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Anche una birra artigianale nel terremoto che sta sconvolgendo il Vaticano

Sono ormai diversi anni che la birra artigianale compare con una certa frequenza sui mezzi di comunicazione generalisti: accade in occasione di concorsi a tema, aperture di nuovi birrifici o approfondimenti su tipologie particolari. In questi giorni, tuttavia, uno specifico marchio brassicolo è finito al centro di un’importante inchiesta che coinvolge nientemeno che il Papa e più in generale la gestione delle finanze all’interno del Vaticano. È una notizia che non dovrebbe suonarvi nuova, essendo ormai presente costantemente sulle prime pagine dei principali quotidiani, e che sta sempre più assumendo le tinte di una lotta intestina per il controllo degli affari economici della Chiesa. Tutto è nato dal caso Angelo Becciu, l’ex cardinale braccio destro di Papa Francesco, che proprio dallo stesso pontefice è stato “invitato” a lasciare il ruolo di prefetto della Congregazione delle cause dei santi, perdendo persino i diritti connessi al cardinalato. E nel vortice originatosi dalla vicenda è stata risucchiata anche la Birra Pollicina di Angel’s Beer, marchio di proprietà del fratello dell’ex cardinale.

Cosa c’entra una birra artigianale con le beghe interne al Vaticano? Per capirlo bisogna fare qualche passo indietro. La decisione assunta da Papa Francesco nei confronti dell’ex porporato deriverebbe da una serie di comportamenti “border-line” compiuti dal suo uomo di fiducia. Secondo il Financial Times, tutto sarebbe nato dallo scandalo immobiliare di Londra, secondo il quale la Segreteria di Stato della Santa Sede avrebbe investito centinaia di milioni di sterline per l’acquisto di appartamenti di lusso nella capitale inglese. Per la testata britannica il regista dell’operazione sarebbe stato proprio Becciu, all’epoca dei fatti sostituto della Segreteria di Stato. I fatti non configurerebbero alcun illecito, ma si aggiungono ad alle accuse di peculato mosse proprio dal papa nei confronti dell’ex cardinale: come racconta Il Fatto Quotidiano, Becciu avrebbe dirottato più volte i soldi della Cei dell’Obolo di San Pietro in direzione dei suoi familiari, per un totale di 700 mila euro.

Ed è qui che entra in gioco la birra di Mario Becciu, fratello di Angelo. Pollicina è il nome della birra che il marchio Angel’s Beer produce recuperando pane raffermo e utilizzandolo come integrazione al malto d’orzo. La ricetta dunque è molto particolare e segue una corrente produttiva piuttosto circoscritta, ma che sta crescendo negli ultimi anni sulla spinta del concetto di sostenibilità ambientale ed economia circolare. Nulla di insolito dunque, se non fosse che, secondo quanto riportato dall’Adnkronos, su tutte le bottiglie di Birra Pollcina appare la seguente dicitura: “Acquistando questa birra solidale fai una donazione alla Caritas Roma”. Esiste infatti – ed è questo il punto – un accordo di partnership tra la Caritas Roma e Angel’s Beer, in base alla quale viene riconosciuto alla fondazione il 5% del fatturato di vendita di birra in cambio dello sfruttamento del suo marchio.

Questo accordo sarebbe finito sotto la lente d’ingrandimento sia degli inquirenti del Vaticano che di quelli italiani, poiché tra le ipotesi in ballo ci sarebbe quella secondo cui l’operazione possa essere stata favorita dal monsignor Angelo Becciu, generando guadagni indiretti all’azienda Angel’s Beer. Sarebbe questa una delle accuse mosse da Papa Francesco nei confronti dell’ex cardinale, ma l’accordo con la Caritas solleverebbe altri problemi di materia fiscale. Come spiega ancora l’Adnkronos:

Il protocollo, che l’Adnkronos ha potuto visionare, prevede infatti, come detto, la concessione del marchio in cambio della “donazione” del 5% del fatturato di vendita da parte della società di Mario Becciu. Tuttavia il concetto di ‘donazione’, intesa come erogazione liberale che, come tale, consentirebbe alla società detrazioni e deduzioni fiscali, è in contrasto, secondo la contestazione del pontefice, con l’articolo 7 dell’accordo che prevede, tra le cause di risoluzione del contratto “il mancato versamento da parte della Angel’s Srl dei contributi previsti all’art. 4”.

In particolare l’articolo 4 dell’accordo, tra l’altro recita: “La Angel’s Srl si impegna a donare alla Fondazione ‘Caritas Roma’ Onlus un importo non inferiore al 5% del fatturato di vendita verificabile con cadenza trimestrale attraverso il sistema contabile della Angel’s Srl”. E ancora: “Il versamento di suddetti importi avverrà trimestralmente entro il giorno 10 del mese successivo al trimestre di riferimento a mezzo bonifico bancario intestato alla Fondazione e sarà accompagnato da un report dettagliato composto dai tabulati estratti dal sistema contabile della Angel’s S.r.l. da cui sarà possibile verificare la corretta determinazione dell’importo”.

Sotto la lente c’è anche l’ipotesi – sempre da dimostrare – che la Caritas Roma, percependo somme dalla Angel’s, possa aver realizzato condotte antigiuridiche in materia fiscale.

Come accennato, la questione relativa a Birra Pollicina sarebbe tuttavia solo una delle tante contestazioni mosse ad Angelo Becciu, tra le quali compaiono operazioni ben più roboanti. Perché allora l’accordo tra Angel’s Beer e la Caritas ha ottenuto così tanta visibilità sui mezzi di comunicazione? Probabilmente perché l’associazione tra un uomo di Chiesa e una bevanda alcolica risulta particolarmente scandalosa per il lettore medio: diciamo che alla base c’è lo stesso meccanismo cognitivo per cui il concetto di “birra trappista” risulta particolarmente intrigante per chi conosce poco il mondo birrario. Comunque nel frattempo Mario Becciu ha respinto ogni illazione mossa nei confronti della sua azienda (segnalo questa intervista su Repubblica), tra cui l’eventuale intervento del fratello Angelo per favorire il finanziamento del petroliere angolano Antonio Mosquito, che ha investito 1 milione e mezzo di euro per lo sviluppo del marchio Angel’s Beer.

Al di là della birra, la vicenda appare sempre più torbida e non mancano i colpi di scena e le schermaglie interne. Dopo quanto trapelato sui maggiori quotidiani, la famiglia di Angelo Becciu ha incaricato il suo legale Ivano Iai di predisporre due denunce per calunnia e diffamazione aggravata, nonché di vietare la rivelazione di segreti d’ufficio e d’indagine. Appena ventiquattro ore dopo, però, la stessa famiglia ha revocato l’incarico all’avvocato, probabilmente per l’imbarazzo provocato dalla divulgazione di foto in costume da bagno non particolarmente “sobrie”. Ma qui entriamo in discorsi che poco hanno a che fare con la birra, che al momento rimane una questione marginale rispetto al terremoto interno che sta investendo il Vaticano e che presumibilmente continuerà ancora per diverse settimane.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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