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I Paesi Bassi meno conosciuti: tour birrario tra Utrecht, Flevoland e Groningen

Di recente ho approfittato di qualche giorno di vacanza per esplorare i Paesi Bassi. La scena birraria locale, pur vantando stili propri che recentemente sono stati rivitalizzati (come il Kuyt) e una buona tradizione, storicamente è per forza di cose influenzata dalla popolarità dei “potenti” vicini Belgio e Germania. Tuttavia negli ultimi anni, a seguito del boom delle produzioni artigianali, anche nei Paesi Bassi sono emersi produttori molto interessanti e locali dove degustare eccellenti birre, locali e non. Il mio tour ha toccato città non mainstream: evitando Amsterdam, Rotterdam e l’Aja ho attraversato il paese (che non è troppo grande) passando per Utrecht, la splendida regione (ma arida dal punto di vista birrario) del Flevoland e concludendo a Groningen.

Il mio tour è cominciato da Utrecht. Utrecht è la quarta città più grande dei Paesi Bassi con i suoi 300.000 abitanti. È una città studentesca e universitaria, piena di ristoranti e pub e con un’ampia scena culturale. È piuttosto piacevole da visitare e può ricordare da vicino Amsterdam, soprattutto grazie a l’Oudegracht: una serie di canali che passano nel cuore della città, con negozi e ristoranti su entrambi i lati, davvero unici grazie alle numerose e pittoresche cantine situate a livello dell’acqua. Secoli fa erano utilizzate per lo stoccaggio delle merci e per il commercio, mentre al giorno d’oggi ospitano per lo più locali dove si concentra la vita notturna della città.

Dal punto di vista birrario la città è molto accattivante con ben sei birrifici cittadini (Kromme Haring, De Leckere, Maximus, Oproer, Ouaden e vandeStreek) e svariati pub con birre artigianali. La prima tappa è stata la tap room del birrificio Kromme Haring (sito web), uno dei birrifici rampanti della scena olandese, di cui avevo già potuto degustare dei prodotti un paio di mesi fa in un tap takeover in uno dei locali del Brussels Beer Project a Bruxelles. Situato in un ex sito industriale a dieci minuti di auto a sud-est del centro città, da fuori ha le apparenze di un vecchio cantiere navale. Gli impianti produttivi sono situati appena dietro la zona dedicata alla spillatura (12 vie) e all’esterno è presente una bella terrazza. Gli assaggi in loco sono stati la Fugu, una Saison fatta con lo yuzu, un agrume giapponese non lontano dal limone, e l’Original Smokey, una Imperial Smokey Porter che è considerata la loro birra di bandiera.

Spostandomi nel centro storico, piacevolissimo da girare a piedi, la prima tappa è stato il Kafé België (sito web). Il nome non tradisce e la fornitissima carta (oltre 200 bottiglie e 9 spine), che ospita una notevolissima scelta di birre belghe. Ma offre anche una buona selezione di prodotti locali e, fedele al motto “Drink local (craft) beers” di ogni beer hunter che si rispetti, assaggio Pandora (Pale Ale) e High Hops (IPA) del locale birrificio Maximus, entrambe senza infamia e senza lode.

La terza e ultima tappa è un autentico gioiellino: il De Rat (sito web). Il nome deriva dal poco simpatico ritrovamento fatto, nel lontano 1978, dall’attuale proprietario, che dopo aver acquistato i locali scoprì una carcassa di ratto perfettamente conservata. Forse per evitare di dare un seguito a questo genere di ritrovamenti (piuttosto comuni a dire il vero nei Paesi Bassi), il locale è popolato da due simpaticissimi micioni. Gli spazi sono contenuti ma molto accoglienti, con arredamenti in legno – un classico per questa parte di Europa. La scelta di birra è eccezionale, con tanti produttori di nicchia, olandesi e belgi, numerose Geuze e una buona scelta di birre straniere. Qui gli assaggi sono stati una non Egyptian Ale (Red Ale) del birrificio De Leckere e la Black Emperor (Imperial Schwarz) collaborazione fra lo stesso De Leckere e il birrificio Duits & Lauret, situato poco fuori Utrecht.

Il tour è proseguito il giorno successivo con varie tappe nel Flevoland. Si tratta di una regione che è stata letteralmente strappata dal mare grazie alla costruzione di dighe e al prosciugamento del bacino acquatico che la occupava quasi interamente. A splendidi paesaggi e graziosi villaggi non corrisponde però un’eguale offerta dal punto di vista birrario. L’unico luogo di interesse da segnalare, sulla strada che mi ha portato a Groningen, l’ho trovato nella graziosa città di Zwolle. Zwolle, pur non essendo una città di mare, faceva parte della Lega Anseatica grazie ai suoi eccellenti collegamenti fluviali (è circondata da ben 3 fiumi). Vale una breve sosta per una passeggiata e per rinfrescarsi al Café de Gezelligheid (sito web). Situato in pieno centro, è un locale a due piani fornito di un’ampia terrazza. Accanto alle banali scelte “industriali”, propone una buona carta con birre artigianali olandesi e belghe. Gli assaggi in loco sono stati una De Martin (Saison) e una Praedicare (Blond) del birrificio Axes Castellum, situato in una vecchia abbazia a Zwolle.

Decisamente più ricca e interessante l’esperienza a Groningen. Conosciuta in italiano come Groninga, Groningen è una graziosissima città universitaria nel Nord dell’Olanda, non lontana dal confine con la Germania. È una città dal ricco passato, essendo stata un importante membro della Lega Anseatica. Oggi conta più di 200.000 abitanti con una età media di 36,4 anni, che la rende la città più giovane dei Paesi Bassi.

Ogni beer hunter che si rispetti a Groningen si mette alla ricerca delle iconiche birre del birrificio Vandenbroek (sito web), che rappresentano una delle dimostrazioni più interessanti di come si possano trovare eccellenti produzioni a fermentazione spontanea anche al di fuori della celebre regione del del Pajottenland. La storia del birrificio è molto particolare. Il birraio Toon inizia la propria esperienza nei primi anni ’70 presso il birrificio De Kroon, nei pressi di Eindhoven. Negli anni si appassiona allo straordinario mondo del Lambic, ma l’apertura di un suo birrificio avviene solo nel 2014, dopo anni di homebrewing, nello sperduto villaggio di Midwolde a una decina di kilometri da Groningen. Le birre prodotte, pur essendo molto simili alle tradizionali Geuze, per ragioni di protezione del marchio si chiamano Watergeus.

È inutile che proviate a recarvi direttamente al birrificio (io l’ho fatto), perché, oltre a essere dislocato in aperta campagna, non è aperto al pubblico. A Groningen città ci sono però ben due locali dove è possibile degustarle. Il primo è il Mout (sito web), situato in pieno centro, che è dotato anche di un piccolo beer shop e di una lista di birre di tutto rispetto con una sessantina di birrifici olandesi. L’altro è il Koffer (sito web), situato in un quartiere residenziale a 15 minuti a piedi dal centro storico. Qui oltre ad alcuni prodotti di Vandenbroek troverete un’impressionante lista di 330 birre con una ricchissima sezione dedicata alle fermentazioni spontanee da tutto il mondo. Chiacchierando con la proprietaria vengo a scoprire che birraio e famiglia di Vandenbroek stanno programmando di trasferirsi in Spagna. Sarà interessante vedere se la produzione continuerà e soprattutto come.

Un altro posto interessante che segnalo a Groningen è il birrificio Martinus (sito web), situato a sud-est del centro storico vicino al canale che lo delimita. Impianti a vista e tap room molto rustica. Interessante la loro Peerds (Ipa). Questo breve tour nei Paesi Bassi mi hanno mostrato un movimento delle craft beer molto in salute e in notevole crescita. Nelle zone visitate il livello medio è buono ma non eccelso, ma ci sono birrifici molto interessanti come Kromme Haring e Wandenbroek. Alla prossima!

L'autore: Niccolo' Querci

Bergamasco di nascita. Vive a Bruxelles dal 2011 dove si occupa di fondi europei. Ha ottenuto la qualifica di Beer Sommelier presso la Beer Academy di Londra, ha scritto una guida birraria su Bruxelles ed è membro della British Guild of Beer Writers. Ama girovagare per il Belgio e per l'Europa per scoprire nuovi birrifici e nuove birre. Ha una predilezione per le Saison e una venerazione per la birra trappista Orval.

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