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Un week end nel Pajottenland: Oud Beersel e De Cam

Il Pajottenland è una regione del Belgio a sudovest di Bruxelles, delimitata dai fiumi Dendre e Senne. Si tratta della regione famosa per la produzione delle birra a fermentazione spontanea chiamata Lambic. Le birre “acide” o si amano o si detestano. E per amarle ci vuole tempo. Ma vi assicuro che se si imparano ad apprezzare poi non si può più farne a meno. Bere un Lambic o una Gueuze vuol dire bere una bevanda molto particolare, carica di storia e di tradizioni. Scoprire i fascinosissimi luoghi dove viene prodotta è un modo per apprezzarla ancora di più. In questo mio tour birrario ho quindi deciso di visitare due birrifici molto particolari e molto affascinanti: Oud Beersel e De Cam.

Beersel è un comune di circa 20.000 abitanti situato una decina di chilometri a sud di Bruxelles. Immerso nel verde, ha visto negli anni ’90 l’arrivo di molti funzionari dell’Unione Europea, attratti dai prezzi bassi delle case e dalla possibilità di avere un giardino, cosa difficile da possedere nel centro di Bruxelles. Col tempo, e con l’aumento del volume di traffico per arrivare nella capitale, il flusso di expats è praticamente cessato. Beersel è famosa per il suo celebre castello medievale eretto nel 1300 ma, incomprensibilmente, conservato in maniera pessima dalle autorità locali.

oud berseel 3

Dal punto di vista birrario Beersel presenta ben due produttori di Lambic: Drie Fonteinen e, appunto, Oud Beersel, che però è principalmente un assemblatore. La sua storia è molto particolare. Nacque nel lontano 1882 e operò per quattro generazioni fino al 2002, quando l’allora gestore Danny Draps decise di chiudere per motivi personali l’attività. Aprì nuovamente nel novembre 2005 grazie a due giovani, Gert Christiaens e Roland De Bus, che decisero di riportare in vita l’attività. Col tempo a gestire Oud Beersel è rimasto solo Gert Christiaens, mentre Roland De Bus è divenuto capo della società De geuzen van Oud Beersel che si occupa della promozione delle birre Oud Beersel, delle visite al birrificio e degli eventi sul territorio.

È possibile visitare Oud Beersel il primo e il terzo sabato del mese con una visita alle 11 (in neerlandese) e una alle 12.30 (in inglese e francese). La visita è stata una delle più complete e interessanti a cui abbia mai assistito, con la guida che non ha lesinato particolari e dettagli, storici e sulla produzione attuale. Le domande del folto e interessato gruppo in cui ero capitato (americani, belgi, francesi, giapponesi e scozzesi) hanno prolungato la durata del tour oltre la canonica ora e mezza.

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La visita comincia nella sala degustazione con un bicchiere di Lambic, continua sviluppandosi nelle cantine dove i Lambic miscelati diventano Gueuze e si conclude con la degustazione vera e propria di tre birre, a scelta, prodotte da Oud Beersel. Tra i vecchi arnesi e strumenti la sensazione è di visitare veramente un luogo carico di tradizione. A fine visita è poi possibile acquistare le birre e il birraio Gert (che parla un ottimo italiano avendo vissuto in Italia) è molto disponibile a rispondere a domande e a elargire consigli.

Oud Beersel produce cinque birre base: Bersalis Triple, Bersalis Kadet, Oude Geuze Vieille, Oude Kriek Vieille e Framboise. La Bersalis Triple e la Bersalis Kadet non sono Gueuze, ma alte fermentazioni. La prima è appunto una Tripel, bionda intensa e ad alta gradazione (9,5%), la Kadet è invece una birra leggera (4,5%) e luppolata. Entrambe non vengono prodotte a Oud Beersel ma nel birrificio Huyghe.

La particolarità di Oud Beersel risiede nel fatto che il mastro birraio Christiaens si occupa “solamente” della miscela del Lambic (prodotto nel birrificio Boon, tuttavia su ricetta delle stesso Gert), seguendo la fermentazione del mosto e la manutenzione delle apparecchiature e delle botti. La pluripremiata (ben 17 riconoscimenti in diversi concorsi mondiali) Oude Geuze è frizzante, moderatamente acida e con piacevoli aromi di fermenti selvatici. La Oude Kriek viene realizzata con la Oude Geuze e 400 grammi di ciliegie per litro, mentre la Framboise, dal colore rosa intenso, è la più recente della famiglia e viene prodotta con Oude Geuze, 220 grammi di lamponi e 50 grammi di ciliegie per litro. Nello shop è possibile trovare anche edizioni particolari di Lambic e di Kriek.

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Dopo una visita così intensa e interessante è impossibile non avere fame. Su internet ho scovato un posto assolutamente delizioso, sempre nella località di Beersel: si tratta del bar-ristorante De oude Pruim. Provate a immaginarlo come una vecchia trattoria dell’Oltrepò pavese. L’odore di buon cibo, vi assicuro assolutamente non comune in Belgio, si sente fin dall’ingresso. L’arredamento è vintage e dietro al bancone siede l’anziana proprietaria, che è anche la cuoca. Il locale è frequentato da gente del posto, in maggioranza anziani, e la birra che va per la maggiore è la Kriek locale alla spina (prodotta artigianalmente dal 1963). Il menù presenta una pagina in cui è narrata la storia del locale che è aperto ininterrottamente dal 1871 e deve il suo nome (traducibile letteralmente con “Alla vecchia prugna”) al fatto che il fondatore, Petrus Derauw, era un venditore di prugne. Un giorno non riuscì a venderle al mercato e il giorno successivo si ripresentò con le stesse. Da allora in paese venne denominato “Petrus con le sue vecchie prugne”. Per fortuna la cucina è sempre aperta e, dopo una lunga attesa (i piatti vengono preparati al momento), ho potuto gustare un’eccezionale Carbonnade à la Gueuze, la migliore che abbia mai mangiato in quasi 5 anni di vita in Belgio.

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Il giorno successivo, la domenica, sono stato a Gooik, paese denominato la “perla del Pajottenland”, per visitare De Cam. Gooik è un comune di 8.000 abitanti situato nell’estremità sud-ovest del Pajotteland a una trentina di kilometri da Bruxelles. La fama di Gooik è dovuta al fatto che è considerata “La Mecca” della musica folkloristica: ogni anno nel primo week end di luglio si tiene infatti un festival internazionale a tema ed è inoltre presente un museo dedicato agli strumenti di musica folkloristica.

De Cam è aperto al pubblico solo la domenica dalle 15 alle 17 o su appuntamento per gruppi numerosi. Arrivo nel primo pomeriggio e in attesa dell’apertura di De Cam vado al Volkscafè De Cam, situato appena di fronte, con la speranza di gustare qualche prodotto birraio locale. Purtroppo mi viene detto che il bar al momento non ha birre De Cam. La limitata produzione (45.000 litri di Lambic e 5.000 di Kriek all’anno, il più piccolo produttore di birra a fermentazione spontanea al mondo) fanno sì che anche il bar che si trova di fronte rimanga senza De Cam in alcuni periodi dell’anno. Viro dunque su una simpatica degustazione di sei Lambic di sei birrifici differenti su piatto roteante. Per il resto il bar, che funge anche da ristorante, non offre nulla di particolarmente attraente se non rumorosi gruppi di persone indaffarate con il pranzo domenicale.

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L’edificio di De Cam ricorda un grosso magazzino con un sacco di botti a vista. La particolarità di queste botti (45 per la precisione, con la capacità di 1.000 litri ciascuna) è che provengono dal birrificio ceco di Pilsner Urquell. Arrivate a Gooik sono state risistemate e marchiate con il simbolo di De Cam.

Anche De Cam è un blender e il suo birraio, Karel Goddeau, ha riportato la tradizione dell’assemblaggio di Lambic a Gooik dal 2002. L’azienda produce quattro birre differenti: il Lambic, la Vieille Gueuze, la Vieille Kriek e la Vieille Framboise. Facendo delle ricerche su internet ho scoperto che qualche hanno fa è stato prodotto anche un Faro e durante la mia visita era stata appena imbottiglia la Nectarine Lambic (che ho avuto l’onore di acquistare anche se non ancora etichettata).

Karel Goddeau durante la visita è stato molto disponibile e ho avuto il vero privilegio di poter degustare la Kriek spillata direttamente dalla botte. Per produrla vengono utilizzate le ciliegie di Schaerbeek (un comune della regione di Bruxelles) coltivate da piccoli produttori. E’ possibile acquistarle in chioschi lungo la strada che porta a Gooik.

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Da questa due giorni nel Pajottenland ho imparato molte cose. La decennale tradizione del Lambic è stata tenuta in piedi, quando qualche anno fa queste birre non erano ancora note se non a pochi intenditori, da uomini tenaci, volenterosi e con una visione di lungo periodo. Nel Pajottenland c’è una fetta importante della storia birraria del Belgio, tradizioni ancora poco conosciute che rendono unico e inimitabile questo stile. Visitare il Pajottenland significa tornare indietro nel tempo, scoprire vecchi sapori e innamorarsi, ancora di più, di un paese estremamente piccolo ma ricco di tante cose grandi.

L'autore: Niccolo' Querci

Bergamasco di nascita. Vive a Bruxelles dal 2011 dove si occupa di fondi europei. Ha ottenuto la qualifica di Beer Sommelier presso la Beer Academy di Londra, ha scritto una guida birraria su Bruxelles ed è membro della British Guild of Beer Writers. Ama girovagare per il Belgio e per l'Europa per scoprire nuovi birrifici e nuove birre. Ha una predilezione per le Saison e una venerazione per la birra trappista Orval.

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3 Commenti

  1. Affidare la produzione delle proprie birre a Huyghe mi pare un clamoroso autogoal.
    Non c’era nessun altro a cui rivolgersi?

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