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Nuove birre da Barbaforte, Alder, War, La Piazza + Birrificio della Granda, PBC e Cascinazza

La panoramica di oggi sulle nuove birre italiane comincia dal Trentino, e più precisamente dal birrificio Barbaforte (sito web) di Folgaria (TN). L’azienda ha da poco compiuto una scelta importante, non dissimile da quella di altri produttori ma non per questo trascurabile: dopo alcuni anni di test, ha deciso di acquistare una inlattinatrice (modello Evolution di Wild Goose) e dunque puntare forte sul confezionamento in alluminio. Con l’occasione è cambiato il formato (da 44 a 33 cl) e la grafica (pittogrammi colorati rispetto a quelli in bianco e nero), ma soprattutto sono state rilasciate diverse birre inedite: Onda (4,6%), una Summer Ale senza glutine; Pea (5,4%), una White IPA con un 40% di frumento locale; Lancia (6%), una Imperial Pils senza glutine brassata con solo luppolo Saaz); Cristallo (4,7%) una Gose con sale di Cervia e scorze di bergamotto realizzata in collaborazione con il Birrificio Pejo (sito web). Ovviamente anche le precedenti birre confezionate in lattina (Aura, Koru, Doppio Scoop e Skaramantica) sono state assorbite nella nuova linea dedicata a questo contenitore.

Venerdì scorso il birrificio Alder (sito web) ha presentato ufficialmente la neonata Hernán (12,5%), la cui cotta si era tenuta addirittura tre mesi fa. Facile allora immaginare che si tratti di una birra piuttosto complessa: è infatti una Imperial Stout prodotta in double mash con una miscela di malti inglesi e tedeschi e l’impiego di circa il 25% di fiocchi d’avena, buccia di cacao e cacao in polvere. La sola produzione del mosto ha richiesto 17 ore, con una bollitura assai prolungata per ottenere una buona concentrazione prima dell’inizio della fermentazione. Ma non solo. Durante la maturazione in acciaio sono state aggiunte in infusione fave di cacao e baccelli di vaniglia Bourbon. Il risultato è quasi inutile descriverlo: una birra nera, densissima, quasi completamente piatta, dal corpo pieno, oleoso e vellutato. Si contraddistingue per note aromatiche intense di cacao e cioccolato e delicate sfumature di vaniglia.

Restiamo nei dintorni di Milano perché il birrificio War (sito web) è tornato ad annunciare novità dopo aver chiuso un periodo interlocutorio, che ha coinciso con il cambio del proprio head brewer. Il nuovo arrivato è Lorenzo Mascherini (ex Impavida, Canediguerra e Redchurch), che ha potuto subito mettersi alla prova con una one shot inedita: si chiama Frodo (5%) e appartiene allo stile delle New Zealand Pils, che il BJCP segnalò come stile “provvisorio” nel 2018. È un bassa fermentazione prodotta ovviamente con varietà di luppolo neozelandese, in particolare Motueka (in formato Cryo), facile da bere ma dal carattere tropicale decisamente intenso. Se volete assaggiarla dovrete aspettare il 9 ottobre, quando sarà disponibile presso la tap room di Casina de’ Pecchi, ma se la pazienza non è il vostro forte il prossimo weekend potrete recarvi allo stand di War presente a Eurhop 2023, dove sarà presentata in anteprima assoluta.

Da Milano ci spostiamo a Torino, dove una ventina di giorni fa il Birrificio La Piazza (sito web) ha presentato la sua nuova creazione in occasione del Bierfest Platz, la consueta festa di metà settembre che si tiene presso la splendida struttura de La Piazza dei Mestieri. La news entry si chiama Heron (4,5%) ed è una Rice Lager, cioè una bassa fermentazione prodotta con l’aggiunta di riso. Come forse saprete questo cereale è spesso utilizzato dall’industria come surrogato economico e di bassa lega del malto d’orzo, ma nel mondo della birra artigianale può acquistare una dignità ben diversa. Ed è proprio questo il caso, poiché il riso Carnaroli di altissima qualità è stato fornito dall’azienda Gli Aironi. Ma c’è anche un’altra collaborazione alla base della nascita della Heron: nel processo produttivo è stato infatti coinvolto il Birrificio della Granda (sito web), sempre attento alle sperimentazioni di un certo livello.

A proposito di sperimentazioni, se non andiamo errati il Piccolo Birrificio Clandestino (sito web) è stato il primo in Italia a confrontarsi con lo stile delle Cold IPA. Questa scelta pioneristica ha spinto il produttore toscano a proseguire nella sua strada, realizzando diverse variazioni sul tema. Così negli scorsi giorni è stata presentata la MICA 05 (6,9%) – il nome è un acronimo di Make IPA Clear Again – in cui protagoniste sono quattro varietà di luppolo americano tra le più usate in questo preciso momento storico: Citra, Chinook, Mosaic e Simcoe. Il grist è molto semplice e punta a esaltare il profilo aromatico derivante dal luppolo, in cui dominano toni tropicali, erbacei e balsamici (dank). Scorrevole e dissetante, chiude con un amaro deciso ma non preponderante, che invita subito a un altro sorso.

E chiudiamo la panoramica odierna con un salto in un monastero, quello cioè dei monaci benedettini di Cascinazza (sito web), nell’hinterland milanese. È una delle poche comunità religiose che produce birra in Italia e di recente ha annunciato una nuova creazione, che si aggiunge alle quattro già presenti nella gamma. Si chiama Cascinazza Blanche (5%) e chiaramente si ispira alle classiche birre di frumento del Belgio, paese in cui si sono formati i monaci che si occupano quotidianamente della produzione presso l’abbazia. La Cascinazza Blanche è una birra molto rinfrescante, grazie alle percezioni citriche derivanti dalla luppolatura e dall’infusione delle scorze d’arancia amara. Questa caratteristica si fonde perfettamente con la morbidezza dei cereali e con l’aroma delicatamente pungente del coriandolo. La carbonazione non eccessiva facilita la bevuta, complice anche una gradazione moderata e una chiusura dall’amaro equilibrato.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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2 Commenti

  1. Ciao Andrea, intanto ringrazio te e Alessandra per l’impegno che mettete nel fare i vari incontri con i vari birrifici, sempre mai scontati e sempre molto interessanti, per me l’importante è parlare di birra, oltre che berla…… ormai di richeste assurde ne ho già fatto….. , perché non fare il classico calendario dell’avvento (il birriavvento già super commercializzato) creato da cronache di birra? Tutte artigianali italiane scelte direttamente da te e dal tuo fantastico team, per dare anche un aiuto a tutti i fantastici birrifici del bel paese. Io lo prenoto……..
    Ciao
    Marco

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