Come anticipato ieri, prima della consueta pausa estiva dobbiamo smarcare alcune segnalazioni di nuove birre italiane. Dunque eccoci di nuovo qui per un ulteriore aggiornamento, che parte dal birrificio Baladin (sito web) di Piozzo (CN). Negli scorsi giorni il produttore piemontese ha presentato la Open 2024 (6%), nuova versione della birra collaborativa che a ogni edizione vede coinvolto il vincitore del Campionato italiano di homebrewing indetto da MoBI. Quest’anno ad aggiudicarsi il premio è stato Antonio Morelli, che ha proposto di brassare una birra al fieno partendo dalla base di un’American Pale Ale. La ricetta prevede esclusivamente materie prime nazionali e fieno ottenuto da erbe dell’area del piozzese: al naso emergono delicate note erbacee, di luppolo e miele millefiori; in bocca è distinguibile un tono mielato associato a un corpo leggero, che lascia una piacevole sensazione delicatamente erbacea. Sarà possibile assaggiare la Open 2024 in tutti i locali Open Baladin per i prossimi dodici mesi.
Nel frattempo a Roma i birrifici Rebel’s (sito web) e Ritual Lab (sito web) hanno prodotto una birra collaborativa molto interessante. Si chiama Old Days (4,8%) e, come il nome suggerisce, riporta alla memoria un’epoca passata (circa 12 anni fa) quando i ragazzi di Rebel’s e Giovanni Faenza di Ritual Lab, all’epoca semplici homebrewer, si dilettarono in qualche cotta insieme. Da questo incontro dai toni nostalgici è nata una Session IPA di stampo moderno, fermentata con il Pomona, un nuovo lievito di Lallemand. Si tratta di un ceppo ibrido, piuttosto tollerante agli stress e a suo agio con mosti molto luppolati, che favorisce le biotrasformazioni e la produzione di aromi fruttati (pesca, agrumi, frutta tropicale). A proposito di luppolo, sono state usate le varietà Mosaic in formato Incognito (estratto di luppolo concentrato) e Galaxy e Sabro in doppio dry hopping. Non resta che assaggiarla.
Da qualche anno i ragazzi del birrificio Chianti Brew Fighters (sito web) sembrano essersi appassionati agli Specialty Coffee e alle birre al caffè. Anche la loro ultima creazione, battezzata La Civetta (5%), rientra in questa tipologia, partendo dalla base di una Stout. Grazie al supporto di Pacamara Coffee Lab è stato selezionato il monorigine San Juan del Rio Coco del Nicaragua, che si contraddistingue per note di peperone verde, cioccolato e nocciola. Oltre al caffè, sono poi stati aggiunti peperoncini habanero, che regalano un’intrigante piccantezza, e zucchero muscovado, che fornisce gentili sfumature di liquirizia. Se vi piace il genere, sappiate che La Civetta è disponibile solo in fusto, quindi cercatela nei vostri locali di fiducia.
Torniamo a occuparci di collaborazioni italiane per introdurre la Sunday Vibez (5,8%), una New Zealand IPA prodotta di recente dal marchio Dank Brewing (sito web) insieme al birrificio milanese Zona Mosto (sito web). Protagonista della ricetta è chiaramente il luppolo, utilizzato nella varietà neozelandese Motueka, riconoscibile per le sue intense note di frutta tropicale e agrumi. La birra ovviamente scorre agile e veloce, prima di concludersi con un piacevole amaro che invita subito a un nuovo sorso. Una luppolata da bere in spiaggia sotto l’ombrellone o a bordo piscina durante le calde domeniche estive, proprio come suggerisce il nome.
Due invece sono le novità annunciate di recente dal birrificio Degged (sito web) di Livorno. La prima si chiama Anina (5,6%) ed è una Pacific IPA di aspetto velato e dal corpo snello. È una cosiddetta single hop, poiché è stata impiegata una sola varietà di luppolo: il neozelandese Vic Secret, utilizzato sia in whirpool, fase in cui ha prodotto aromi di frutta tropicale e ananas, sia in dry hopping, dove è riconoscibile per sfumature erbacee e di timo. La seconda novità è la Noon (4%), una Session IPA da bere “da mezzogiorno in poi” – così consiglia il birrificio – grazie alla sua bassa gradazione alcolica che comunque è sostenuta da un corpo tutt’altro che sfuggente. Per la luppolatura sono state impiegate le varietà Sabro, Azacca e Citra, responsabili di un profilo aromatico con note di cocco, agrumi e frutta tropicale.
Proseguiamo con la new entry del birrificio artigianale Collerosso (pagina Instagram), nato da una costola indipendente di Birra del Borgo. La birra si chiama Rush-In (4,4%) ed è una Lager che vuole omaggiare la ricchezza del territorio in cui ha sede il birrificio. Il grist infatti prevede una percentuale importante di grano Biancòla, un’antica varietà tipica del vicino Altopiano di Rascino (Monti del Cicolano). Il nome Rush-In è infatti un gioco di parole che richiama proprio l’altopiano dove questo grano è stato riscoperto in tempi recenti. Il risultato è una birra delicata ma croccante, con note di cereali e un delicato sentore di frumento, elegante e allo stesso tempo deciso e fresco. Il corpo è leggero e la birra scorre facile, risultando molto bevibile e rinfrescante.
Infine concludiamo quella che (probabilmente) sarà l’ultima panoramica prima della pausa estiva con un salto in provincia di Como, dove domenica 28 luglio il birrificio Vetra (sito web) presenterà l’ultima incarnazione della linea collaborativa Wondercraft. La birra, battezzata Silky Way (4,5%), è stata creata insieme al birrificio cinese Jing-A (sito web) di Pechino e proprio per questo vuole raccontare i sapori millenari della Via della Seta. Per riuscirci ricorre all’impiego di melograno, tipico del Medioriente, more, che richiamano i bachi da seta, e tè verde, in omaggio alla Cina. Il risultato è una Fruit Sour che prende ispirazione dagli antichi fermentati, unendo le conoscenze dei due birrifici.