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Birra dell’anno 2016: i campioni di categoria

Quella dei “campioni di categoria” non è un classifica ufficiale di Birra dell’anno, ma una graduatoria che abbiamo introdotto lo scorso anno qui su Cronache di Birra sulla base dei risultati del concorso di Unionbirrai. L’assunto è infatti che le 78 (-1) medaglie assegnate nelle 26 categorie potrebbero disorientare più di qualche curioso, che magari ha una conoscenza limitata del mondo della birra artigianale e dei suoi protagonisti. Per cercare di fare un po’ di ordine, ho allora raggruppato i riconoscimenti in quattro grandi famiglie, corrispondenti ad altrettante filosofie produttive. Calcolando i punteggi corrispondenti alle posizioni di ogni birrificio, ho stilato delle mini classifiche che possono offrire alcune interessanti indicazioni sulle “specializzazioni” dei nostri birrifici.

Birre di stampo tedesco

In questa famiglia rientrano quattro categorie di Birra dell’anno e le rispettive medaglie sono state assegnate tutte a birrifici diversi, con la straordinaria eccezione di Biren. Il Birrificio Renazzese, infatti, è riuscito nell’impresa di ottenere due ori (Philippe e Renazzenfest), finendo non solo per risultare dominatore degli stili di stampo tedesco, ma sfiorando anche l’impresa di portare a casa il premio assoluto di Birrificio dell’anno – con due ori non è finito troppo lontano da Birra Perugia e Baladin. Nella famiglia delle birre di ispirazione tedesca troviamo in seconda posizione Mukkeller e Statalenove, che hanno ottenuto un oro ciascuno rispettivamente con Devastator – il suffisso “-or” suggerisce che ha trionfato tra le Bock – e Zenit. Affollata la terza piazza, con i quattro birrifici che hanno ottenuto un argento in altrettante categorie: Rurale (405040), Birrificio del Doge (Dunkel), 4 Mori (Pozzo 5) e Batzen Brau (Weissen Bock).

  1. Biren (12 punti)
  2. Mukkeller e Statalenove (6 punti)
  3. Rurale, Birrificio del Doge, 4 Mori e Batzen Brau (3 punti)

Birre di stampo anglo-americano

I gruppi ricollegabili a stili di stampo anglo-americano sono tantissimi, complice ovviamente la famiglia delle IPA che nelle sue varie incarnazioni ha coperto ben 4 categorie (e ne sarebbe servita almeno un’altra). Anche in questa suddivisione la battaglia è stata molto combattuta a causa di una certa distribuzione delle medaglie tra birrifici diversi. Alla fine a spuntarla è stato proprio il Birrificio dell’anno, cioè Birra Perugia, che ha piazzato un oro (Suburbia), un argento (Golden Ale) e un bronzo (Perujah) suddivisi in due categorie. Dietro di loro troviamo tre birrifici con un oro e un bronzo: Mostodolce (Blackdoll ed Elio’s Fifty), Birrificio dei Castelli (Extrema Ratio e Calix Niger) e Crak (Guerrilla e Mundaka). Ancora di più gli ex-aequo in terza posizione con 6 punti, corrispondenti ai singoli ori di Birra dell’Eremo (Nobile), Doppio Malto (Rust Ale), Birrificio della Granda (Black Hop Sun), Birrificio dell’Aspide (Zarina) e Baladin (Xyauyù Kentucky).

  1. Birra Perugia (10 punti)
  2. Mostodolce, Birrificio dei Castelli e Crak (7 punti)
  3. Birra dell’Eremo, Doppio Malto, Birrificio della Granda, Birrificio dell’Aspide e Baladin (6 punti)

Birre di stampo belga

Monotona come non mai la famiglia delle birre di ispirazione belga, poiché tra le varie medaglie assegnate (4 categorie) non si ripete mai lo stesso birrificio. Il podio si compone allora facilmente, con 4 birrifici per ogni posizione in base alla medaglia ottenuta in una delle rispettive categorie. Davanti a tutti si piazzano Flea (un oro anche nelle “speciali) con la Biancalancia, Barbaforte con la Quadro, Manerba con La Rocca e MC-77 con l’Ape Regina in Inverno. Due notazioni su questi ultimi due birrifici: Manerba dimostra una natura camaleontica, riuscendo a emergere anche in stili lontani dalle sue tradizioni (basse fermentazioni di stampo tedesco); MC-77 si riconferma dopo l’ottimo exploit a Birraio dell’anno nella categoria giovani emergenti.

  1. Flea, Barbaforte, Manerba e MC-77 (6 punti)
  2. Mezzavia, ‘A Magara, Lungosorso e Birra Eretica (3 punti)
  3. Bibibir, Birrificio di Cagliari, Birrificio del Forte e Giratempopub (1 punto)

Birre “speciali”

In questa grande famiglia rientrano tutte la categorie rimanenti, dalle Italian Grape Ale alle birre al miele, dalle affinate in legno alle birre alla frutta. Qui com’era facile immaginare ha trionfato Baladin, che ormai da anni fa incetta di riconoscimenti con produzioni particolari. Nello specifico è da sottolineare il dominio tra gli affinamenti in legno, in cui Teo Musso è un maestro acclarato: la categoria ha prodotto un oro (Xyauyù Barrel) e un argento (Lune), che si aggiungono a due bronzi rispettivamente tra le affumicate (Xyauyù Fumè) e le acide (Nora Sour). Birra del Borgo segue a due punti di distanza, grazie all’oro dell’Equilibrista (IGA) e all’argento della Castagnale (castagne). Il birrificio di Leonardo Di Vincenzo conferma anch’esso la sua attitudini con birre dalla natura insolita. Dietro di loro un gruppone formato da birrifici con un oro ciascuno: Flea (Noel), Beer In (Rata Vuloira), MOA (Pink Ale), Aleghe (Brusatà), Birra Perugia (Isterica), La Diana (Ester).

  1. Baladin (11 punti)
  2. Birra del Borgo (9 punti)
  3. Flea, Beer In, MOA, Aleghe, Birra Perugia, La Diana (6 punti)

Pur senza la pretesa di rivelare chissà quale verità sullo stato della birra artigianale in Italia, il giochino ci permette di tirare qualche interessante conclusione. Ancora una volta Baladin si conferma maestra nelle birre speciali e la Xyauyù una birra che rastrella riconoscimenti nella sue diverse incarnazioni: lo scorso anno le medaglie furono tre, quest’anno altrettante (Barrel, Kentucky, Fumé). Forse è il momento di costruire un tempio dedicata a questo incredibile prodotto.

L’unico birrificio che in questa suddivisione è riuscito a ottenere due ori nella stessa famiglia è stato Biren, che conferma la crescita costante in una tipologia di birre (basse fermentazioni di stampo tedesco) che da sempre caratterizzano la sua produzione. Birra del Borgo ha perso il primato tra le produzioni d’ispirazione anglo-americana, ma ha confermato il suo secondo posto tra le speciali. Primato che è passato in mano a Birra Perugia, che però è un produttore molto più eclettico di quanto appare in questa suddivisione (diversamente non sarebbe stato eletto Birrificio dell’anno). Sul Belgio c’è molta variabilità – la stessa cultura brassicola è molto varia e lontana da schemi stilistici – anche per il venir meno del dominio di Birrificio del Forte (che ha comunque ottenuto un bronzo).

Avete altre riflessioni da aggiungere?

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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