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E se Super Mario fosse stato un birraio?

Una schermata di Beer Tycoon
Una schermata di Beer Tycoon

Visto che spesso dedico il venerdì a post più leggeri del solito, oggi ci occupiamo dello stranissimo incontro tra birra e videogiochi. Cosa hanno in comune questi due argomenti? Apparentemente davvero poco (anche se qualcuno non è d’accordo). Non è un caso infatti che le conseguenze di questo strano incontro spesso si rivelano in tutta la loro stravaganza. Ne è un esempio Arkeg Cabinet, definito dal sito Coolest Gadget come la più grande combinazione tra gadget della storia. Se oltre che di birra artigianale siete appassionati di vecchi videogiochi, non potrete che essere d’accordo con questa conclusione…

Arkeg Cabinet, bello eh?
Arkeg Cabinet, bello eh?

Avete presente i cabinati delle sale giochi, quelli davanti ai quali molti di voi avranno passato la giovinezza giocando qualche titolo classico o guardando gli altri come si sfidavano a Street Fighter II? Ebbene qualcuno ha avuto la fantastica idea di ricreare uno di quei cabinati, ma aggiungendo un piccolissimo particolare: aprendo lo sportello del pannello frontale non ci si ritrova davanti a un groviglio di cavi e schede, bensì a uno spazio in cui è alloggiato un bel fusto di birra con relativo impiantino di spillatura.

Con un solo prodotto sarà quindi possibile rigiocare alle pietre miliari del passato – nel cabinato sono già precaricati titoli come Mortal Kombat, Asteroids, Centipede, Marble Madness – e nel frattempo sorseggiare la propria birra preferita, spillata direttamente dal rubinetto presente al lato del cabinato. Inoltre grazie a un collegamento a Internet è anche possibile cimentarsi con videogiochi on-line. Solo una domanda: come riuscire a bere anche solo un sorso di birra durante una frenetica sessione a Mortal Kombat? Per tutti gli amanti degli accessori inutili, Arkeg Cabinet è in vendita al ridicolo prezzo di 3.999 dollari. Cominciate a racimolare i soldini…

Se Arkeg Cabinet vi sembra eccentrico, aspettate di sapere cosa si sono inventati in Germania. Correttamente definibile come il videogioco da orinatoio, Piss Screen si propone come alternativa straordinariamente originale alla prevenzione degli incidenti stradali legati all’abuso di alcool. L’argomento è molto serio e incredibilmente lo è anche questo prodotto, che consiste in un videogioco da installare nei bagni pubblici e controllato attraverso l’urina. Eh sì, avete letto bene. L’agenzia che ha creato questa invenzione, la blasonata Saatchi & Saatchi, ha cercato così di trovare un modo per convincere i clienti di pub e locali a sottoporsi a un test alcolico sui generis. Il video è più chiaro di mille spiegazioni:

Chi si reca in bagno si trova quindi di fronte allo schermo di questo gioco di guida, con la fantastica scritta “Piss to start” (probabile che sostituisca nell’immaginario collettivo la famosa “Press play on tape”). Se si commette un errore, il software invita a riflettere sul proprio stato consigliando un numero telefonico di assistenza. Nonostante l’idea bizzarra, se non sbaglio alcuni locali avevano iniziato ad installare Piss Screen, finché le autorità tedesche non hanno deciso di metterlo al bando per presumibili ragioni di pudore pubblico.

Ancora Beer Tycoon...
Ancora Beer Tycoon...

L’incontro più ordinario tra birra e videogiochi è invece rappresentato da un titolo che uscì un paio di anni fa per pc. Il nome è Beer Tycoon e mette il giocatore nei panni di un imprenditore del settore brassicolo. Si tratta di un gioco gestionale e gli elementi sono perfetti per mandare in visibilio tutti gli appassionati: si inizia cercando un lotto adeguato per il proprio microbirrificio, si acquista l’impianto di produzione, si individua lo spazio di stoccaggio, si costruisce lo spaccio del birrificio e così via, fino a creare le proprie ricette e le proprie birre. Lo scopo è diventare il leader del mercato adottando le giuste strategie aziendali. Tutto molto bello, peccato che la realizzazione tecnica risultò talmente approssimativa da rendere il titolo praticamente ingiocabile. Quanta delusione!

Concludendo questa particolare rassegna, tolgo una curiosità che forse non tutti conoscono. Esiste una birra artigianale che è espressamente dedicata a un videogioco simbolo degli anni ’80. Ecco qualche indizio: è una birra piuttosto conosciuta, che ha fatto (e fa tuttora) parlare molto di sè e che è prodotta da un ottimo birrificio scozzese. Si tratta della Tokyo di Brewdog, che molti conosceranno per il suo alto tenore alcolico (e le polemiche che ha scatenato). Un dettaglio che invece è passato in secondo piano è nascosto nell’origine del suo nome, come spiegato sul sito ufficiale:

E’ una birra ispirata al videogioco Space Invaders giocato negli anni ’80 nella capitale Giapponese. L’ironia dell’esistenzialismo, la parodia dell’essere e le contraddizioni intrinseche del post-modernismo sono così delicatamente riassunte dall’azione squadrata e “pixellosa” del gioco, riprodotta in modo meticoloso nei contenuti di queste bottiglie.

Voi avete in mente qualche altro esempio di incontro tra birra e videogiochi?

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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3 Commenti

  1. Tapper! ma parliamo di archeologia videoludica

  2. Grande Tyrser! Tapper su Commodore 64…quanti boccali rotti!! :-))) che tempi..

  3. ahimè ci ho giocato anch’io!
    solo che avevo rimosso il nome

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