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Cronaca di una personale due giorni nella Toscana birraria

Foto di gruppo al Brùton: da sinistra Margherita, Iacopo, io e Andrea

Tra le regioni italiane che negli ultimi anni hanno mostrato il maggior fermento birrario è impossibile non citare la Toscana, terra tradizionalmente legata al vino ma che si può considerare tra le più importanti per numero e qualità di birrifici. Data anche la vicinanza con Roma, è una regione che conosco abbastanza bene dal punto di vista brassicolo, tuttavia nello scorso fine settimana ci sono tornato per approfondire le mie conoscenze dell’area tra Pisa, Lucca e Livorno. Venerdì ho fatto visita al birrificio Brùton e sabato al Piccolo Birrificio Clandestino, infilando nel mezzo una serie di soste in locali e mete da non perdere, non necessariamente legati alla birra. Compagni e ciceroni del mio viaggio sono stati Margherita e Nicola di In Fermento – il festival di cui abbiamo parlato anche in passato – che chiaramente ringrazio sin da adesso.

Prima tappa del mio tour è stato il già citato birrificio Brùton, che può essere considerato uno dei marchi storici della Toscana birraria. L’anno di fondazione risale al 2006 – neanche un decennio, ma secoli per il movimento italiano – tale da collocarlo tra i primissimi esponenti della seconda ondata di birrifici nella regione, per capirci quelli che seguirono i primissimi pionieri della zona. Personalmente mi sento legato a Brùton perché quando organizzai Birromania fu il birrificio più giovane tra i presenti: aveva aperto da pochi mesi e le birre portate da Iacopo e Allo ancora non avevano nomi definitivi. Tuttavia il loro livello era già molto alto e il Brùton risultò tra i produttori più interessanti della manifestazione.

Qui chiacchiero con Iacopo (a sinistra), in fondo Andrea è al lavoro

Il birrificio si trova a San Cassiano di Moriano, in provincia di Lucca, in un edificio situato lungo la strada provinciale che ospita anche un ristorante (sempre dell’azienda, ma non gestito direttamente). Inizialmente la produzione fu avviata proprio per essere destinata alle spine del ristorante e del pub (oggi non più presente), ma il boom avvenne quando si iniziò a imbottigliare e vendere il prodotto in tutta Italia. Oggi gran parte degli ettolitri prodotti annualmente (circa 2.000) finisce in bottiglia. L’anima del Brùton è incarnata da Iacopo Lenci, fondatore con le idee molto chiare, mentre la produzione è seguita da Andrea Riccio.

Parlando del più e del meno ho avuto modo di riprovare la Eva, la Pils che fu presentata allo scorso Villaggio della Birra e che ottenne molti riscontri positivi (compreso il mio). La ricetta è stata leggermente modificata affinché la parte maltata fosse in grado di bilanciare ulteriormente la netta secchezza finale: a mio gusto le variazioni sono davvero minime e la Eva rimane una Pils stellare, che merita di entrare di diritto tra le migliori interpretazioni italiane dello stile. Durante il pranzo ho invece riassaggiato un’ottima Lilith, Pale Ale di stampa americano con un bel profilo luppolato in evidenza. A Roma ho invece riportato un esemplare della prossima birra dell’azienda, che sicuramente sarà svelata a breve attraverso i relativi social network. Quindi occhio alle novità!

Dopo la piacevole permanenza da Brùton ci siamo spostati a Pisa, dove sono stato portato in giro per le migliori tappe gastrobirrarie della città. Per l’aperitivo abbiamo scelto In Vino Veritas, piccolo locale del centro con fantastici formaggi, salumi, vino e ovviamente birra artigianale. Il gestore si chiama Corrado ed è l’anima del posto, uno di quei publican che ti fa apprezzare una chiacchierata al bancone più di qualsiasi altra cosa. È stato uno dei primi a puntare sulla birra nel centro di Pisa, anticipando un trend che negli ultimi due o tre anni è esploso in modo incredibile: oggi trovare i prodotti dei microbirrifici nella città della torre pendente non è affatto difficile e l’interesse continua a crescere in modo costante.

Foto di gruppo all'Orzo Bruno

Dopo una cena a suon di cecina da Il Montino ci siamo spostati all’Orzo Bruno, il locale del Birrificio Artigiano. L’azienda è tra le primissime in Toscana a essersi lanciata nella produzione brassicola (2003) e anche per questo si spiega il successo del pub, preso praticamente d’assalto da tantissimi clienti. Trovare un tavolo vuoto è stata un’impresa, ma il fermento che si respira in un luogo del genere ti ripaga pienamente dell’attesa. C’erano decine di persone a bere birra anche fuori dal locale, nonostante la temperatura fosse prossima allo zero.

Abbiamo fatto un bel giro di assaggi, provando tutte le birre presenti (alcune molto gradevoli, altre un po’ meno). È una serata molto gradevole, valorizzata anche dalla presenza di Rosa Gravina (birraia dell’Artigiano) e dell’amico Simone Cantoni (che ha portato un paio di Thornbridge da degustare insieme). Poi siamo andati tutti a dormire, non prima di stapparci una Fantome Chocolate a un altro pub della città, il Brewmaster.

Sabato il nostro programma prevedeva una visita al Piccolo Birrificio Clandestino di Livorno, che al contrario dei due citati precedentemente ha aperto i battenti solo in tempi recenti (2010). Dopo un lauto pranzo presso la mitica Barrocciaia (dove ci ha raggiunti Luca Pierotti) ci siamo così diretti verso l’impianto di produzione, dove ad attenderci c’era Pierluigi Chiosi in compagnia di Emilio Bellatalla (Slow Food). Siamo stati invitati a prendere posto nella saletta di degustazione del birrificio, dove abbiamo provato praticamente tutte le produzioni della casa. Per me è stata un’esperienza molto interessante perché avevo sempre sentito parlar bene del PBC ma non avevo mai avuto occasione di assaggiare granché.

La degustazione al PBC

Evito di scendere nei dettagli di ogni birra, ma in generale la gamma del PBC mi è piaciuta davvero molto, sia per il livello qualitativo di molte birre, sia per la filosofia produttiva che le contraddistingue. L’idea guida è di realizzare prodotti che siano facili da bere, senza tuttavia snaturare le qualità di stili meno immediati e valorizzando quelli meno diffusi. La Rondeman ad esempio è una Bitter autentica come poche altre in Italia, con uno splendido equilibrio e un tenore alcolico corretto (3,8%). La Rotonda è una birra al farro godibile e speziata, complessa ma che va giù con facilità. La Villa Serena è la classica bionda da battaglia, ma tutt’altro che banale, mentre la Santa Giulia un’American Brown Ale originale e lontana dalle mode del momento. Piacevolissime anche la Ri’appala (American IPA), la Cinque e Cinque (Belgian Ale) e la Montinera (Imperial Stout), mentre forse la mia preferita in assoluto è stata La Fortezza, un Barley Wine appagante e meraviglioso (ne esiste anche una versione passata sei mesi in legno, la Vecchia Fortezza).

Conclusa la degustazione ho preso il mio Frecciabianca verso Roma e mi sono lasciato portare fino a casa. È stata una due giorni bellissima e piena di belle scoperte, per la quale ringrazio tutte le persone che mi hanno accolto e guidato in questo rapido tour. La Toscana rimane una regione davvero affascinante, anche per la birra artigianale!

Conoscete i posti che ho visitato? Cosa ne pensate?

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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9 Commenti

  1. Salirò il 4 febbraio a Pisa, mi sa proprio che seguirò le tue tappe 😉

  2. Sono della zona e conosco tutti e tre i locali. Brùton è quello che preferisco, ed il ristorante non è male. Gaetano, se avrai occasione anch’io te li consiglio.

  3. L’Orzo Bruno è davvero un locale magico; le birre sarà vero non sono sempre in formissima, ma si difendono; io amo moltissimo Martesana e IPA, ma pure la stout non mi è sembrata male. Se raggiungessero una buona costanza sarebbero davvero perfetti: comunque sono grandi, hanno creato una cosa fantastica.

    “In Vino Veritas” invece è incostante come lui solo..che avete bevuto lì? Una volta aveva il Forte, le ultime capatine che ho fatto, invece, ho avuto difficoltà a reperire qualcosa di potabile.

    Altri tre indirizzi non male in città sono “La Loggia” (in piazza Vittorio Emanuele, con le birre di Amiata), “Cecco Rivolta” (piazza Vettovaglie, vari micro italiani) e la paninoteca “Il Mediceo” che ogni tanto ha anche micro alla spina (a.e. Petrognola).

    Su Brùton e PBC direi che sottoscrivo; il primo è sempre una bella conferma, ma condivido anche l’entusiasmo per i ragazzi labronici, anche se La Fortezza mi manca ancora.

    • p.s. è bellino anche il locale del PBC, in centro a Livorno. Ricordo che si mangia anche piuttosto bene (pub grub sostanzioso, con piatti unici e focaccine con le trebbie ecc)

    • Da In Vino Veritas ho bevuto… vino! Non potevo esimermi di dare voce anche al mio lato oscuro, soprattutto in Toscana 😛
      Ah ho anche bevuto altro, ma meglio soprassedere (non per colpa di Corrado, sia chiaro)

  4. La Pils di Bruton è buona davvero… ma la sigaretta accesa in cantina…

  5. Ma va che bella compagnia!

  6. Conosco sia Bruton (presenti al Lucca Comics attraverso il De Cervesia con la Lilith e Momus e bevuta in bottiglia la Stoner),che il Birrificio Artigiano (nelle mie capatine a Pisa un salto ci va fatto) e conosco abbastanza bene il PBC (vivo nella strada parallela,che sfortuna 🙂 ) e sono la conferma che il movimento della Birra Artigianale in Toscana è super in forma.
    Per campanilismo labronico,ma SOPRATUTTO per la qualità birraria credo che il PBC abbia qualcosa in più di Bruton,che comunque è un super Birrificio. Birrificio Artigiano un gradino sotto,ma essendo situato in una città universitaria svolge un grande lavoro di avvicinamento all’Artigianale anche agli “ignoranti” in materia 🙂
    Cheers!

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