Con la fine dell’anno si avvicina il momento cruciale della Legge di bilancio e delle tante rivendicazioni che ad essa si accompagnano. Dopo un passato caratterizzato da alcune cocenti delusioni, in tempi recenti questo importante appuntamento legislativo ha permesso ai piccoli birrifici indipendenti di ottenere diverse soddisfazioni, tra cui la riduzione delle accise del 40%. E sono ancora le accise il tema su cui il comparto brassicolo punterà nella discussione alla Legge di bilancio 2022, ma in maniera molto diversa rispetto al passato. Per la prima volta nella storia, infatti, le associazioni del settore si sono presentate al mondo della politica con una proposta organica: Coldiretti, Assobirra e Unionbirrai hanno presentato un progetto congiunto che si è tramutato in una serie di emendamenti, destinati a essere discussi proprio in questi giorni. L’unità dimostrata nell’occasione ha fornito forza all’iniziativa, tanto che serpeggia un moderato ottimismo sulla possibilità di vedere approvati gli emendamenti.
Le tra associazioni curano gli interessi di diverse realtà brassicole. Assobirra rappresenta la grande industria: è l’emanazione delle multinazionali del settore e quindi attenta alle esigenze dei grandissimi produttori. Unionbirrai è l’associazione di categoria che rappresenta i birrifici artigianali e che, in questo caso, tutela in particolare le necessità dei piccoli birrifici indipendenti, quelli con una produzione annua inferiore a 10.000 hl (il 90% degli artigianali). Coldiretti invece, che per la prima volta si è seduta al tavolo della Commissione agricoltura come rappresentante di una parte del mondo brassicolo, si è ritagliata un ruolo nel mezzo: i suoi referenti sono i birrifici artigianali più grandi, con produzioni superiori a 10.000 hl (come Baladin o Mastri Birrai Umbri). La suddivisione non è così rigida come l’abbiamo descritta – Matteo Minelli del birrificio artigianale Flea ad esempio è vicepresidente di Assobirra – ma rende l’idea degli interessi in gioco.
Nonostante queste differenze, le tre realtà si sono dunque unite per dare più forza alle proprie rivendicazioni. Ne sono scaturiti alcuni emendamenti che propongono tre interventi, ognuno dei quali caro alla rispettiva associazione. Nello specifico:
- Un’ulteriore riduzione del 10% delle accise per i piccoli birrifici indipendenti (l’agevolazione passerebbe dal 40% al 50%). In questo caso l’agevolazione sarebbe in linea con quanto previsto dalla direttiva europea, che è già stata adottata in tale forma in alcuni paesi dell’Unione, cone Germania e Repubblica Ceca.
- Una riduzione delle accise per i birrifici artigianali con produzione compresa tra 10.000 hl e 60.000 hl annui. In particolare -30% se la produzione non supera i 30.000 hl, altrimenti -20%.
- Una riduzione progressiva dell’aliquota di accisa sulla birra, in particolare € 2,94 a partire dal 2022, € 2,90 dal 2023 e € 2,85 a partire dal 2024.
Facile ritrovare in queste richieste gli interessi rispettivamente di Unionbirrai, Coldiretti e Assobirra. Interessi che continuano a rimanere sostanzialmente diversi, perciò possiamo considerare questa convergenza un caso isolato, concretizzatosi per presentarsi con maggiore efficacia nei confronti della politica. Difficile dire se un’iniziativa corale del genere troverà nuovi riscontri in futuro, ma è un segnale importante per il settore brassicolo italiano. Come sappiamo il processo di approvazione della Legge di bilancio è lungo, complesso e non privo di insidie, ma poter attendere la discussione in aula con un certo grado di ottimismo è già un passo avanti non indifferente rispetto al passato. Senza considerare che una proposta collettiva permette di avere un bacino allargato di promotori in Parlamento, con ovvie ripercussioni sull’efficacia dell’operazione e sulla solidità della stessa.
La Legge di bilancio 2022 sarà una legge espansiva, che spenderà soldi per supportare il rilancio dell’economia italiana. È una necessità particolarmente sentita nel settore brassicolo, che, secondo le tre associazioni, prima dell’emergenza sanitaria:
Stava vivendo una vera e propria “primavera della birra” con la nascita e lo sviluppo di realtà artigianali e industriali, la proposta di nuovi prodotti e un crescente utilizzo di materie prime agricole 100% Made in Italy. Un trend di crescita che dopo la pesante battuta d’arresto a causa della pandemia, deve poter riprendere con gli stimoli della riduzione delle accise, giocando un ruolo fondamentale su investimenti e lavoro.
Gli emendamenti contengono elementi molto interessanti per tutte le categorie di birrificio. Se venissero approvati, l’unione tra Coldiretti, Assobirra e Unionbirrai si rivelerebbe molto efficace e potrebbe essere replicata in futuro, almeno in occasione delle interlocuzioni col mondo della politica. Ma è inutile correre troppo con la fantasia: prima di tutto bisogna attendere l’emanazione della Legge di bilancio e poi si potranno tirare le somme di un’iniziativa senza precedenti nella storia della birra italiana.
[…] un passo indietro. Lo scorso anno le tre associazioni riuscirono a inserire in Legge di Bilancio alcuni provvedimenti di portata storica per il comparto italiano, che possiamo sintetizzare in una corposa riduzione delle accise. […]
[…] a fine 2021, grazie anche a un’attività congiunta di Unionbirrai, Assobirra e Coldiretti, il comparto birrario riuscì a ottenere un risultato storico: una revisione della disciplina delle accise, con una migliore definizione del meccanismo a […]