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Athenaeum: alla scoperta dei segreti di Baladin

Ieri sera ho avuto la fortuna di partecipare a una serata di cultura birraria organizzata dall’associazione Athenaeum, incentrata su uno dei pionieri della birra artigianale in Italia: Teo Musso del Baladin. Ho scritto “serata di cultura birraria” e non “di degustazione” per un motivo ben preciso: l’incontro è stato impostato in maniera molto particolare, tralasciando di entrare nei dettagli dell’analisi organolettica di ogni birra, per lasciare invece più spazio alle parole di Teo, che ha ripercorso la storia del suo birrificio e ha raccontato le sensazioni e le idee che lo hanno portato a realizzare ognuna delle sue creazioni.

Assistito dall’ottimo Enrico Pozza, Teo Musso ha iniziato riportandoci indietro di qualche primavera, agli albori della birra artigianale in Italia. Si tratta di poco più di una decina d’anni, ma, per il nostro movimento così giovane, è come se fossero passate intere ere geologiche. L’avventura del birrificio Baladin è iniziata in un’epoca in cui non esisteva neanche il concetto di “birra artigianale” e dove un progetto simile si sarebbe indubbiamente scontrato con i pregiudizi e le attese della clientela. Cosa che inevitabilmente è accaduta, ma che Teo è riuscito a superare grazie al suo genio e a idee ben precise: da subito egli aveva in mente di realizzare un prodotto di un certo tipo, lontano dagli stereotipi della grande industria, per proporre una bevenda con connotazioni del tutto nuove, capace di accompagnare i piatti della cucina nazionale e di trovare nei ristoranti la sua “casa” ideale.

In un periodo in cui era difficile o quasi impossibile proporre birra autoprodotta, l’abilità di Teo è stata di connotare il prodotto in modo innovativo. Da qui l’attenzione al “packaging”, la decisione di esaltare determinate caratteristiche, l’ossessione nello sperimentare e cercare nuove strade. Elementi che oggi appaiono comuni a tanti birrifici in Italia, col dubbio se si tratti di scelte aziendali ben precise o semplicemente del modo più facile di immettere sul mercato i propri prodotti.

Durante questo excursus abbiamo iniziato ad assaggiare le 6 birre in programma (Wayan, Nora, Noel, Elixir, Super Riserva e Xyaouyu), senza particolari indicazioni, se non il racconto di Teo delle sensazioni ricercate in ogni produzione e dell’idea di partenza per ognuna di esse. Ne è emersa la figura di un birraio geniale, capace magari di farsi rapire da una percezione e di inseguirla in maniera quasi ossessiva, pur di riuscire a realizzare una birra con determinate qualità.

Ovviamente non sono mancati riferimenti tecnici di produzione, in particolare per le ultime birre, decisamente più particolari e capaci probabilmente di intrigare in maniera maggiore un pubblico quasi esclusivamente proveniente dal mondo del vino. Non sono mancati aneddoti divertenti e giudizi sullo stato del movimento, che hanno contribuito a rendere magico questo viaggio nei frutti della creatività di uno dei maggiori geni dell’arte brassicola italiana. E per concludere non è mancata qualche notizia sulla nuova creatura di Teo, che vedrà la luce il prossimo febbraio e che promette di essere rivoluzionaria come le sue sorelle maggiori.

Questa sera l’associazione Athenaeum terrà l’ultima lezione dedicata alla birra, con una cena ideata proprio per l’occasione. Ringrazio Rossella Gargiulo (anche per le foto!) ed Enrico Pozza per l’opportunità offertami, oltre al resto dell’associazione per l’ottima riuscita dell’evento, curato nei minimi dettagli.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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