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Le migliori birre del 2021 (secondo noi)

Nell’ultimo giorno dell’anno non poteva mancare la nostra consueta “classifica” redazionale: un elenco molto personale delle migliori bevute durante i passati dodici mesi. Ognuno dei collaboratori della testata è stato chiamato a indicare le 5 birre più memorabili del 2021, riportate in ordine sparso a parte la preferita in assoluto, per la quale è stata fornita una spiegazione. Come sempre ci siamo lasciati guidare non solo dal piacere dell’assaggio, ma anche dal contesto in cui esso è avvenuto: spesso la birra che ricordiamo più facilmente è quella legata a situazioni di appagamento generale. Mai come in passato troverete alcune birre citate da più collaboratori, spesso perché relative a quei pochi momenti passati insieme in un anno che non ha concesso molte occasioni di condivisione. Tra poche ore ci lasceremo alle spalle anche il 2021 con l’augurio che il 2022 sia ancora più clemente. Ricordiamoci come stavamo messi dodici mesi fa e speriamo di continuare a compiere ulteriori passi avanti nel superamento dell’emergenza sanitaria. Auguri a tutti!

Andrea Turco

  1. Dark Star Coffee Edition Barrel Aged 2019Fremont Brewing (USA)

Risale addirittura a inizio 2021 la mia migliore bevuta dell’anno. Una delle splendide incarnazioni del programma di affinamenti del birrificio Fremont, personalmente visitato in un viaggio con amici organizzato tre anni fa – ma che sembrano almeno dieci a causa di tutto quello che è successo nel frattempo. Ed è sempre insieme ad amici, ma questa volta diversi, che ho assaggiato questa straordinaria Imperial Oatmeal Stout con caffè maturata in botti di bourbon del Kentucky. Un inno alla condivisione in un anno in cui è stato ancora maledettamente difficile ritrovarsi a bere insieme allo stesso tavolo, che fosse quello di un pub, di un ristorante o semplicemente di una casa.

Alessandra Agrestini

  1. Saison del VillaggioBirrificio del Forte + Brasserie de Cazeau (Italia/Belgio)

Bevuta in occasione della festa per il decimo compleanno del Birrificio del Forte, in ottima compagnia, in totale relax, con il corredo di una piacevole brezza marina; una birra elegante e complessa, ma al tempo stesso agile ed estremamente dissetante, in virtù di un grande equilibrio impreziosito dai fiori di sambuco. Definitivamente entrata, dopo ripetuti assaggi negli anni, tra le “comfort beer”.

Francesco Antonelli

  1. KildaltonPork & Roll (Italia)

Questa Scottish Ale ideata da Valentino Roccia del Pork & Roll mi ha colpito in extremis in questo 2021, durante la cena di Natale della redazione. Stile bistrattato e poco conosciuto, le Scottish Ale vengono spesso confuse con le più muscolose Scotch Ale (dette anche Wee Heavy), di cui mantengono solamente l’improntata maltata. Se ne trovano pochissimi esempi in commercio, perfino in Scozia, dove più che altro sono di stampo industriale. Questa Kildanton, servita in cask con una schiuma che sembrava da carboazoto, mi ha colto di sorpresa: morbida, maltata, dolce ma non stucchevole. Ne ho bevute due di fila senza nemmeno rendermene conto. La terza non è arrivata solo perché era la cena di Natale della redazione e avevamo portato altro da assaggiare. Altrimenti avrei fatto serata con questa avvolgente Scottish Ale.

Andrea Bedini

  1. Grand Cuvée Fumée – Batzen Brau (Italia)

Le note di malto affumicato si legano perfettamente agli aromi del whiskey; scaldandosi questa birra esprime note complesse e armonizzate di vaniglia, frutta secca e legno. Insomma… “quasiwhiskey”!

Salvatore Cosenza

  1. Solo DivaRebel’s Brewery (Italia)

Tra le bevute più sorprendenti del 2021 vi è senza dubbio la Solo Diva di Rebel’s. Degustata direttamente “alla fonte”, durante una visita al birrificio in compagnia del direttore Andrea Turco, l’ho apprezzata nonostante solitamente prediliga birre più classiche. Le altre che ho inserito nella lista, non a caso, sono interpretazioni pedisseque di stili tradizionali, anche un po’ demodé. La Solo Diva si pone esattamente all’opposto: è una Pastry Fruit Sour Ipa prodotta con mango, vaniglia e cocco tostato. Il grist prevede percentuali di frumento e avena, mentre l’aggiunta di lattosio va a smorzare l’acidità. Sulla carta poteva sembrare un azzardo, ma l’assaggio convincerebbe anche i più scettici: divertente, insolita ma equilibrata e godibile. Infine, una curiosità: in questa mia personale Top 5, tre birre sono di realtà nate negli ultimi due anni. E questo fa ben sperare.

Alessandra Di Dio

  1. GinevraLeder (Italia)

In cima alla classifica delle mie bevute migliori dell’anno c’è questa Bohemian Pilsner del birrificio Leder, pulita, croccante e con una leggera nota speziata di Saaz, birra che è stata il perfetto accompagnamento a una vacanza nella splendida Valle di Ledro. Il luogo, d’altronde, è altamente suggestivo e il legame con la Boemia, oltre a essere a tratti ancora doloroso, è ancora lì pronto a emergere. Il birrificio Leder trasforma un segno del passato in un sogno birrario: una birra ottima, con un amaro affilato ma bilanciato, preciso, avvolto da un abbraccio maltato, carico e intenso. E non chiamatele, per favore, birre semplici.

Roberto Muzi

  1. GregoriusEngelstzell (Austria)

Non parliamo certamente di una birra alla moda. Ma la vita, come il mondo delle birre, è pieno di classici inossidabili: complesso del quale la trappista Gregorius fa certamente parte. Vanta una ricchezza aromatica e un’ampiezza gusto-olfattiva esagerate: miele di castagno, composta di prugne, fichi secchi, nocciole tostate, cacao, spezie scure (chiodo di garofano, pepe nero), sfumature ossidate e vinose. Sempre intensa, affascinante, consapevole.L’avevo naturalmente assaggiata diverse volte, ma il segreto delle grandi birre è proprio quello di sorprenderci ogni volta, poiché l’estrema ricchezza riesce a suggerirti ogni volta un elemento nuovo, mai colto. L’occasione di riassaggio capitò qualche mese fa al termine di una splendida cena-degustazione che ho avuto la fortuna di condurre, presso Arte della pasticceria (Ciampino, RM). Quando, assieme al dolciere-patron, Andrea Cicogna, decidemmo di abbinarla al suo strudel di mele. L’accostamento risultò di una bellezza incalcolabile, che cerca e trova il punto di dialogo nell’incontro tra la sensazione di vino di Porto la “dolcezza aromatica” del ripieno, mentre la bocca rimane estasiata da una fine percezione di mela ossidata e la nota burrosa della pasta frolla si manifesta come arricchita dalla polvere di cacao. Ecco penso esattamente a parole ed emozioni di questo tipo, e le rivivo mentre le scrivo, quando si dice che la buona bevuta è un momento, un ricordo, un graffio indelebile.

Pierluigi Nacci

  1. Medianoche Reserve 2021Weldwerks (USA)

Fiocchi di cacao amaro, vaniglia e cocco fresco che si susseguono al palato come le lancette scandiscono i secondi, con i detti sentori  che sia sul piano olfattivo che su quello palatale risultano del tutto naturali. Il tutto, impreziosito da una grande persistenza, un corpo adeguato, un tenore alcolico ben nascosto, e da un affinamento in botte di bourbon di 21 mesi che regala ulteriori sentori di vaniglia, toffee e tabacco.

Niccolò Querci

  1. ZiegenhairerKemker Kultuur (Germania)

Kemker Kultuur è stata l’ultima tappa al ritorno del mio epico viaggio on the road che dal Belgio mi ha portato in Franconia prima e in Repubblica Ceca poi. Riproduzione di una birra storica diffusa nel passato nella zona di Jena, questa Lichtenhairer, di colore dorato e con schiuma totalmente assente, abbina in maniera strepitosa l’acidità con l’affumicatura. Il bilanciamento è perfetto: l’affumicatura, moderata dalle note maltate, riempie il palato e viene poi sopraffatta a fine bevuta da un’acidità fresca.

Di seguito tutte le birre riassunte in una lista speciale di Beer Zone.

Maggiori informazioni su queste birre

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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