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Nuove birre da Porta Bruciata, Baladin, Crak, Mister B + Rattabrew e 32 Via dei Birrai

Se siete amanti delle New England IPA non vi sarà sfuggito a metà aprile il lancio della Halfway, la prima birra di Porta Bruciata ispirata alla tipologia della East Coast americana, ma reinterpretata con l’amaro deciso delle West Coast IPA. Come vi accennai all’epoca, la novità del birrificio lombardo rappresentava la creazione di debutto di una nuova gamma battezzata Lighthouse Series e ispirata, oltre che ai fari del Maine, proprio al sottostile tipico del New England. Negli scorsi giorni Porta Bruciata ha annunciato tre nuove produzioni della linea, che dunque risulta già piuttosto corposa. La Gull Cove (4,4%) è una Session IPA brassata con luppoli Amarillo e Simcoe, Bayswater (7%) è una DDH NEIPA realizzata con varietà Mosaic ed Ekuanot, Oak Point (7%) è infine una DDH NEIPA per la quale sono stati impiegati luppoli Ekuanot e Citra. Le prime bottiglie dovrebbero essere disponibili proprio in questi giorni, mentre per la presentazione ufficiale bisognerà attendere ancora un po’. Se siete amanti della tipologia, tenete d’occhio la linea Lighthouse Series.

Si chiama semplicemente Sud (4,5%) l’ultima creazione di Baladin (sito web), intesa come una birra tributo alle terre dell’Italia meridionale. Lo stile di riferimento è quello delle Witbier del Belgio, ma il birrificio preferisce definirla “Italiana Mediterranean Ale” perché la ricetta è stata pensata ispirandosi ai sapori e ai profumi del Sud. Alcuni ingredienti provengono infatti dalle regioni del Mezzogiorno: i cereali (orzo e frumento) sono coltivati in Basilicata e in Puglia, mentre gli agrumi utilizzati per l’aromatizzazione (limone, arancia, mandarino e bergamotto) provengono da Puglia, Calabria, Sicilia e Campania. Le altre materie prime sono “forestiere”: il coriandolo è di origine marchigiana, il luppolo piemontese, l’acqua propria delle Alpi Marittime e il lievito coltivato all’interno del birrificio di Piozzo (CN). Il risultato è una birra fresca e facile da bere, ma anche caratterizzata da una carattere deciso e definito. Maggiori informazioni sul sito di Baladin, che tra l’altro ha recentemente rivisto la grafica delle sue etichette con un’impostazione rétro davvero affascinante.

Torniamo a occuparci di tipologie generosamente luppolate con le ultime due novità annunciate da Crak (sito web). La Mundaka Sunshine (4,6%) è una versione alternativa della celebre Session IPA della casa, riveduta in chiave double dry hopping applicando una nuova tecnica sperimentale di aggiunta del luppolo. Protagoniste sono ovviamente le note fruttate, che richiamano con decisione il mandarino, il litchi, il lime e la papaya, evitando derive astringenti. La seconda novità si chiama invece Font Màgica (6,6%) ed è nata dalla collaborazione a distanza con il birrificio catalano Garage Beer. Si tratta di una DDH IPA che, al pari della Halfway citata in apertura, fonde la morbidezza tropicale delle New England IPA con l’amaro energico delle West Coast IPA: una tendenza che sembra si stia diffondendo velocemente tra i birrifici italiani e non solo. Maggiori informazioni sulle due birre sono disponibili sul sito di Crak.

Il fascino inossidabile del New England si ritrova anche nell’ultimo esperimento di Mister B (sito web), realizzato in collaborazione con il birrificio Rattabrew (sito web). In questo caso però il concetto è stato applicato alla ricetta di una Saison moderna e il risultato è la BOH 9 (6%), una produzione che unisce la morbidezza e l’amaro delicato delle NE IPA con il profilo aromatico tipico dello stile belga. Il luppolo utilizzato è il Loral e la birra si rivela secca ma anche insolitamente morbida, gentilmente amara e facilissima da bere. Interessante la commistione tra l’apporto aromatico di esteri e fenoli e il contributo fruttato e agrumato proveniente dal luppolo. Sulla carta l’incontro tra le due tipologie brassicole è assai intrigante, se volete verificarlo sul campo sappiate che la BOH 9 è regolarmente disponibile da qualche giorno.

E concludiamo con la nuova birra annunciata recentemente dallo storico birrificio 32 Via dei Birrai, azienda che non compare facilmente in queste nostre panoramiche – pensate che l’ultima creazione inedita risaliva a quattro anni fa. La novità si chiama Ambita (4,5%) ed è una produzione 100% Made in Italy perché realizzata esclusivamente con ingredienti provenienti dal nostro paese. L’orzo arriva infatti dall’entroterra veneziano, mentre il luppolo è coltivato sui colli asolani. In particolare quest’ultimo appartiene alla varietà Brewer’s Gold ed è il frutto di un progetto che è stato portato avanti negli ultimi anni con una cura maniacale, tanto che a detta del birrificio il risultato è per profumi e caratteristiche organolettiche superiore al Brewer’s Gold coltivato in altre zone d’Europa. Ambita è una birra chiara e molto bevibile, perfetta per l’imminente estate. Non è l’unica novità di 32 Via dei Birrai, poiché l’azienda veneta ha contestualmente lanciato il suo amaro alla birra, battezzato Ambedue e scaturito dalla collaborazione con Genziana Distillati di Crespano.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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