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Che 2020 birrario sarà – Il Nostradamus della birra

Ed anche quest’anno è arrivato il momento del concorso birrario più importante e atteso d’Italia: il Nostradamus della birra! Negli scorsi giorni abbiamo visto come dodici mesi fa Monica Di Loxley sia stata più brava di tutti nel pronosticare gli eventi che avrebbero caratterizzato il 2019 birrario. Ora quindi bisogna lanciarsi nei pronostici per il 2020, dividendoli come sempre nelle quattro categorie del concorso: tendenze del mercato italiano, tendenze del mercato internazionale, birrifici italiani in evidenza e sfera di cristallo, cioè lo spazio dedicato alle ipotesi più fantasiose. Poi tra un anno valuteremo chi sarà stato più lucido nel prevedere l’anno alle porte e incoroneremo il nuovo Nostradamus della birra. Allora partiamo con le mie profezie, ma ricordatevi sempre di non utilizzare eventuali informazioni di corridoio che potreste possedere in qualità di operatori del settore (o anche come semplici appassionati).

I trend della birra artigianale in Italia

Il 2019 in Italia è stato l’anno della scoperta delle Pastry Stout, che hanno valicato i confini della ristrettissima cerchia dei geek per attrarre l’attenzione di appassionati e birrai. Facile allora immaginare che questo trend crescerà ancora nel 2020, con un numero maggiore di produttori nazionali che si confronteranno con questa particolare tipologia. La previsione – che è soprattutto un auspicio – è che nei prossimi dodici mesi l’ambiente prenda coscienza della distanza abissale che intercorre tra le Stout con adjuncts italiane e le migliori interpretazioni americane. Il divario è a tratti imbarazzante e non basta gridare a fantomatici miracoli per accreditare Pastry Stout nazionali di livello pressoché anonimo. Prima capiremo che siamo nella stessa situazione di anni fa con le American IPA e prima il settore ne gioverà.

Una profezia di facile concretizzazione sarà l’ingresso di birre crafty (o comunque industriali) nelle tap list di locali insospettabili. Facile perché è una tendenza già in atto e di cui ci occuperemo nelle prossime settimane. Inutile specificare che il fenomeno si presta a numerose letture, soprattutto perché sta cominciando a coinvolgere nomi importanti nel panorama nazionale. Nel 2020 questa evoluzione sarà ancora più evidente, favorita dalle acquisizioni delle multinazionali che costringono ogni volta a ridisegnare il confine tra ciò che è artigianale e ciò che non lo è.

I trend della birra artigianale nel mondo

A livello internazionale crescerà ulteriormente l’interesse per il lievito Kveik, che sarà sempre più impiegato per realizzare non solo IPA di stampo moderno, ma anche altri stili totalmente differenti. Ceppi diversi di questo lievito saranno commercializzati con nomi specifici e peculiarità uniche, finendo per sostituire varietà tradizionali ad alta fermentazione.

Le acquisizioni delle multinazionali nel comparto craft saranno limitate a pochissimi movimenti, relativi a marchi storici del comparto inglese e statunitense. Non si verificheranno operazioni “di ritorno” come avvenuto qualche settimana fa per Ballast Point, fattispecie destinata a rimanere un caso unico nel panorama internazionale.

A metà anno emergerà una nuova famiglia di derivazione delle IPA americane, dopo quelle degli ultimi anni (Hazy IPA, Brut IPA, No Boil IPA). Per alcuni mesi sarà al centro di articoli e discussioni del settore, con tentativi di riprodurne le caratteristiche anche in Europa e nel resto del mondo. Poi però l’attenzione calerà presto e la tipologia si rivelerà l’ennesima meteora brassicola, capace soltanto di rinnovare le preoccupazioni di chi sottolinea da sempre la pericolosa volubilità del mercato.

I birrifici italiani in evidenza

Quali produttori italiani si metteranno in mostra nel corso del 2020? Alcune risposte le avremo a breve, con i responsi di Birraio dell’anno e Birra dell’anno. Il mio pronostico per il primo concorso è a favore di Marco Raffaeli di Mukkeller, con gli esperti del settore che finalmente riconosceranno al birrificio marchigiano la considerazione che merita (con un paio d’anni di ritardo). Sul fronte dei birrai emergenti, invece, mi gioco la sorpresa… No, sto scherzando: vincerà a mani basse Vincenzo Follino di Bonavena, ma non mancheranno le (solite) polemiche.

Molto più difficile tracciare delle ipotesi su Birra dell’anno di Unionbirrai, perché la vittoria finale è data dai punti ottenuti dalle singole birre nelle tantissime categorie previste dal concorso. Provo a giocarmi un outsider, per quanto molto valido, e cioè Birra Mastino. Staremo a vedere… Per quanto riguarda i birrifici italiani in evidenza nei concorsi internazionali punto sul Centro Italia in generale, evitando di sparare nomi specifici.

La sfera di cristallo

Ed eccoci arrivati alla categoria più fantasiosa e divertente di tutto il Nostradamus della birra. Qui bisogna slacciare le cinture di sicurezza, rinunciare a ogni cautela e lanciarsi in previsioni azzardate e al limite dell’impossibile. Ipotesi impensabili insomma, ma non totalmente inverosimili. Tipo quella che vedrà Sam Calagione, fondatore di Dogfish Head, presentarsi alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti come candidato unico del Partito Democratico e sfidare Donald Trump. Le quotazioni di Calagione saliranno di giorno in giorno, ma a un passo dalla vittoria verrà pubblicato un video di dubbia provenienza (e autenticità) che ritrarrà il birraio ubriaco in un locale di spogliarelliste. Trump sarà rieletto presidente e si farà promotore di una legge contro la birra craft.

In Europa invece si concretizzerà la Brexit e dopo qualche mese l’Inghilterra subirà i primi effetti deleteri della scelta di lasciare l’Unione Europea. Il settore della birra artigianale soffrirà terribilmente il provvedimento, con molti produttori che saranno costretti a chiudere o a vendere all’industria. Il Beer Mile diventerà un cimitero di birrifici e i locali abbandonati trasformati in un museo a cielo aperto in ricordo delle aberrazioni della democrazia diretta. Sul fronte sportivo l’Italia arriverà in finale agli Europei di calcio, ma perderà perché impossibilitata a schierare la formazione ideale. Le colpe ricadranno su un birrificio della zona, che per farsi pubblicità il giorno prima della partita invierà nel raduno della nazionale una fornitura di birra gratuita.

E con questa profezia calcistica lascio a voi la parola: commentate l’articolo con le vostre previsioni, dividendole in base alle quattro categorie di sfida. Ricordate di non eccedere nelle ipotesi: meglio poche ma dettagliate che molte e superficiali. Bisogna battere la neo campionessa Monica Di Loxley, quindi datevi da fare!

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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6 Commenti

  1. Trend Italia: ci sarà un rinnovato interesse per bitter/esb come si comincia a vedere negli ultimi mesi
    Trend internazionale: le multinazionali creeranno delle vere e proprie divisioni commerciali dedicate al crafty,per dare maggiore risalto ai marchi premium/ex craft
    Birrifici in evidenza: sarà l’anno della consacrazione di Altavia. Birraio dell’anno Cesaroni,emergente Bonavena facile.
    Sfera di cristallo: Baladin siglerà un importante accordo commerciale con un noto marchio della Gdo settentrionale per birre a doppio marchio distribuite a prezzi da supermercato. Un noto ex birraio di un noto marchio ex craft aprirà un nuovo locale hype a Roma.

    • Trend italia:
      Facilità di beva: saison, grisette, bitter, helles.
      Le dogane, indispettite per la riduzione delle accise, troveranno un cavillo per riprendersi un po’ di soldi. Salvini con felpa Lambrate in campagna elettorale.

      Trend mondo: puree sour, analcoliche, kombucha/hard selz etc, tutto tranne che birra…

      In evidenza:
      Agostino finalmente a Firenze, un outsider vincerà a Rimini. Catena di locali per un big (aiutato da un fondo di investimenti).

      Sfera di cristallo:
      Scorte di luppoli americani finite.
      Grandi battaglie legali tra birrifici Craft, con l’industria che guarda con i popcorn in mano. Fine dei festival, dopo lo scandalo mbcc.

  2. Arriveranno in Italia i primi birrifici ad utilizzare malto artigianale, in luogo di quello industriale usato sinora. Questo farà da spartiacque tra: del tutto artigianale e parzialmente artigianale. Anche tra gli agricoli ci sarà una distinzione tra chi malta artigianale e chi si dichiara artigianale, ma senza esserlo davvero. Tra una ventina d’anni avremo un disciplinare relativo.

  3. Tendenze del mercato italiano: Italian Grape Ale, Sour e Pastry (spero) saranno al centro di grandi sperimentazioni, collaborazioni, e invenzioni. Ritento sulle birre analcoliche -cit. Spero in una birra analcolica craft come si deve che abbia il brio e il fascino di Heather Parisi (nel 1989)-.

    Tendenze del mercato internazionale: successo crescente in USA dell’Hard Selz, spunterà anche in Italia (pochissime produzioni italiane e qualche d’importazione dal Colorado), ma non credo avrà successo, almeno non nel 2020. Ascesa delle birre analcoliche e a bassa gradazione in USA ed Europa. Cresce Craft chocolate e coffee a marchio di birrifici. NEIPA un po’ dappertutto.

    Birrifici italiani in evidenza: Bonavena, Siemàn, CRAK, Cà del Brado, Eastside. Tifo forte per Mastino.

    Sfera di cristallo: scolvolgente acquisizione nel panorama italiano. La tivvù dedica una serie ai birrai italiani o magari ai più influenti pub del Bel Paese ma lo fa male (tipo Sereno Variabile) e niente, sfuma anche questa possibilità di propaganda. Pastry Gose. Esce la birra del mago Otelma.

  4. Filippo Magri è l’unico che si fa il malto artigggianale mi sa. Daje Filì!

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