Per un’azienda cambiare logo o identità visiva è una scelta radicale, a volte traumatica. Significa cominciare una nuova fase nella propria vita, che passa necessariamente per una rivalutazione dei propri obiettivi e della propria filosofia. Alcune realtà decidono di compiere questo passo in concomitanza con importanti obiettivi, come la celebrazione di un anniversario o il cambio di assetto societario. Altre arrivano a questo bivio in maniera graduale, dopo un lungo periodo di considerazioni al riguardo. Spesso la scelta diventa improcrastinabile, soprattutto quando ci si rende conto che è necessario andare oltre il design della precedente impostazione. Oggi torniamo a occuparci di alcune novità tra i birrifici italiani in termini di identità visiva, raccontando i cambiamenti che hanno coinvolto The Wall, Ca’ del Brado e Piccolo Birrificio Clandestino.
The Wall
Lo scorso 20 maggio il birrificio The Wall di Venegono Inferiore (VA), in concomitanza col suo decimo anno di attività, ha presentato la sua nuova identità visiva. E l’ha fatto in grande, creando nei giorni precedenti contenuti approfonditi che hanno permesso da un lato di conoscere alcuni aspetti del lavoro di rinnovamento, dall’altro di creare una certa attesa tra i fan del birrificio. La prima novità a colpire l’occhio è il logo, completamente ripensato per superare i limiti di quello precedente: il nuovo pittogramma mostra la scritta The Wall con un font dalle forme morbide e curve, con un gusto che in parte ricorda lo stile anni ’70, in parte i vecchi marchi delle caramelle gommose. Il risultato è un logo d’impatto e di rottura con il passato, che tende a emergere in modo netto sulle lattine del birrificio.
A proposito di lattine, il restyling di The Wall ha coinvolto anche le etichette delle birre. Come scrive Malto Gradimento, la gamma è stata suddivisa in quattro “correnti”, affidando lo sviluppo della grafica di ognuna di esse ad altrettanti artisti: Max Gatto – che collaborava con il birrificio già da diversi anni – Camilla Falsini, Nazario Graziano e Francesco Poroli. A ogni illustratore è stata data carta bianca per esprimersi in libertà, con esiti molto convincenti sull’impatto estetico delle lattine. Infine la nuova identità visiva è stata applicata anche al sito web di The Wall, dove un certo spazio è proprio dedicato ai quattro artisti, di cui si possono apprezzare direttamente i rispettivi lavori. È un bel modo di aggiungere valore al restyling, nonché al concetto di collaborazione sempre molto sentito nel mondo della birra artigianale.
Ca’ del Brado
Nelle ultime settimane forse vi sarete accorti che il birrificio Ca’ del Brado (sito web) ha cambiato il proprio logo. La novità è avvenuta in concomitanza con il lancio delle birre della linea The Wildest Can (birre selvagge in lattina), sulle quali è apparso per la prima volta un bradipo stilizzato – mascotte dell’azienda – con accanto il lettering rinnovato. I due elementi costituiscono infatti il nuovo logo di Ca’ del Brado, che finalmente è un logo: quello precedente era infatti composto da un’illustrazione dello stesso animale fin troppo articolata, ancorché molto bella, accompagnata dal nome dell’azienda in un font non certo ideale allo scopo. A differenza del passato, l’attuale proposta è facilmente declinabile, ridimensionabile e utilizzabile su sfondi chiari o scuri e in verticale o in orizzontale. Convincente anche lo sviluppo grafico del bradipo, che gioca su vuoti e pieni all’interno di una forma perfettamente rotonda.
Oltre che sulla linea The Wildest Can, il nuovo logo di Ca’ del Brado è apparso anche sui canali social del birrificio e sulle altre lattine, come quella della Tevla. Lo stile grafico precedente però dovrebbe rimanere impresso su alcuni elementi, come il merchandising: le magliette del prossimo Farmhouse Pride – evento di cui parleremo nei prossimi giorni – riportano un bel disegno che nello stile ricorda il precedente logo.
Piccolo Birrificio Clandestino
Se Ca’ del Brado ha introdotto il suo nuovo logo in sordina e senza troppi proclami, ancora più discreta – almeno per il momento – è stata la scelta del Piccolo Birrificio Clandestino (sito web) di Livorno. Sui canali dell’azienda campeggia ancora il vecchio marchio, ma se seguite con costanza le novità che inseriamo su Whatabeer vi sarete accorti di un elemento insolito nell’ultima creazione del produttore toscano. L’etichetta della recente Holborn (una Best Bitter) presenta infatti un logo inedito, piuttosto semplice ma con alcuni elementi interessanti: il lettering punta alla leggibilità (benché non rinunci ad alcuni leggeri virtuosismi) ma soprattutto dalla scritta è scomparsa la parola “Piccolo”. Il nome del produttore dunque cambierà semplicemente in Birrificio Clandestino, inaugurando quindi una fase di discontinuità con i primi 14 anni dell’azienda.
Presumibilmente nelle prossime settimane il nuovo logo sostituirà il precedente, che in effetti aveva bisogno di una radicale rinfrescata dopo quasi tre lustri di onorata carriera. Vedremo se la novità si accompagnerà anche a un restyling di altri elementi, a partire dalle etichette delle birre.