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Nuove birre da Birra dell’Eremo, MC-77, Ofelia, Lieviteria, War, Opperbacco e altri

La riscoperta delle Lager è un fenomeno che sta investendo il movimento mondiale della birra artigianale, pur con forza diversa da nazione a nazione. In Italia siamo messi molto bene da questo punto di vista, anche grazie all’interesse che si è sviluppato in questi anni attorno alle tipiche produzioni della Franconia. Molti birrifici italiani stanno cercando di replicare le sensazioni che sono in grado di regalare quelle birre – e le basse fermentazioni in generale – con una certa adesione alla cultura brassicola locale. L’ennesima conferma di questa tendenza arriva dall’ultima nata in casa Birra dell’Eremo (sito web), chiamata Piece of my Heart (4,9%) e appartenente alla linea Blind. È una Keller realizzata con un ceppo di lievito proveniente da un noto birrificio della Franconia e un mix di malti in grado di conferire note di panificato e cereale. La luppolatura invece si palesa con sfumature erbacee e una chiusura delicatamente amara, che rende la bevuta agile e immediata. Se siete amanti della tipologia, vale sicuramente l’assaggio.

A proposito di riproposizione in chiave tradizionale di antichi stili europei, il birrificio MC-77 ha recentemente annunciato la nuovissima Berliner Weisse, battezzata Ein Brett Vor Dem Kopf Haben (4,7%). Il complicatissimo nome corrisponde a un idiomatismo tedesco che può essere tradotto con “non guardare oltre il proprio naso” o “avere i paraocchi”. Ma il termine chiave è “Brett”, che per noi appassionati è un chiaro riferimento ai lieviti Brettanomyces. Con questo giro di parole i ragazzi di MC-77 intendono infatti sottolineare che la loro Berliner Weisse è prodotta guardando alle tecniche del passato: nessun kettle souring, ma una fermentazione ottenuta con Lactobacillus plantarum e rifermentata con Brettanomyces lambicus. L’apporto dei lieviti in rifermentazione diventa più avvertibile con il passare del tempo, dunque sarà interessante verificare l’evoluzione della birra di settimana in settimana. Più avanti sarà rilasciata anche la versione rifermentata con B. bruxellensis. È tema molto affascinante, che su Formazione Birra approfondiremo giovedì prossimo con la terza e ultima lezione del master sulle birre acide e selvagge.

La Berliner Weisse – perdonatemi se evito di riscrivere il nome – non è però l’unica novità del produttore marchigiano. Circa una settimana fa è stata infatti svelata la creazione che ci accompagnerà durante le prossime festività, brassata in collaborazione con il birrificio Ofelia (sito web). La new entry si chiama Pan di Zenzator (7,7%), tre parole che rivelano le caratteristiche della ricetta. L’idea infatti è di riproporre il gusto dei tipici biscotti di Natale con il ricorso a quattro spezie proprie della stagione: cannella, zenzero, noce moscata e chiodi di garofano. Il suffisso -ator dovrebbe poi suggerirvi lo stile di partenza, che è quello delle Doppelbock, basse fermentazioni relativamente alcoliche tipiche della cultura brassicola tedesca. La Pan di Zenzator è già disponibile sugli shop online di entrambi i birrifici.

Da una collaborazione italiana passiamo a una internazionale, sebbene sempre nel segno del tricolore. È infatti pronta la Cave’n’Castle (7,5%), la Foreing Export Stout prodotta da Brù Brewery in collaborazione con Lieviteria. Lieviteria, che molti di voi immagino conosceranno, è il birrificio pugliese guidato in sala cottura da Angelo Ruggiero, capace di mettersi in mostra in questi anni grazie alla voglia di riproporre antichi stili europei poco diffusi. Brù Brewery è invece un produttore irlandese il cui birraio è però italiano: si chiama Francesco Sottomano e personalmente ho il piacere di conoscerlo da quando ha cominciato a muovere i primi passi in questo settore. L’idea di Angelo e Francesco è stata di restituire dignità a un sottostile spesso dimenticato, perché “schiacciato” tra le classiche Stout e le Imperial Stout. La ricetta prevede solo malto Maris Otter irlandese, vari malti speciali e tostati e un tocco di avena, oltre a un ammostamento single step con infusione “all’inglese” per ottenere un mosto molto zuccherino e fermentato da lievito Nottingham. Se volete assaggiarla dovrete attendere il compleanno di Lieviteria di giovedì prossimo. A proposito del birrificio pugliese, segnalo che stasera a Roma si terrà un tap takeover presso Inofficina.

Continuiamo nel segno delle collaborazioni per presentare una bella iniziativa che vede protagonisti il lombardo War e l’abruzzese Opperbacco. I birrifici hanno infatti deciso di scambiarsi due loro creature, che sono state riprodotte l’una sull’impianto dell’altro: War ha replicato la 4×4 (7%), una West Coast IPA realizzata originariamente con luppoli Cascade, Citra, Simcoe, Idaho 7 e HBC472; Opperbacco ha invece fatto propria la Rage (7%), anch’essa una West Coast IPA che prevede una luppolatura con varietà Amarillo e Mosaic. Molto bello anche il progetto grafico, che prevede che il tema sia imitato nello stile visivo dell’altro birrificio. Ma quella con Opperbacco non è l’unica collaborazione di War, perché giusto ieri è stata svelata la Antipodi (6,2%), una Hazy IPA realizzata in partnership con il birrificio spagnolo Cierzo (sito web). Il nome si riferisce alla provenienza geografica delle quattro varietà di luppolo impiegate: Nalson Sauvin, Rakau, Motueka e Southern Cross.

E visto che siamo in tema di collaborazioni, manteniamo caldo l’argomento con la Bad Monks (9,1%), realizzata di recente da Birra 100Venti (sito web) insieme al birrificio Babylon (sito web). La novità si ispira allo stile delle Quadrupel, che inaspettatamente stiamo trovando con una certa frequenza nelle ultime panoramiche sulle nuove birre italiane. Inaspettatamente perché per molti anni è stata un tipologia abbastanza snobbata dai nostri birrifici, tranne qualche rara eccezione. Magari anche in questo caso c’è la voglia di riproporre uno stile molto legato alle tradizioni – è tipico della cultura brassicola dei monasteri trappisti – aspetto che è confermato dalla ricetta della Bad Monks: nessuna stramba personalizzazione, ma solo ingredienti convenzionali (i quattro base più lo zucchero) e un carattere caldo e avvolgente come richiesto dallo stile. Perfetta per le fredde giornate che stiamo vivendo.

Concludiamo questa lunga carrellata di novità con la Frida & Diego (4,7%) del giovane birrificio Birramante (sito web), attivo in provincia di Modena da novembre 2019 – sì, proprio prima dell’arrivo della pandemia. La ricetta parte da una Blonde Ale di stampo americano, ma prevede l’aggiunta di scorze di limone biologico che conferiscono aroma e bilanciano la bevuta in assenza di una presenza massiccia di luppolo.  Come tutte le birre di Birramante, anche questa è battezzata col nome di una celebre coppia di amanti: Frida Khalo e Diego Rivera.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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