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Che 2024 è stato per la birra artigianale

Talvolta per stilare un bilancio dell’anno appena passato conviene partire dalle aspettative che si avevano dodici mesi prima. All’epoca ci lasciammo con toni molto cupi, provati da un 2023 che si era rivelato straordinariamente difficile e con poche speranze per il nuovo anno. A posteriori possiamo affermare che il 2024 per la birra artigianale è stato complicato come da previsioni, ma non privo di elementi positivi incastonati in un panorama che, nel complesso, si è rivelato meno incerto del recente passato. L’incertezza è stata superata dalla consapevolezza di dover convivere con problemi vari – aumento dei prezzi, instabilità internazionale, ridefinizione di alcune dinamiche interne ed esterne – che non rendono la vita più facile, ma quanto meno permettono di organizzarsi per provare a superarli. È ciò che è accaduto nel corso di questo 2024 birrario.

A inizio gennaio avevamo concluso le nostre previsioni per i successivi dodici mesi con queste parole:

Sarà un 2024 costellato da chiusure (soprattutto all’estero), scelte conservative, budget limitati e prospettive a breve termine. Ma non mancheranno nuovi interessanti progetti, investimenti di un certo rilievo, sprazzi di entusiasmo.

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Siamo stati facili profeti, perché ci troviamo comunque ad analizzare un settore relativamente giovane, piccolo e dinamico, che in trent’anni ha sfruttato solo parte delle proprie potenzialità. Le chiusure ci sono state ma, a parte qualche eccezione roboante su cui torneremo, in Italia hanno riguardato progetti piccoli e fragili, oppure giunti fisiologicamente al capolinea della loro avventura. In parallelo però non sono mancati nuovi investimenti, talvolta anche ingenti, che fanno ben sperare per il futuro. In alcuni casi hanno ridato linfa vitale proprio a quei marchi che avevano annunciato la chiusura negli ultimi tempi.

Un primo importante segnale era arrivato a febbraio, quando Baladin aveva annunciato la partenza di un progetto di crowdfunding per entrare in una nuova fase di sviluppo aziendale, caratterizzata, tra le altre cose, dalla creazione di un grande birrificio “collettivo” finalizzato ad aggredire nuovi canali commerciali. Dopo neanche una settimana dal lancio, l’iniziativa di Baladin ha raggiunto l’obiettivo dei 5 milioni di euro di finanziamenti, dimostrando che nel settore c’è ancora spazio per investimenti importanti e per idee nuove, capaci di superare, almeno sulla carta, le ormai aride dinamiche su cui si è basata la birra artigianale in Italia in questi anni.

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Lo sviluppo della filiera brassicola nazionale – un concetto che un lustro fa era quasi fantascienza, ricordiamolo sempre – è andato avanti a gonfie vele, grazie soprattutto ai progetti di finanziamento inaugurati a fine 2023. Negli ultimi dodici mesi i convegni dedicati alla filiera italiana della birra sono aumentati in maniera esponenziale , segno che si sente l’esigenza di un aggiornamento continuo su un argomento che sta evolvendo in maniera velocissima. Il fermento attuale porterà sicuramente vantaggi all’intero comparto, a patto che si riescano a superare alcune storture della burocrazia, che immancabilmente rappresenta una tara anche per altri aspetti del settore.

L’anno si è concluso con la novità delle accise, per le quali sono stati confermati gli sconti attivi già nel 2022 e nel 2023, ma in una forma strutturale che permette al comparto di compiere un passo avanti epocale. La nuova disciplina fornirà ossigeno in un periodo storico non facile, ma soprattutto permetterà di operare senza l’incognita di veder confermati gli sconti tra dodici mesi. In un senso più ampio, la notizia dimostra che le istanze dei produttori artigianali sono state pienamente comprese dal mondo della politica: un altro segnale che conferma quanto il settore sia lontano dal suo tramonto.

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Il 2024 dunque ha riservato diverse indicazioni positive per il nostro ambiente, che non si esauriscono con quelle evidenziate fin qui. Sono soddisfazioni grandi e piccole che mitigano le difficoltà che sta vivendo il settore, nel quale, come accennato, non sono mancati i problemi. Tuttavia gli ultimi dodici mesi hanno mostrato che si sta cercando di superare lo stallo in cui la birra artigianale si è ritrovata dopo la pandemia, ma le cui cause sono molto più antiche. C’è chi era preparato e sta reagendo efficacemente e chi è stato preso di sorpresa, con effetti che non sempre si sono rivelati gestibili. Il settore sta prendendo coscienza del momento storico che sta vivendo e sta provando ad adattarsi di conseguenza, non di rado ammettendo le proprie responsabilità. Per questa ragione secondo noi il bilancio del 2024 è tutto sommato positivo: considerando da dove venivamo e quanto sta accadendo negli ambienti birrari del resto d’Europa, poteva andare molto peggio.

Per Cronache di Birra il 2024 è andato piuttosto bene. Il momento clou è stato a luglio, quando abbiamo rivisto completamente la veste grafica del sito e annunciato la partnership con Cime Careddu, di cui andiamo particolarmente fieri. La nostra attività didattica su Formazione Birra è proseguita in maniera febbrile, con tante conferme e la novità del nuovo master sul luppolo, che ha registrato subito il tutto esaurito – a proposito, sicuramente tornerà nel 2025. La Italy Beer Week, che riproporremo a marzo, è stata come al solito una cartina di tornasole per lo stato del settore: ha segnato un leggero calo nei numeri, ma ha mantenuto il suo spirito conviviale e inclusivo, con il grande seguito a cui ci ha abituato negli anni. Per i primi mesi del 2025 abbiamo in serbo una sorpresa, ma ne parleremo a tempo debito.

A livello personale il 2024 mi ha permesso di viaggiare molto per e con la birra, uno dei risvolti migliori per chi svolge un lavoro come il mio. Due sono stati i press tour a cui ho partecipato: a maggio ho visitato Norimberga e la Franconia, mentre a settembre sono stato invitato a un indimenticabile viaggio tra i birrifici e le bellezze della Boemia. In estate sono stato a Copenaghen per motivi puramente turistici, ma anche in quel caso non sono mancate le soste ai luoghi birrari più importanti della città. Infine a novembre ho avuto l’onore di sedermi ancora una volta al tavolo della giuria del Brussels Beer Challenge, che quest’anno si è tenuto nella splendida Gent, la mia città belga preferita. A proposito del concorso, anche questa volta i birrifici italiani sono andati alla grande e il Trofeo Cronache di Birra è stato assegnato (nuovamente) alla Rye Stout del birrificio La Collina.

Il 2024 è stato un anno con luci e ombre. Alle ombre eravamo preparati, mentre non ci aspettavamo le luci. Questa considerazione forse le fa apparire particolarmente luminose, ma saranno i prossimi dodici mesi a fornirci qualche indicazione in merito. Affronteremo il discorso a inizio gennaio, con l’immancabile articolo con cui cercheremo di anticipare le prossime tendenze del settore.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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