che cura gli interessi dei bevitori e degli appassionati di birra nel Regno Unito. Oltre a difendere le tradizioni brassicole del paese, promuove diverse campagne a tutela dei clienti di pub indipendenti e birrifici artigianali. รˆ una realtร  molto attiva – delle iniziative dell’associazione abbiamo scritto spesso su Cronache di Birra, l’ultima volta solo qualche giorno fa – e le sue campagne di sensibilizzazione sono utili non solo per smuovere l’opinione pubblica su temi specifici, ma anche perchรฉ ci permettono di entrare in contatto con alcuni aspetti della cultura birraria locale, che talvolta ci appaiono quasi fantascientifici se confrontati con le nostre abitudini. Uno di questi รจ la pretesa, tutta britannica, di vedersi servita una birra di pinta intera, senza schiuma e quasi strabordante dal bicchiere. Una fissazione che รจ sostenuta dallo stesso CAMRA.

Quanta birra “manca” ai consumatori del Regno Unito

L’argomento รจ tornato d’attualitร  la scorsa settimana, quando il CAMRA, che giร  in passato promosse la campagna Full Pint, ha rilanciato i risultati di una ricerca pubblicata dal CTSI (Chartered Trading Standards Institute), una delle organizzazioni piรน longeve al mondo dedicate agli standard commerciali e alla tutela dei consumatori. Secondo lo studio, il 70% della birra e del vino servito nei locali del Regno Unito รจ sottodimensionato. In altre parole, nella maggioranza dei casi, i bevitori britannici pagano per ricevere un quantitativo di prodotto inferiore rispetto a quanto dichiarato dal venditore. Messa cosรฌ sembra uno scandalo di proporzioni non indifferenti, ma scendendo nel dettaglio ci accorgiamo che in generale il divario รจ abbastanza contenuto. Ad esempio si scopre che nel 71% dei casi incriminati la quota mancante rappresentava non piรน del 5% di quanto atteso. Oppure che la birra รจ sรฌ piรน suscettibile del vino a questa “frode”, ma che la media di porzione mancante รจ solo del 4%.

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Parliamo dunque di frazioni molto limitate, che tuttavia, se considerate complessivamente, raggiungono cifre non certo irrilevanti: a causa di questo fenomeno, infatti, in media ogni bevitore brucia 1,7 sterline (circa 2 euro) a settimana e 88 sterline (circa 103 euro) ogni anno. Forse anche per questa ragione i consumatori britannici, soprattutto di una certa etร , sono molto attenti alla quantitร  di birra che viene servita nel bicchiere. Un atteggiamento fondato su logiche sacrosante ma che, come accennato, in Regno Unito raggiunge punte al limite dell’ossessivo. Basti pensare che secondo il CAMRA la schiuma deve essere esclusa dal conteggio del liquido presente all’interno del bicchiere. Nik Antona, presidente dell’associazione, spiega questa posizione:

Chiediamo al settore dell’ospitalitร  di garantire ai consumatori un buon rapporto qualitร -prezzo, assicurandosi di misurare correttamente le bevande servite ai clienti nei pub e nei bar. […] L’idea che il 70 percento di tutta la birra acquistata al bar sia sotto-misurata nel Regno Unito รจ estremamente preoccupante.

Il CAMRA vuole che il governo si assicuri che i frequentatori di pub abbiano il diritto legale di ricevere una pintaย  al 100 percento ogni volta che viene servita. Quest’ultimo studio รจ un’altra preoccupante indicazione di un problema che colpisce i consumatori da diversi anni e che dovrebbe, si spera, fungere da catalizzatore per il cambiamento.

Come funziona (o dovrebbe funzionare) in Italia

I bicchieri utilizzati solitamente nel Regno Unito non sono solo contenitori, ma anche unitร  di misura. La classica pinta imperiale che troviamo nei pub ha esattamente la capacitร , per l’appunto, di una pinta britannica, pari a circa 57 cl. Inoltre i locali possono servire birra solo in misure predefinite: pinta, mezza pinta e, dal 2011, schooner (40 cl). Poichรฉ le opzioni sono limitate, i consumatori sanno sempre quanto liquido otterranno sia al momento dell’ordine, sia quando ricevono la loro birra grazie all’eventuale tacca presente sul bicchiere.

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Il discorso della tacca, cioรจ il segno relativo alla quantitร  di liquido presente nel bicchiere, รจ in quest’ottica piuttosto importante. Lo รจ ancora di piรน in contesti dove non esistono limiti alla quantitร  di birra che un locale puรฒ servire ai propri clienti, come accade in Italia. La libertร  nel servizio ha pro e contro: da una parte permette di modulare la quantitร  di birra in base al prezzo e alle sue caratteristiche – pensate a una rara Imperial Stout affinata in botte e prodotta in tiratura limitata – dall’altra perรฒ espone il consumatore a un giungla di formati rispetto ai quali รจ difficile orientarsi. L’unico modo per farlo รจ affidarsi alla tacca e verificare che la quantitร  di birra servita sia quella effettivamente dichiarata dal publican – e non di rado manca persino questa informazione. Ora rispondete alla seguente domanda: quante volte avete bevuto una birra in un bicchiere graduato?

Eppure la legislazione nel nostro paese parla chiaro. Nel 2007 con il decreto legislativo n. 22 l’Italia ha attuato la direttiva 2004/22/CE relativa agli strumenti di misura sottoposti ai controlli metrologici legali: qualsiasi recipiente utilizzato per la somministrazione onerosa (bicchieri, ma anche caraffe e brocche) deve riportare la marcatura CE, cioรจ la famosa tacca. Ma al di lร  delle disposizioni legislative, alla base c’รจ un principio di buon senso e trasparenza nei confronti del cliente, che deve essere in grado di verificare che ciรฒ che riceve รจ quanto effettivamente dichiarato.

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Conclusioni

La campagna di sensibilizzazione del CAMRA parte da presupposti sacrosanti, salvo poi prendere derive che a nostri occhi possono sembrare esagerate. รˆ pacifico ritenere che difficilmente qui ci stracceremmo le vesti se un 5% di birra fosse sacrificata per creare un bel cappello di schiuma – peraltro รจ proprio ciรฒ che ci aspetteremmo di trovare nel nostro bicchieri, poichรฉ la schiuma รจ importante sotto diversi aspetti. Perรฒ proprio in virtรน di questa maggiore elasticitร , il consumatore italiano dovrebbe essere tutelato nel suo diritto di bere da bicchieri graduati, sempre e comunque. รˆ un tema di rispetto e trasparenza che non andrebbe trascurato.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, รจ giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. รˆ organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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