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Birra e gastronomia: da Ferran Adria al Milano Food Week

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La Estrella Damm Inedit in tutto il suo splendore

Ci mancava solo la birra di Ferran Adria… seguendo la moda del momento, anche uno degli chef più “chiacchierati” al mondo ha deciso di legare il suo nome a un nuovo prodotto brassicolo: la Estrella Damm Inedit, una versione deluxe di uno dei marchi birrari più diffusi in Spagna. Dopo il lancio in Italia dell’inquietante Moretti Grand Cru, nata per i 150 anni della Birra Moretti e associata allo chef Massimo Bottura, anche il suo famoso collega spagnolo ha deciso di cavalcare il fenomeno del momento.

Leggo sul blog Fast Forward che la Inedit è – con incredibile originalità – presentata come una “birra che vuol essere un vino”, insomma l’anello di congiunzione tra le due bevande. Gli ingredienti di base sono quelli che tutti conosciamo, ma in più gode della possibilità di evolvere nel tempo (che fine innovazione!) e – udite udite – deve essere versata riempendo a metà il calice per essere gustata appieno, proprio come il buon vino! Che spettacolo!

E sul sito internet della Estrella Damm (marchio del gruppo Damm, che produce una serie di birracce industriali) il divertimento continua:

Inedit è la prima birra creata appositamente per accompagnare il cibo. E’ nata dalla convinzione che ci fosse bisogno di una birra che potesse essere comparata col massimo rispetto alla cucina di alto livello. E’ il suo obiettivo e la sua virtù ed è ciò che rende Inedit differente, speciale e unica.

E’ evidente come nella parte di Europa con le maggiori tradizioni enogastronomiche, le multinazionali della birra stanno cercando nuovi spazi di crescita nel segmento di “qualità”. La porta per accedere a un contesto finora lasciato solo alla birra artigianale sembra essere la gastronomia di livello, spesso legando un nuovo prodotto a  qualche nome altisonante tra gli chef più gettonati. Tutto fumo e niente arrosto, perché stiamo pur sempre parlando di produzioni industriali e quindi provenienti da una strategia commerciale che per anni ha devastato il concetto di birra nel nome dell’omologazione, della contrazione dei costi produttivi e dell’incremento dei profitti.

In un contesto così poco edificante per il connubio tra gastronomia e birra, fortunatamente in questi giorni si sta tenendo nel capoluogo lombardo il Milano Food Week, una manifestazione ideata per promuovere le eccellenze del mercato food & beverage. I settori presi in considerazione sono quelli relativi a vino, olio, caffè, pane e – last but not least – birra.

Non si tratta di una fiera convenzionale, ma di un evento particolarmente dinamico, dove è previsto un temporary restaurant con alcuni piatti abbinati alle birre dei birrifici presenti: Lodigiano, Ambrosiano, Lariano, Amiata, Maspy e Maltus Faber. I visitatori potranno così degustare queste proposte culinarie, apprezzando anche la cucina dello chef Simone Rugiati, famoso per le sue collaborazioni con Rai Sat Gambero Rosso.

Punti di riferimento a livello organizzativo per la parte birraria è stato Gennaro Cerullo di Amiata. Lorenzo Dabove (Kuaska) giovedì condurrà un laboratorio di degustazione e parlerà del movimento birrario italiano. Sabato è prevista la presenza di Marco Bolasco (da oggi un ex del Gambero Rosso), un nome che è una sicura garanzia per la birra artigianale.

Il Milano Food Week è iniziato ieri e si protrarrà fino a domenica 14 giugno. Per tutte le informazioni sull’evento potete spulciare il sito ufficiale. Se non avete altri impegni provate a fare un salto: visto l’andazzo sembrerebbe uno degli ultimi bastioni contro la coalizione tra multinazionali della birra e chef acclamati.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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41 Commenti

  1. (Per chi c’era)
    Non vi sembra di rileggere le parole dette da Teo l’anno scorso a Piozzo?

  2. BOOOOOOOOM
    prepariamoci agli assalti frontali.. (non il gruppo purtroppo), stanno arrivando le prime cannonate.

    so solo che se nel mondo del vino, avessero proposto il tavernello gran cru, tutti gli addetti ai lavori gli avrebbero riso dietro:)

  3. Innovatori!
    Non avrei veramente mai pensato di poter *mangiare del cibo* accompagnandolo con una birra, sono costernata dall’acume e dalla lungimiranza di questa azienda che si distingue per attendibilità.
    Come li stimo.

  4. e ti sei perso Gordon Ramsey, novello homebrewer…

    http://www.movimentobirra.it/forum/forum_posts.asp?TID=671

    questi pensano che siano tutti proprio scemi… mi sbaglierò ma scherzano col fuoco…

  5. a me salta all’occhio piu’ questa della estrella: “Punti di riferimento a livello organizzativo per la parte birraria sono stati Lorenzo Dabove (Kuaska)”
    Beh possiamo dire che i birrifici presenti non brillano certo per qualita’? O quelli scarsi li ha scelti Amiata?

  6. Questi della Damm stanno talmente avanti,che non mi sorprenderei se avessero addirittura usato il malto per fare questa birra..Sò proprio matti..

  7. @SR
    me l’ero persa… 🙂

  8. @amarillo

    a parte Maspy più volte stroncato sul web da più nomi autorevoli non mi sembra che gli altri siano dei noti produttori di zozzerie… mi pare anzi che siano tutti dignitosi e che a parte un paio di outsider (peraltro molto apprezzati) si sia privilegiata la territorialità. non credo ci farò un salto ma a me fa piacere vedere in manifestazioni pubbliche qualche nome che non sia un mostro sacro, altrimenti come fanno a crescere?

  9. Senza considerare che la sovrapposizione con Pasturana avrà probabilmente limitato la scelta…

  10. Ma non critico i birrifici presenti, solo il fatto che quando a presenziare ci sono “i nomi autorevoli” ci sia tanta indulgenza. Vorrei vedere lo stesso volemose be’ piu’ spesso e non solo quando c’e’ di mezzo kuaska. Oramai siamo quasi alla leggenda che abbia doti taumaturgiche e trasformi la zozzeria in birra di qualita’.
    Ci sono quasi 300 micro in italia la scelta mi pare ampia comunque.

  11. @amarillo

    sai che non capisco cosa dici? se i birrifici sono dignitosi perché ti poni il problema che se le birre fanno poi schifo Kuaska non le criticherà? soprattutto: per dire che fanno schifo prima non bisognerebbe assaggiarle? mi sa che non ho capito…

  12. @amarillo
    Al di là della scelta dei birrifici, Kuaska a mio modo di vedere è sinonimo di garanzia in generale, perché se lui è presente (come altri nomi “autorevoli”), conoscendolo mi fido che la birra artigianale sarà tutelata. E parlo soprattutto a livello di comunicazione, perché solo giocando sulla poca dimestichezza della massa con i prodotti di qualità, si possono lanciare robbe tipo Moretti Grand Cru o Estrella Damm Inedit.

  13. moretti grand cru….grand q!

  14. Ho bvevuto la Moretti gran Crue, tuttosommato è bevibile ma lontana anni luce dal concetto di birra artigianale e sprattutto di qualità.
    ps. Credo che produttivamente costi più la bottiglia con tappo di sughero e gabbietta in stile spumante più l’etichettatura varia che il prodotto all’interno.
    Ma poi scusate, non sapevo che l’orzo fosse coltivato nelle vigne(cru)…bah?!!?

  15. Gennaro B.Amiata

    Visto che sono stato tirato in causa, volevo solo precisare che la scelta è stata sicuramente condizionata dal fatto che c’è Pasturana e moltissime feste in giro.Ho chiesto veramente a tutti di partecipare ma essendoci dei tempi ridottissimi molti non potevano.

  16. Non c’è sorpresa, c’è amarezza ma consapevolezza che prima o poi sarebbe accaduto. Tutti gli ultime news del Presidente su questo blog non fanno niente altro che mostrare i diversi aspetti di un mondo che sta cambiando e con il quale dovremo convivere negli anni a seguire. Era assolutamente prevedibile e scontato…PREVEDIBILE E SCONTATO!

    @SR: Stefano, purtroppo non ho l’impressione che loro giochino col fuoco, anzi, hanno ben chiaro come dar fuoco a tutto per far tabula rasa, tanto la resistenza è troppo debole…Anzi, esigua…

  17. @colonna

    io focalizzavo il caso specifico di Adrià e poi a ruota Ramsey e compagnia briscola. l’olimpo della gastronomia. chi si fa anni di attesa per un tavolo pronto a staccare 300 euro di conto (minimo minimo minimo… bevendo acqua del rubinetto) per me è qualcosa di più di uno che gratta i soldi giù dal muro e va in giro a fare lo spandim***a. può anche essere un minchione, ma di sicuro ha un interesse specifico, si informa, legge, ci tiene. così come qualche critico non allineato a colpi di stecche in giro lo si trova ancora, magari pure in cerca dell’articolo-sensazione per dare una spinta alla propria carriera. sei una star sotto tutti i riflettori e ti esponi a diverse fonti di critica, con strumenti diversi. non puoi permetterti un abisso fra piatti proposti e bevande abbinate. per me a servire Estrella Damm come se fosse nettare degli dei rischi grosso… tanto quanto spacciare una birra fatta nel garage e buttata in una botte come un colpo di genio delle tue mani fatate… soprattutto perché al mondo ci sono birre reperibilissime, stramegabuone e che per giunta costano due soldi. volendo uno di questi cheffoni potrebbe farsi fare una cotta con 2 microgrammi aggiuntivi di ingrediente segreto dal Struise, Brewdog, Mikkeler, De Molen della situazione, farsi cambiare l’etichetta ed avere la birra esclusiva e soprattutto BUONA da proporre nel locale. ci farebbero un figurone. a esser poeti, se amassero davvero il proprio lavoro, si vestirebbero di umiltà e proporrebbero Saison Dupont e Arabier (magari a prezzi demenziali, ok) valorizzando il prodotto e l’abbinamento con le proprie creazioni. invece così secondo me si coprono solo di ridicolo rischiando di fare la figura dei fessi. è solo questione di tempo

    io dall’emulo italiano di Adrià ci sono stato… lasciamo stare le cagate stile Striscia la Notizia… ma un abbinamento discutibile con una birra poco interessante a prezzi stellari presentata con assoluta ignoranza del prodotto dal solito guru dell’uva l’ho visto passare sul mio tavolo… rispedito al mittente senza battere ciglio con ignominia… esperienza complessivamente deludente peraltro, ma sbagliando si impara…

    se scendiamo di un gradino e passiamo al buon ristorante o all’osteria pretenziosa ti devo dare ragione…

  18. D’accordissimo con te Stefano, a me faceva già ridere il grande ristorante nostrano che presentava birre artigianali senza capirne una sega…pensa che professionalità: gran menu, grandi vini trattati con competenza e “splendide” birre trattate con le fasi lunari (citazione d’obbligo per truffe da 30 euro a boccia). Nel caso di Estrella o Moretti la fatica di “fare cultura” viene azzerata con la presentazione di un prodotto il cui nome la gente conosce già, pensa al successo di una probabile Menabrea Gran Cru…meno spiegazioni e successo sicuro, tanto di birra puoi dire ciò che vuoi… C’è rabbia (tanta soprattutto da chi ha fatto sto lavoro diversamente), ma purtroppo è così, ne parleremo da Nino martedì o mercoledì sera!

  19. Ma voi siete convinti che Adrià e Bottura servono queste birre nei loro ristoranti?
    Allora lo stesso Adrià e Vissani servono queste patatine da aperitivo?
    http://trashfood.com/files/adria_chips_1.jpg
    http://farm3.static.flickr.com/2348/2090235359_d4805d13e7.jpg

    e Igles corelli? una bella dab cruda no?
    http://www.dabcruda.it/modelloStretto.asp?INSIDEID=1057&INSIDEMODULO=PAGINE&IDMENU=1123&PATHMENU=%7C
    E i sughi di Heinz Beck?
    e di esempi ce ne sono molti altri..

    Secondo voi creano queste birre, questi prodotti per poi servirli nei loro ristoranti?
    Bah solo pubblicità, solo soldi da sponsor.
    Se pagano bene anche io lo farei.

  20. e quali vantaggi avrebbero per la loro attività (e.g. l’alta ristorazione) mettendo la propria faccia sulel bottiglie di qualche birraccia? soldi nel breve, bruciarsi il nome nel lungo. e anche il nome ha un valore, io credo… anche perché non sei un calciatore testimonial della Nike…

    io so che da Bottura servono birre (non birraccie, birre dignitose) in abbinamento (ovviamente bottiglie da 2 euro all’ingrosso proposte con ricarichi inquietanti, ma vabbé) ma che in un posto del genere mi aspetterei molto, anzi MOLTO di più come presentazione, servizio, valorizzazione e abbinamento. il passo verso il farsi fare la birra esclusiva per il locale è breve e farà chic. magari io avrei evitato Moretti…

  21. Igles Corelli sono 2 anni che fa la pubblicità alla Dub cruda e non penso si sia bruciato qualcosa…

    Poi fare il testimonial nella giornata di presentazione è una cosa, farsi fare una birra da servire nel locale…un’altra.
    Se leggi sul sito delle estrella damm, c’è scritto che la vendono da corte ingles non a el bulli.

  22. in questo caso faccio tani auguri ad Igles e Ferran per un luminoso futuro

  23. Penso proprio che il loro futuro sia luminoso, sicuramente non devono preoccuparsi di una manciata di appassionati birrari.

  24. hai ragione, a parte una manciata di appassionati di birrari a questo mondo son tutti scemi

  25. non sono scemi, ma forse riescono a godersi la vita bevendosi una moretti (anche baffo d’oro) senza spaccare un capello in quattro.

    Quando hai iniziato a bere, non eri entusiasta di una guinness?di una leffe?di una grimbergen?
    Quindi se da Cracco ti danno una bloemenbier e non hai mai bevuto altro, forse ti fa impazzire.

  26. sono stato fortunato, son partito bene e non ne ero entusiasta… le bevevo. cmq non è il punto, ti potrei dire che (a parte che la bloemenbier pur essendo una mappazza non è una estrella…) il giorno in cui arrivi da cracco, se non sei uno sborone, le osse te le sei già fatte… e se sei uno sborone bevi petrus. la vita se la godrebbero cmq anche senza la moretti, anzi meglio, perché prestigio e coerenza hanno un valore non trascurabile se non hai la preoccupazione di tirare la fine del mese (anzi…) sempre che non abbiano intenzione di diversificare aprendo una catena di pizzerie… sospetto che mi viene visti i tempi che viviamo poiché, se il loro futuro fosse davvero radioso come dici, non credo avrebbero la tentazione di raschiare il fondo del barile rischiando di farsi ridere dietro (magari proprio da qualcuno che, ignaro, ci sta leggendo proprio ora)

    cmq non stiamo andando da nessuna parte e non mi va di impestare ulteriormente il blog del Turco, restiamo ognuno della propria idea. mi limito a qualche riflessione finale. il benestante che pasteggia a monfortino ma è a digiuno di birra ci arriverà da solo a capire che la estrella non è esattamente quello che ti aspetteresti nella carta di un tristellato? che impressione ne trarrà? e l’appassionato gourmet avido di recensioni e infoweb non si sentirà un po’ preso per i fondelli? ed il degustatore di vino, dopo la coppa di uno champagne del quale il sommelier gli ha detto anche quanti peli sotto le ascelle ha il produttore non ci resterà un po’ male a vedersi arrivare una lageraccia presentata in maniera sommaria? e il giovane che va in pizzeria o nella trattoria elegante il sabato sera e ordina la Monnezz Gran Cru lo farà per l’etichetta color oro o perché sul depliant c’è il più grande chef del mondo che manco ha mai sentito nominare? ne valeva davvero la pena? spero solo li abbiano foraggiati ben meglio di quanto mi immagino. a presto

  27. Ciao a tutti
    ringrazio Schigi che mi ha segnalato il thread
    vorrei fare chiarezza ovviamente

    qualche giorno fa mi ha chiamato Gennaro dell’Amiata
    per dirmi che lo aveva chiamato lo chef Simone Rugiati
    che va spesso in TV ma che io non conoscevo
    il quale per Milano Food Week (evento che non conoscevo)
    voleva avere uno spazio per le birre artigianali
    l’unica che conosceva era Amiata appunto
    e quindi ha chiesto a lui di organizzare il tutto

    dopodichè Gennaro (ansiosissimo) mi ha chiamato per dirmi
    se avessi potuto condurre la degustazione al giovedì
    (credo con abbinamenti a finger food dello chef)

    la data era scomoda per me
    (appena tornato da Milano per visita medica ai miei
    e in partenza domani per Pasturana)
    ma pur chiarendo subito che sarò pagato
    farò una toccata e fuga soprattutto per Gennaro
    il quale non è stato assistito a dovere
    lasciato senza direttive chiare

    io stesso ho saputo più ora leggendo l’annuncio su questo blog

    so che Gennaro ha inviato mail a tanti produttori
    ma nessuno o quasi si è degnato di rispondergli
    al che ha chiamato me in partenza per il Belgio
    per aiutarlo a trovare birrai

    al che gli ho dato i contatti per Maltus Faber e Bi-Du
    (Beppe poi gli avrebbe girato cell. di Orso Verde e Menaresta)

    il tempo stringeva e i birrai latitavano
    (c’è Pasturana a ridosso)
    in un successivo mail gli suggerivo di contattare Lariano e altri che non ricordo
    (non quelli però che vedo in lista ora)

    solo dopo per telefono Gennaro mi ha detto chi ci sarà
    quindi io NON ho scelto i birrifici come è stato erroneamente interpretato
    nè tantomeno sono il riferimento a livello roganizzativo
    cosa che invece sarò per Psturana assumendome le resposabilità

    quelli citati avranno uno spazio loro
    mentre Maltus Faber sarà presente solo alla degustazione
    ma sarà possibile acquistare bottiglie credo pure nei giorni successivi (credo)

    non capisco poi il perchè attaccare a priori birrifici che potranno migliorare
    sto seguendo Maspy ad esempio (che, ripeto, per questo evento NON ho scelto io)
    in privato Miriam ascolta i miei commenti a volte drastici tipo farsi uno stage da birraio sperimentato (Schigi ne è testimone oculare) e le birre piano piano si stanno aggiustando malgrado o forse grazie a Tyrser:-)

    la prima volta che assaggiai (non ancora etichettata) la Zinnebir
    io e Philippe Emmerechts la sputammo sul pavimento….
    ora mi sembra meglio o no?

    per quanto riguarda la birra Inedit….il commento sul sito Estrella
    si commenta da solo:-)

    per chiarezza

    Kuaska,
    che spera di poter intervenire in futuro su questo blog che mi piace
    per dare il mio contributo e imparare perchè per me i forum
    devono essere per prima cosa strumento di reciproco apprendimento

  28. Chiedo venia per il fatto di aver riportato erroneamente che Kuaska è il “punto di riferimento organizzativo” della parte birraria della manifestazione. Ho interpretato male una conversazione email con Gennaro, fraintendendo il ruolo di Lorenzo. Correggo subito.
    Grazie per i complimenti Kuaska, ci vediamo a Pasturana!

  29. Stefano, io sono d’accordo con te, ma purtroppo quelle birre avranno successso semplicemente perchè abbinate a un testimonial che fa presa (e fiducia) sulla gente. E’ una mossa intelligente (e normale per chi ha strutture di marketing attente) da parte di grossi marchi per entrare in un ramo del loro mercato in costante sviluppo…ma non abbastanza sviluppato per fare in modo che anche solo il 2% della gente che rappresenterà il loro target abbia coscienza che quella birra in realtà è una cagata.

    Ripeto che se qualche anno fa gli appassionati creavano anche mercato per la birra artigianale, ora ne rappresentano una minuscola parte, e (ripeto) chi ha avuto i mezzi per prevedere ora gode i frutti del lavoro di altri. RESISTENZA!

  30. Resistenza!
    Chi sei di questi?

    http://tinyurl.com/nz5azo

  31. Per le birre può essere una buona mossa visto il target (anche se non era il caso di tirare in ballo l’adrià della situazione, bastava la mela verde…), per i cuochi secondo me un po’ meno visto che la loro clientela è un target ben diverso ma chissà, i prossimi anni saranno interessanti. Alla peggio diventeremo dei vecchi nostalgici rompiballe

  32. Grande Schigi…potremmo esere io, Leo e Stefano Ricci da De Dolle il venerdì pomeriggio…verrebbero spiegate tante cose 😉

  33. Diventeremo??

  34. vabbé, per depurarmi da ‘sti discorsi fuffa e sfuggire ai brutti cheffi stasera sono stato alla sagra della cipolla rossa di breme… dico solo che una festa così paesana non la vedevo da 20 anni… musica da post-balera… lingua parlata dialetto lomellinese o viginone… cipolla con le acciughe e zuppone di cipolle… la meglio bevanda era un temibile bonardazzo dell’oltrepò… sabato a pasturana sembrerà di essere al salone del gusto… altro che el bulli…

    una delle responsabili della condotta slow food di vigevano mi diceva ieri “è bello che sia una sagra di paese, però potrebbero valorizzarla un pochino, chessò, una serata con un cuoco che presenta qualche piatto…”. vero. sarebbe una bella idea. ma meno male che non ci ha ancora pensato nessuno…

    siccome resto però pur sempre un sofistico rompiballe, adesso mi taglio una fetta di torta di cipolle di breme e una stille 2007 e brindo alla vostra…

    ps: chi non conosce la cipolla rossa di breme ed è rimasto fermo a quella di tropea… peggio per lui!

  35. @ricci
    come uccidere un thread interessante…
    Ah…ti puzza l’alito.

  36. Oddio… Il mio filone stava sbracando… Cmq ne ho prese 6 kg in uno dei miei famosi momenti di entusiasmo, puzzerà per un po’…

  37. Io ho provato ad inserire qualche birra nei ristoranti (belga) ma non è facile….
    In questo momento c’è molto interesse per la birra italiana, ma rimane la TOTALE mancanza di CULTURA della birra da parte dei ristoratori, per poter proporre un simile prodotto.
    Attualmente è più facile insrire una artigianale italiana ad un ristoratore della medesima regione, perchè legata al territorio….certo se ci infili la CASEULA, una birra lombarda sarà sicuramente legata al territorio 🙂
    Un discorso a parte possono essere le birre ad esempio di Riccardino con la Quarta Runa o la Seson di Apricale con il Cinotto di Savona.
    Il mio interesse era proporre birre di altissimo valore tipo la ALBV di Dupont, con i giusti abbinamenti, ma senza ricarichi da ladri…ci riproverò!!!

  38. @Schigi

    provo a riportare il thread in carreggiata. se ne parla qua:

    http://beervana.blogspot.com/2009/06/estrella-damm-inedit.html

    pare non sia una cosa dignitosa e nulla più, come era facile attendersi

    @luca

    pare che contrariamente a quanto afferma il sito sia in vendita anche presso il tristellato… CVD

    http://peperosso.libero.it/tag/xibeca/

  39. @ Kuaska:
    KUASKA dice: non capisco poi il perchè attaccare a priori birrifici che potranno migliorare sto seguendo Maspy ad esempio

    Ma quindi tu, Kuaska, ti sei identificato con il presentatore della trasmissione sulla birra BQTV?
    No, perchè ho seguito l’ultima puntata, mi sembra la nona, e come ospiti c’era proprio il povero birrificio Maspy! Hanno appunto parlato di una nuova birra che stanno producendo (che ho assaggiato e non è niente male) in seguito ai consigli dati dall’Associazione degustatori birra nella persona di Paolo Polli (il conduttore e credo presidente dell’associazione).
    Insomma stanno migliorando a quanto pare.
    Ma infine chi li segue?
    Tu o lui?
    Dalla trasmissione non sembra sia tu…
    Oppure sti Maspy son seguiti dal mondo… sarà per la bella signora?

  40. Stato a Barcelona, molti di loro già considerano la damm inedit la miglior birra del mondo. Io no l’ho mai assaggiata, ma non stento a credere che per loro sia così, data la monnezza che si bevono e che spacciano per birra da quelle parti.

  41. Sta di fatto che dopo aver comparato diverse illustri belghe e alcune ottime ( artigianali ) italiane tutte le volte che apriamo una INEDIT la differenza c’è e … si sente ! Tutt’altra struttura… con sensazioni differenti perchè “complesse”.
    Ora non mi è più possibile avvicinare ad un prodotto da “scaffale”.
    Beffa o no … la qualità si apprezza e ritengo che il prezzo potrebbe perfino essere più alto.

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