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Unionbirrai precisa il suo presente e il suo futuro

Ricevo e pubblico il seguente comunicato ufficiale di Unionbirrai, finalizzato a chiarire definitivamente gli obiettivi e il futuro dell’associazione. L’esigenza di questa dichiarazione nasce da una serie di intepretazioni  in merito apparse su diversi canali di comunicazione, anche nelle passate settimane. Rimanendo nell’ambito del presente blog, il precedente comunicato di Unionbirrai sugli esiti del corso di formazione per birrai, infatti, lasciava intendere uno spostamento netto verso il settore professionale, a discapito di quello degli appassionati. Ora l’associazione ci tiene a precisare i seguenti punti:

Unionbirrai è un’associazione culturale che ha come scopo lo sviluppo e la diffusione della Birra Artigianale Italiana.

Unionbirrai si è da sempre notevolmente ispirata alla omologa Brewers Association americana e di fatto le è molto simile anche se dimensionalmente molto più piccola.

Il fondatore ed attuale presidente di BA, Charlie Papazian, è uno straordinario homebrewer e presiede una associazione dove appassionati, homebrewers e produttori, condividono e continuamente ampliano, sistemano ed arricchiscono la stessa casa con risultati talmente straordinari da risultare oggi la più fulgida realtà esistente.

Con lo stesso approccio si muove Unionbirrai.

Il Consiglio Direttivo di Unionbirrai è infatti composto in egual numero da appassionati e/o homebrewers e da produttori di birra artigianale italiana con gli stessi identici diritti e doveri.
Tra l’altro, le quote associative oggi pesano in maniera approssimativamente analoga per le due parti. Il continuo confronto tra l’entusiasmo e la sensibilità degli appassionati e l’interesse e la passione dei produttori all’interno dello stesso contesto, sono la migliore garanzia di una crescita armonica e soprattutto di un grande successo della birra artigianale italiana.

La forza degli uni è la forza degli altri. Le sodddisfazioni degli uni sono le soddisfazioni degli altri. D’altro canto il controllo reciproco è strettissimo e sempre in tempo reale con garanzie di massima efficacia e di massima soddisfazione per tutti. Questo meccanismo si basa sulla collaborazione e non sulle logiche di potere di gruppo e soprattutto, in Unionbirrai si lavora per l’oggetto dell’associazione e non per moltiplicare le poltrone e dispensare potere e controllo a più persone possibile.
Questa non è la vecchia logica delle parrocchie e degli orticelli dove più persone possono sentirsi grandi ma l’obiettivo viene trascurato per le beghe tra comari. E’ una logica e un modello virtuoso, proposto da Unionbirrai, dove chiunque può dire la sua senza essere guru o grande esperto ma semplicemente avendo a cuore la birra artigianale italiana.
Le porte sono aperte per tutti ma è evidente che con queste premesse, chi è alla ricerca di gratificazioni personali si ritrova prima o poi fuori dalla porta per sua stessa volontà in quanto frustrato. Chi guarda invece all’obbiettivo globale, al movimento birrario, ha ben chiaro che
l’unità e la collaborazione e soprattutto l’apertura sono i valori che danno i più grandi risultati.

Vogliamo fare grande la “nostra” birra!

Questa è oggi Unionbirrai, la casa della birra artigianale italiana.

Che nascano pure tante altre case e tanti altri gruppi perchè ci ritroveremo in buona compagnia, ma l’auspicio è che non sia la voglia di avere più potere personale a fare da fondamenta perchè altrimenti crolleranno da sole e faranno danno all’immagine della birra.

A proposito della estrema coesione tra appassionati e produttori non si può non citare l’assemblea straordinaria di Milano dove, davanti ad una proposta di secca scissione, la stragrande maggioranza dei presenti, per la maggior parte appassionati/homebrewers, votò contro la mozione, a favore invece di una maggiore autonomia dei due rami ma all’interno della stessa casa.

Cosa sta facendo Unionbirrai oggi, aprile del 2009 dopo quasi dieci anni dalla sua fondazione?

– In questo momento bisogna dare al consumatore strumenti per valutare la qualità delle birre per evitare che qualunque porcheria venga spacciata per birra di qualità o per birra artigianale:

-Unionbirrai ha appena definito e depositato il marchio “Birra Artigianale Unionbirrai”;

-Unionbirrai da diversi anni organizza un concorso (Birra dell’Anno) dove una giuria internazionale, indipendente e di autorevolezza riconosciuta, seleziona le migliori birre prodotte in Italia. L’organizzazione del concorso è seguita esclusivamente dalla parte non professionale dell’associazione.
Inoltre in questo contesto i produttori, attraverso schede di degustazione accuratamente compilate dai giudici, ottengono un insostituibile feedback per poter migliorare le loro produzioni.
Contemporaneamente si danno ai consumatori indicazioni preziose, permettendo loro di conoscere i prodotti ed i produttori d’eccellenza.

-Unionbirrai ha organizzato e organizza un gran numero di corsi di degustazione di 1° livello, frequentati da centinaia di corsisti e 2 corsi di 2° livello estremamente professionalizzanti e selettivi che hanno formato un gruppo di degustatori in grado di presenziare nelle giurie nazionali ed internazionali. Questo ampliamento della rosa degli “esperti” e indispensabile per un corretto equilibrio e per una crescita armonica della birra artigianale e Unionbirrai ci ha sempre creduto!

-Unionbirrai organizza un corso di aggiornamento e perfezionamento professionale dedicato ai birrai artigianali professionisti, proprio allo scopo di migliorare costantemente la qualità della Birra Artigianale Italiana. Condivisione delle conoscenze e crescita della comunità intera.

-Unionbirrai organizza e ha organizzato e sostenuto un gran numero di manifestazioni nazionali e locali per promuovere la diffusione della Birra Artigianale Italiana.

-Unionbirrai, in occasione di Pianeta Birra 2009, ha organizzato per la prima volta in Italia un incontro tra produttori, distributori, dettaglianti e consumatori di birra artigianale per dibattere sulle problematiche sensibili ai vari livelli. Per la prima volta si è affrontato in libero e aperto dibattito anche l’argomento dell’elevato prezzo di vendita delle birre artigianali. Ovviamente si tratta di insistere senza preconcetti e convinzioni pregresse su questo e altri temi“scottanti”, per creare il quadro della situazione, ma il primo passo è stato fatto grazie a Unionbirrai.

In definitiva: UNIONBIRRAI sostiene e promuove la vera BIRRA ARTIGIANALE ITALIANA!

Il Consiglio direttivo

Agostino Arioli
Michele Barro
Alessandra Brocca
Giovanni Campari
Simone Casiraghi
Francesco Mancini
Simone Monetti
Andrea Sclausero

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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8 Commenti

  1. ma che bel post saerdna.
    in stile come al solito!

  2. Ho letto i membri del consiglio direttivo.
    Lo statuto, Articolo 14 cita: L’Associazione è amministrata da un Consiglio Direttivo, di seguito definito Consiglio, composto da quattro a otto membri eletti dall’assemblea dei soci. Il 50% dei membri del consiglio dovrà essere rappresentato da associati non professionali.

    Posto che non conosco Alessandra Brocca mi sembra che comunque i membri “non pro” siano meno del 50%… o sbaglio?

  3. @Tyrser

    mi quoto da solo… ho googolato meglio e mi pare di aver intuito che Alessandra Brocca è dell’entourage Lambrate.
    Quindi la percentuale scende ancora…

  4. A entrare nel dettaglio, il direttivo UB ha quattro rappresentanti di birrifici:
    Agostino Arioli
    Michele Barro
    Alessandra Brocca
    Giovanni Campari
    un (ex?) birraio professionale
    Simone Monetti
    un futuro rappresentante di birrificio (a quanto dicono le voci di corridoio):
    Simone Casiraghi
    e due rappresentanti dei non professionisti:
    Francesco Mancini
    Andrea Sclausero

    Io non sono più socio UB e non mi riguarda, ma un associato no prof queste cose dovrebbe notarle. Come dovrebbe notare che Simone Monetti, a quanto mi dicono, ha il compito di direttore operativo (stipendiato da UB) in evidente contrasto con lo statuto.

    Art.14 Nessun compenso è dovuto ai membri del consiglio, salvo il rimborso delle spese documentate sostenute nell’esercizio delle proprie funzioni.

    Ci fosse un socio in vena di rompere le balle, gli amministratori potrebbero passare guai…

  5. Non volevo commentare perchè mi sembrava solo una sbroccata epocale di un ‘associazione della quale non ho mai fatto parte formalmente ma con la quale ho collaborato organicamente per anni, e la cosa mi provoca un po’ di tristezza.
    Concordo con le incongruità formali che Tyrser e Davide fanno notare, ma che imho sono quisquilie rispetto a cose ben più gravi che vengono dette nel comunicato.
    Da prima, il riferimento alla BA americana mi fa molta specie.
    Innanzitutto perchè , come soci effettivi dell’EBCU mi sembra anche poco politicamente corretto fare riferimento agli americani come stella polare.
    Ma soprattutto perché la storia della BA è esattamente in antitesi a quella di UB, come genesi e sviluppo.
    Poi questi continui riferimenti ad avvenimenti anche dolorosi a livello personale per molte persone catalogati in maniera sbrigativa e veramente scorretta come “beghe tra comari” o “ricerca di gratificazioni personali”.
    Faccio solo il mio esempio personale, ma è quello di molti.
    In UB ero ormai il punto di riferimento della didattica.
    Avevo di sana pianta costruito il secondo livello del corso di degustazione, la scheda dei concorsi ecc.
    Ho preferito credere in un progetto nuovo e più sentito…altro che orticello…
    Mah…io spero , che se veramente hanno a cuore il bene delle birra artigianale facciano quello che è nel loro nome , e cioè essere un’associazione di categoria forte della propria storia, passione e chiarezza interna.

  6. matilde, cacchio vuoi?
    comunque tra le c’era questa frase (che evidentemente il blog non ha pubblicato).
    A proposito della estrema coesione tra appassionati e produttori non si può non citare l’assemblea straordinaria di Milano dove, davanti ad una proposta di secca scissione, la stragrande maggioranza dei presenti, per la maggior parte appassionati/homebrewers, votò contro la mozione, a favore invece di una maggiore autonomia dei due rami ma all’interno della stessa casa.

    cosa assolutamente falsa come i presenti possono dimostrare
    il rotfl carpiato era per quello

  7. notavo il tuo solito aplomb molto british.
    solo quello.
    e la grande proprietà di linguaggio nel commentare il post.
    in pratica un apporto chiaro ed esplicativo alla discussione.
    come tuo solito, in stile appunto.

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