Aggiornamento: come riportato dal sito dell’Ansa, successivamente la Ragioneria dello Stato ha rivisto la norma accolta nel maxiemendamento. A quanto pare tutte le misure varranno solo per il 2022, poi si tornerà al regime precedente. Questa modifica cambia radicalmente il senso dell’intervento.
Come auspicato negli scorsi giorni, ieri è stato approvato l’emendamento alla Legge di Bilancio che prevede interventi volti a ridurre le accise per la produzione della birra. La decisione è arrivata grazie alla proposta avanzata collettivamente da Unionbirrai, Coldiretti e Assobirra, tre realtà che curano interessi diversi nel settore – rispettivamente portavoce delle istanze dei piccoli birrifici indipendenti, dei birrifici artigianali di medie dimensioni e delle multinazionali del settore. Non è un caso che la riduzione delle accise si concretizzerà su tre diversi livelli: un taglio tout court, un’estensione della disciplina agevolata ai birrifici artigianali con produzione annua sopra i 10.000 hl e un’ulteriore riduzione per i piccoli birrifici indipendenti. Dalla vicenda escono tutti soddisfatti, aprendo interessanti prospettive per altre future iniziative collettive.
Nel dettaglio le novità possono essere così riassunte:
- I piccoli birrifici artigianali godranno di un ulteriore sconto del 10% sulle accise (la cui agevolazione passa dunque dal 40% al 50%), adeguandosi a quanto previsto dalla direttiva europea in materia.
- I birrifici artigianali con produzione annua compresa tra 10.000 e 30.000 hl godranno di una riduzione dell’accisa del 30%, quelli nella fascia 30.000 – 60.000 hl di una riduzione del 20%.
- In generale (quindi anche per i birrifici industriali) l’aliquota di accisa sulla birra sarà ridotta seguendo questa progressione: € 2,94 a partire dal 2022
, € 2,90 dal 2023 e € 2,85 a partire dal 2024.
Ciò che colpisce è la relativa facilità con cui le associazioni sono andate a dama. Rispetto al passato l’impressione è che questa volta tutto sia filato liscio senza particolari impedimenti. I motivi sono diversi: la particolarità di questa Legge di Bilancio, propensa a distribuire denaro piuttosto che chiederlo ai cittadini; l’efficacia di una proposta trasversale, capace di raggiungere con forza diversi interlocutori politici; il consolidamento di rapporti faticosamente sviluppati negli anni passati, che ora stanno dando i loro frutti; una maggiore propensione del mondo politico ad ascoltare le istanze del comparto brassicolo, anche grazie alla crescita dimostrata dall’intera filiera negli ultimi tempi.
Inevitabilmente tutti gli attori coinvolti si dimostrano molto soddisfatti. Queste le parole di Vittorio Ferraris, direttore generale di Unionbirrai:
Unionbirrai esprime grande soddisfazione per l’attenzione manifestata verso il mondo brassicolo. Un segnale importante dal mondo politico, che si concretizza in una riduzione progressiva del peso dell’accisa per tutto il comparto nazionale e un incentivo importante verso la piccola e media impresa con l’applicazione di uno sconto di accisa proporzionale ai volumi di produzione, così come previsto in moltissimi Paesi Europei e così come fortemente richiesto dalla nostra Associazione fin dal 2016.
Siamo quindi particolarmente contenti del raggiungimento dello sconto del 50% per i microbirrifici fino a 10mila ettolitri (tetto massimo previsto dalle direttive comunitarie) e del riconoscimento verso le fasce più alte fino a 60mila, manovra fondamentale per il rilancio di un settore particolarmente colpito dalle conseguenze dell’epidemia Covid.
Sulla stessa falsariga il commento di Coldiretti:
Bene il taglio delle accise per sostenere la ripresa del comparto italiano della birra, mettendo in sicurezza lo sviluppo della filiera e l’aumento di produzione di materia prima in Italia. […] L’emendamento approvato rappresenta un tassello fondamentale per lo sviluppo e il consolidamento di una filiera della birra 100% Made in Italy.
E chiaramente fanno da eco le dichiarazioni di Alfredo Pratolongo, presidente di Assobirra:
AssoBirra plaude allo sforzo compiuto dai Ministeri dell’Agricoltura e dell’Economia nonché di PD, Lega, M5S e Forza Italia per la riduzione triennale delle accise sulla birra oltre a ulteriori importanti agevolazioni fiscali per i birrifici artigianali. Un intervento che vede la leva fiscale come fattore per favorire la ripresa e la crescita della filiera brassicola italiana. La scelta del Governo di abbassare la pressione fiscale sull’unica bevanda da pasto ancora gravata da accise è anche una scelta di politica economica e industriale a sostegno del comparto agroalimentare italiano. In Italia infatti, le imprese birrarie, di ogni dimensione, sono in grado di fare sistema quando vengono messe nella condizione di sviluppare sinergie di valore e competitività .
Possiamo guardare al futuro con fiducia e pronti a sviluppare nuovi tasselli della filiera brassicola, il comparto ha voglia di crescere. […] Questo alleggerimento progressivo delle accise permetterà di dimostrare a chi vuole fare impresa e investire che l’Italia è un Paese attrattivo per lo sviluppo delle filiere strategiche, e capace di stimolare e sostenere la crescita sostenibile delle piccole e medie imprese che costituiscono la spina dorsale del Paese.
In aggiunte alle buone notizie provenienti dalla Legge di Bilancio, c’è ancora in sospeso il discorso relativo al fondo di ristoro previsto dal decreto legge Sostegni bis e rivolto alle produzioni artigianali italiane. A farsi portavoce dell’iniziativa è l’on. Chiara Gagnarli:
Rimaniamo in attesa, infine, dal Ministero dello Sviluppo economico del decreto attuativo del fondo di ristoro che abbiamo fortemente voluto inserire nel Dl Sostegni-bis, così da supportare le produzioni artigianali italiane, uno dei settori più in crescita degli ultimi anni e che, a causa delle restrizioni legate alla pandemia, ha subito crolli di fatturato pari anche al 90 per cento.
Benissimo, così ci sarà sicuramente una piccola diminuzione dei prezzi per il cliente di pubs e negozi…
Sicuramente, considerando che tutto il resto è in aumento in media del 20%…..