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Guida alternativa a Eurhop 2024: quattro chiavi di lettura per orientarsi nella scelta

Come forse saprete domani prenderà il via la decima edizione di Eurhop, uno dei più importanti festival birrari d’Italia e senza dubbio il più grande in termini di birrifici partecipanti. Le birre presenti saranno circa 800, rendendo difficile scegliere come investire i propri gettoni. Saranno coperte un po’ tutte le tipologie brassicole: dalle luppolate alle basse fermentazioni, dalle creazioni speciali agli antichi stili europei. Se proprio non sapete da dove cominciare – e vi capiamo benissimo – sappiate che abbiamo individuato quattro “temi” di Eurhop 2024 che potrebbero rappresentare un ottimo punto di partenza. Considerateli come chiavi di lettura alternative, fonti di ispirazione, letture particolari. Chiamateli un po’ come volete, ma cercate di arrivare un minimo preparati. Diversamente rischierete di essere sopraffatti dal classico imbarazzo della scelta.

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Gli stili della Repubblica Ceca

Quest’anno alcuni appassionati hanno lamentato l’assenza dei birrifici statunitensi a Eurhop, che in passato hanno sempre rappresentato un bel richiamo per la manifestazione. Nonostante il mancato rinnovo dell’esperimento a sessioni – lo scorso anno i produttori stranieri erano presenti al primo piano, dove si poteva accedere solo con un biglietto “premium” con la formula all you can drink – troverete quattordici birrifici internazionali che riporteranno il format dell’evento a quello pre-Covid. Tra questi spicca l’inedita presenza di diversi birrifici della Repubblica Ceca, che conferma l’attuale interesse del nostro movimento verso la locale cultura birraria. Se siete curiosi di assaggiare, tra le altre, Světlý Ležák, Polotmavé e Tmavé, sappiate che i produttori cechi saranno quattro: Černokostelecký Pivovar, Pivovar Prokopák, Pivovar Zichovec e Vinohradský Pivovar. Non mancheranno poi le birre italiane ispirate esplicitamente alle tradizioni della Repubblica Ceca, come la Panenka e la Pavel di Lieviteria, l’Arsenico di Zero.5 o la nuovissima Polotmavé di Opperbacco.

I birrifici emergenti

Nell’incredibile vastità di produttori presenti a Eurhop 2024 ce ne saranno alcuni molto giovani, nati nell’ultimo biennio. Alcuni di loro hanno già partecipato alla scorsa edizioni, altri saranno debuttanti assoluti. Se non andiamo errati, il progetto partito in tempi più recenti è quello di Wild Raccoon (sito web), che in pochissimi mesi – praticamente da febbraio 2024 in poi – è riuscito a guadagnarsi l’attenzione degli addetti ai lavori. Molto interessante è la coppia tosco-emiliana composta rispettivamente dai birrifici Mudita (sito web) e Bandiga (sito web): aperti nel corso del 2023, entrambi si sono distinti subito per produzioni di ottimo livello e per un’identità visiva molto curata. Infine a Eurhop troverete tre giovani marchi birrari attivi nell’area di Roma e dintorni: Due Fusti (sito web), birrificio “francescano” operante nel quartiere Montespaccato; Linfa Brewery (pagina Facebook), produttore in forte ascesa con sede in zona Romanina; Birra XO (pagina Instagram), marchio molto interessante con impianto a Pomezia.

Le birre con luppolo fresco

Eurhop cade sempre a metà ottobre, periodo che segue il raccolto del luppolo e che dunque vede il moltiplicarsi sul mercato di birre Fresh e Wet Hop. Se volete assaggiare queste particolarità stagionali, al festival romano ne troverete diverse. Quelle italiane saranno la Nazionale Luppolo Fresco di Baladin, la Session Tripel di Bandiga, la Tea-Rex di War, la Norman di Birra Perugia e la Italian Harvest Pale Ale di Bibibir; quelle straniere la svedese Fresh Hop Ale di O/O Brewing e le ceche Vochmelka di Prokopák e Svatováclavská 13 di Vinohradský Pivovar. Come immaginerete le ultime due sono prodotte con l’ultimo raccolto del Saaz, avvenuto solo qualche settimana fa.

I prodotti “alternativi”

Se dopo decine di birre sentirete la necessità di spezzare con qualcosa di diverso, o quantomeno defaticante, sappiate che potrete farlo. Nel pdf con le line-up dei birrifici, infatti, si notano due produzioni analcoliche: la Botanic di Baladin e la Ah no? de La Buttiga. Sono solo due rispetto a 800 birre “normali”, eppure a nostra memoria non era mai successo: è un chiaro segno delle tendenze del momento. Presso lo stand del birrificio trentino 5+ (sito web), invece, saranno disponibili la Apple Blood Cider – Orange Country e la Apple Blood Cider – Fairy Perry, rispettivamente un sidro e un perry – cioè un sidro di pere. Sarà interessante valutare come queste produzioni – analcoliche e sidri – saranno accolte dai visitatori.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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