Mercoledì scorso si è tenuta la cerimonia di premiazione della World Beer Cup, il più grande concorso birrario al mondo. Per dare un’idea dei numeri raggiunti da questa iniziativa, l’edizione appena conclusa ha registrato circa 9.300 birre iscritte da 2.060 birrifici, provenienti da 50 diverse nazioni e valutate (alla cieca) da 280 giudici internazionali. Sebbene le cifre siano piuttosto in calo rispetto al 2023, con un -9,8% di birre partecipanti che meriterebbe un’analisi a parte, la World Beer Cup rimane una competizione di importanza notevole nel panorama birrario internazionale. E quindi risulta particolarmente prestigiosa l’unica medaglia conquistata da un birrificio italiano: a compiere l’impresa è stato l’abruzzese Mezzopasso, che ha portato a casa un fantastico oro con la sua Red Stone IPA. I riconoscimenti per il nostro movimento si fermano qui, secondo un’ormai conclamata costante che non dipende dalla (in)capacità dei produttori italiani, bensì dall’impostazione del concorso.
Se non andiamo errati quella ottenuta da Mezzopasso è la terza medaglia d’oro per una birra italiana nella storia della World Beer Cup. Arriva dopo quelli della Vudù del Birrificio Italiano (2010) e della Mancina del Birrificio del Forte (2018), permettendo all’Italia di tornare sul gradino più alto di una singola categoria dopo sei anni. Ciò dovrebbe restituire il valore del riconoscimento ottenuto dall’azienda di Popoli, in provincia di Pescara, comunque non nuova a exploit simili nei concorsi internazionali. Solo qualche mese fa, ad esempio, la sua Millican Extra aveva vinto il premio come migliore birra in assoluto al Brussels Beer Challenge, accompagnata in quell’occasione anche da un bronzo, ottenuto proprio dalla Red Stone (5,9%) nella categoria delle English IPA.
La categoria della World Beer Cup nella quale la Red Stone ha trionfato è invece quella delle English Ale, che comprende sia le IPA delle origini, sia le Golden Ale e le Pale Ale di stampo britannico. La produzione di Mezzopasso ha preceduto due birre americane, nell’ordine la Working An Angle di Three Leg Run Brewery (Chester, VA) e la famosissima Gumballhead di 3 Floyds Brewing (Munster, IN). Il birrificio abruzzese quindi si conferma un validissimo esponente degli stili classici di origine britannica – la già citata Millican Extra è una English Strong Ale – e merita sicuramente attenzione in un momento storico in cui in Italia si rileva un certo interesse per simili tipologie brassicole.
Per il resto la World Beer Cup ha mostrato le solite caratteristiche che lo rendono un concorso decisamente USA-centrico. Le medaglie straniere sono state infatti appena 66, cioè il 20% del totale – in altri concorsi internazionali solitamente i birrifici di casa ottengono il 30-40% dei riconoscimenti complessivi – anche se occorre sottolineare che ben 17 sono state conquistate da birrifici del Canada. Se escludiamo la Germania, che ha ottenuto un discreto bottino con dodici riconoscimenti, la situazione per il resto dell’Europa è piuttosto triste: due medaglie per i Paesi Bassi, una per Spagna, Francia, Norvegia e, ovviamente, Italia. Così sono soprattutto le assenze a fare rumore, come quelle eclatanti di Regno Unito, Belgio, Repubblica Ceca e Irlanda, giusto per citare alcune super potenze brassicole.
Questo evidente sbilanciamento è il neo più vistoso della World Beer Cup, iniziativa che aspira a essere considerata una sorta di “Olimpiadi della birra”. Ed è un peccato, perché la macchina organizzativa messa in campo dalla Brewers Association è enorme, come dimostrano le tante statistiche che ogni anno accompagnano i risultati. Oltre ai numeri già citati in apertura, vale la pena segnalare che le categorie totali sono state 110 (172 considerando le sottocategorie), 7 i giorni di assaggi e 54 le birre medie iscritte in ogni categoria. A tal proposito quelle con più iscrizioni sono state nell’ordine Juicy or Hazy India Pale Ale (326), West-Coast Style India Pale Ale (281) e – udite udite! – German-Style Pilsner (221). A questo punto vi chiederete con quante avversarie se l’è dovuta vedere la Red Stone di Mezzopasso: ebbene la rispettiva categoria ha contato 86 iscrizioni, un totale ben al di sopra della media. Un ulteriore elemento di merito per l’eccezionale risultato del birrificio abruzzese.