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Un assaggio di craft beers a Berlino

L’ondata di caldo torrido che sta investendo il Nord Europa in questa estate 2018 non ha risparmiato nemmeno Berlino. E così, quale occasione migliore di un week end “toccata e fuga” nell’affascinante capitale tedesca per dissetarsi con birre artigianali locali? Per me birra tedesca da sempre significa “Reinheitsgebot” – l’editto della purezza del 1516 promulgato da Guglielmo IV, atto a regolamentare la produzione e la vendita di birra in Baviera – e dunque lego la cultura brassicola locale a questa che ormai è più che altro una tradizione. Parallelamente sto cercando di affinare la mia conoscenza dei diversi stili teutonici: ero quindi interessato a degustare qualche stile non tradizionale prodotto da birrifici locali. E a proposito di stili di birra tedeschi arrivavo a Berlino anche con il desiderio di assaggiare le Berliner Weisse nel luogo in cui sono nate.

Facendo un po’ di ricerche sul web prima di partire, ho scoperto che Berlino possiede una scena craft variegata, a livello – numericamente parlando – delle migliori capitali europee del genere. Per mancanza di tempo ho dovuto effettuare una stretta selezione. Ho scelto per esempio di concentrarmi sui produttori locali e quindi di non andare al “Birra – Italia Craft Beer Bar” (nato dalla collaborazione tra Birrificio Lambrate e il Ma che siete venuti a fà di Roma), bell’esempio di promozione del prodotto birra italiana all’estero.

La mia prima tappa del mio mini tour è stato Hops & Barley (sito web), situato nella zona di Friedrichshain. Si tratta di un distretto che nel secolo scorso ospitava molti capannoni industriali, ora trasformatisi in club che hanno reso questa parte della città una delle più interessanti per la vita notturna. A poca distanza c’è l’East Side Gallery, tratto superstite del muro di confine, oggi meta di turisti che si immortalano davanti ai murales. L’Hops & Barley è un microbirrificio, la location è piuttosto piccola ma molto accogliente. Al momento della mia visita era popolato da un nutrito gruppo di tifosi inglesi che assistevano alla finale per il terzo e quarto posto dei Mondiali di calcio, tra la loro nazionale e quella del Belgio: una sfida decisamente “birraria”!

Erano disponibili quattro birre alla spina (oltre a un sidro), tutte di produzione locale: una pilsner, una dunkel, una weisse e una IPA. Si tratta quindi di un birrificio che rimane legato principalmente alla tradizione tedesca. Ho assaggiato la dunkel, molto conforme al suo stile, e la IPA, non eccezionale, chiamata Russian-American perché fatta con un luppolo russo e uno americano (Polvjazemmy e Citra).

La mia seconda tappa, molto più soddisfacente, è stata la Vagabund Brewery (sito web). Dislocata nel distretto di Wedding, zona nord-ovest di Berlino, è stata fondata nel 2011 da tre ragazzi americani trasferitisi a Berlino. Sia il locale sia lo stile della maggior parte delle birre riflette l’impronta USA. Vagabund produce 12 birre e al momento della mia visita erano quattro quelle disponibili alla spina: la Hey Now (5,7%) una American IPA, la BC Bandwagon (5,9%), una NEIPA, la Haus Helle (4,9%), una Golden Ale, e, finalmente, una Berliner Weisse (4,7%) che ho trovato di buon livello. Ho provato anche la NEIPA, piuttosto soddisfacente.

Curioso che nel posto meno tedesco fra quelli in cui sono stato, abbia trovato una Berliner Weisse autoctona. Infatti, a dispetto del nome che indica la provenienza, le Berliner Weisse sono ormai molto rare anche in loco. Da alcune ricerche sulla rete avevo scoperto che sono pochi i produttori a cimentarsi in questo stile (tra cui appunto la Vagabund) che ormai è molto più diffuso negli USA che in patria. E’ lontano il diciannovesimo secolo, periodo di maggior diffusione, quando la Berliner Weisse era la bevanda alcolica più popolare di Berlino e veniva venduta in circa 700 birrerie cittadine.

Terza e ultima tappa, il giorno successivo, è stato l’Hopfenreich (sito web), situato a Kreuzberg. Si tratta di un “corner bar” ubicato all’incrocio fra due vie, che vanta un’atmosfera molto cool e un arredamento in stile hipster. L’impianto ospita 14 birre alla spina, sia locali che straniere. Le bevute della serata sono state una Oyster Stout e una Helles del birrificio Berlin Bierfabrik, entrambe gradevoli ma non eccezionali. Anche in questo caso era presente una Berliner Weisse, prodotta però dal birrificio americano Stone Brewing.

Tirando le somme di questo breve ma intenso week end, possiamo concludere che Berlino mostra una scena birraia in crescita e molto interessante, che merita sicuramente di essere seguita con ulteriori approfondimenti.

L'autore: Niccolo' Querci

Bergamasco di nascita. Vive a Bruxelles dal 2011 dove si occupa di fondi europei. Ha ottenuto la qualifica di Beer Sommelier presso la Beer Academy di Londra, ha scritto una guida birraria su Bruxelles ed è membro della British Guild of Beer Writers. Ama girovagare per il Belgio e per l'Europa per scoprire nuovi birrifici e nuove birre. Ha una predilezione per le Saison e una venerazione per la birra trappista Orval.

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