La “revolución artesanal” spagnola è uno dei fenomeni brassicoli più interessanti dell’ultima decade. La crescita del movimento brassicolo locale nell’ultimo decennio è stata imponente: si è passati dai 70 birrifici del 2010 ai 503 del 2020 (ultimo dato disponibile). Le birre artigianali iberiche ormai si trovano abbastanza facilmente anche all’estero e molti festival ospitano regolarmente produttori spagnoli. La Catalogna, regione storicamente vinicola, traina il movimento con un centinaio di birrifici. Personalmente sono molto affascinato dalle loro intriganti produzioni a fermentazione spontanea e barricate che si stanno affermando negli ultimi anni, così ho approfittato di un weekend fra Girona e Barcellona per esplorare qualche interessante realtà locale.
Partiamo da Girona. Situata a un centinaio di chilometri da Barcellona, è l’ultima provincia della Catalogna prima della Francia. Per lo più conosciuta per l’aeroporto, raggiunto da numerose compagnie aeree low cost che servono Barcellona, merita assolutamente una sosta. Il centro storico è veramente molto bello con le sue “Cases Penjades” (le abitazioni sul fiume Onyar, che riflettono i loro tipici colori pastello nell’acqua), la Cattedrale di Santa Maria, il vecchio ghetto Ebraico e i Bagni Arabi.
Dal punto di vista birrario ci sono diverse opzioni e per motivi di tempo ho dovuto compiere scelte ponderate. La mia prima tappa è stato il Kerunta Brewpub (pagina Facebook). Situato a poca distanza dalla Plaça de la Independència, è un brewpub molto spazioso e con interni moderni, che serve sia birre di produzione propria sia ospiti spagnole e straniere (al momento della mia visita era disponibile alla spina una produzione del birrificio argentino Juguetes Perdidos). È anche possibile cenare in loco. Gli assaggi si sono concentrati sulla Azaka, l’ottima Kveik IPA della casa prodotta in collaborazione con il birrificio The Hopsters, e L’Escurgo Negre, una corposa Imperial Stout di Gro Brewers, birrificio di Girona.
Il secondo locale in cui sono stato è il Babilonia (sito web), situato di fronte al bel Parco de la Devesa e raggiungibile con una passeggiata di 10 minuti dal Kerunta. Locale elegante e con un’ottima selezione di birre artigianali (locali e straniere) alla spina e in bottiglia, oltre che di cocktail a base di birra e di sidri e vini naturali. Qui gli assaggi hanno riguardato la Pyramid, una IPA di Soma, altro birrificio della città, e una deliziosa Cuvee La Calavera, Imperial Red Ale invecchiata in botti di Oloroso dell’omonimo birrificio situato nella provincia di Girona.
Da Girona il modo migliore per raggiungere Barcellona è in treno, con poco più di un’ora di viaggio. Prima di partire consiglio di assaggiare “El Xuixo”, il buonissimo e calorico dolce tipico della città. Non tornavo a Barcellona da quasi 16 anni e a parte la Rambla, oggi come allora eccessivamente turistica, ho trovato una metropoli più organizzata e vivibile. All’epoca non amavo particolarmente la birra quindi non posso fare paragoni, ma oggi Barcellona offre veramente un’ottima scelta dal punto di vista birrario. Avendo due giorni a disposizione ho dovuto fare una selezione, scegliendo i locali che ritenevo più interessanti.
Una delle zone più ricche di vita notturna è senza dubbio il distretto de L’Eixample, famoso per la sua architettura modernista che attira molti visitatori. A 15 minuti a piedi dalla celebre Casa Batllo’ e a 5 minuti dall’Università si trova il BierCab (sito web), uno dei locali più conosciuti dai beer travel di tutta Europa. Interni di design e un impressionate numero di spine (30, un terzo locali, il resto straniere) caratterizzano questa birreria aperta dal 2013. Accanto vi è il beer shop dove acquistare, anche per la consumazione in loco, lattine e bottiglie. Il proprietario Manuel Baltasar, in arte “Manolo”, è simpatico e molto disponibile. Qui ho assaggiato una Vale Vale Vale (Bitter) del birrificio Freddo Fox di Barcellona e una rinfrescante No Future (Gose) di La Calavera creata in collaborazione con il Piccolo Birrificio Clandestino.
Dietro l’angolo rispetto al BierCab, in Carrer del Conseil de Cent, si trova invece il birrificio, con annessa tap room, Garage Beer Co. (sito web). L’azienda è stata fondata nel 2015 dall’italiano Alberto Zamborlin e dall’inglese James Welsh, conosciutisi un paio di anni prima a un corso per homebrewers organizzato da Steve Huxley, birraio inglese e uno dei padri del movimento craft in Spagna. Il locale è situato in una vecchia cartoleria ed è arredato in stile industriale. Molto frequentato da locali offre una piacevolissima atmosfera. La produzione è molto “hop centric” con svariate IPA e Double IPA. Qui ho assaggiato la Soup, la loro IPA di bandiera, e la Mash Tears, una Pastry Stout.
A poco più di un isolato di distanza c’è il Mikkeller Bar (sito web) di Barcellona. A parte quello di Copenaghen, non ero mai stato in un Mikkeller Bar. Il marchio danese divide da sempre gli appassionati di birra artigianale: personalmente ritengo che, accanto a dei buoni prodotti, sia dato eccessivo spazio alla sperimentazione. Detto questo i locali Mikkeller offrono sempre un’ampia scelta ed è facile trovare qualche birrificio ospite. Nel mio caso è stato il birrificio Cierzo di Saragozza, di cui ho assaggiato La Federal (Porter).
Come ultima tappa scelgo di recarmi al Cyclic Beer Farm (sito web), che considero uno dei birrifici più interessanti della scena birraria spagnola. È situato nel grazioso barrio popolare de La Sagreda, a 15 minuti in metropolitana dal centro città. Il birrificio è nato nel 2016 su iniziativa di due amici, il catalano Alberto Coromina e l’americano Joshua Wheeler. Appassionati di Saison e Farmhouse Ale, hanno spinto le loro sperimentazioni oltre le ricette classiche di questi stili utilizzando mix di lieviti, esplorando le sinergie fra birra e vino e utilizzando esclusivamente prodotti locali e di stagione. Diverse delle loro birre sono brassate utilizzando frutti ed erbe coltivate nella loro fattoria di Alt Empordà, fuori Barcellona. Il locale, annesso al birrificio, dall’aspetto sembra un magazzino ed è arredato in maniera spartana. Mi sono lanciato in diversi assaggi: l’interessante Xixo Xano (Berliner Weisse), la loro buonissima Saison, la rinfrescante e acidula Cerezas. Consigliatissima la visita, sia per le birre sia per fare una passeggiata nel quartiere e assaporare la vera Barcellona, lontani dai turisti.
Il movimento della birra artigianale in Spagna avanza. Anche in città non di primo piano come Girona la scelta è buona mentre Barcellona si appresta a diventare una delle mete più interessanti per beer geeks e beer hunters.
La No Future di Calavera è una collab con Piccolo Birrificio Clandestino
Grazie Lapo, abbiamo integrato.