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La mia estate: Praga

Dopo il breve soggiorno a Salisburgo, siamo partiti alla volta di Praga, la prima delle due tappe “corpose” della nostra vacanza. Avevamo fatto visita alla capitale ceca già tre anni prima, senza però riuscire a visitarla approfonditamente per motivi di tempo; questa volta invece, per evitare problemi analoghi, siamo rimasti ben quattro giorni.

Tornato a Roma ho scoperto che anche i coniugi Bertinotti sono passati da Praga. Sul loro sito parlano di una città profondamente cambiata dieci anni dopo la loro prima visita. Sebbene il primo contatto con la città sia avvenuto per noi molto più recentemente, ci siamo comunque accorti dei grandi mutamenti in atto: a differenza del resto della Repubblica Ceca, Praga è una città moderna, completamente occidentalizzata, ormai paragonabile alle più importanti capitali europee. E’ evidente come stia crescendo il benessere generale (e, ahimé, anche i prezzi), come i grandi marchi stiano colonizzando le vie più importanti, come ormai i costumi dei giovani siano assimilabili ai nostri. E’ una città ancora in netta trasformazione, ma che sta evolvendo rapidamente: a livello di servizi, di possibilità, di lavoro.

A livello birrario resta un sogno per tutti gli appassionati, non solo per i prezzi ridicoli a cui è venduta la birra (calcolate mediamente poco più di un euro a boccale). La trasformazione generale in atto sta investendo anche le tipologie di birre e locali che si possono trovare, con un netto miglioramento in termini di scelta per il consumatore.

Con Evan

Così, dopo tre anni, abbiamo trovato una serie di nuovi indirizzi da visitare, tutti eccellenti. Ma per ricollegarsi al discorso precedente, secondo me il più interessante è il Pivovarský klub, a cui ci ha portato una sera il gentilissimo Evan Rail. Di lui e del locale dirò in futuro in un post appositamente dedicato, per il momento sappiate che questa birreria è l’unica a Praga che propone alla spina alcuni prodotti artigianali della Repubblica Ceca, che vengono continuamente ruotati. Inoltre dispone di una selezione di bottiglie favolosa, provenienti da tutta Europa, ma con un’attenzione particolare per le produzioni di casa. Se a questo aggiungiamo che il locale è nell’aspetto e nella clientela giovane e moderno, è facile capire che siamo di fronte a qualcosa di decisamente diverso dalla concezione tradizionale di birreria ceca.

Pivovarsky Dum

Così come è modernissimo il brewpub Pivovarský dům, fratello maggiore del klub. Anche questo aperto da poco, produce un’eccellente serie di birre tradizionali, a cui si affiancano prodotti realizzati con gli ingredienti più disparati: ciliegia, banana, lieviti di champagne, ortica. I risultati non sono sempre apprezzabili, ma offrono comunque un ottimo esempio della nuova apertura mentale di certi produttori. Come accade nel microbirrificio del U Medvídků, che produce l’ormai famosa Oldgott Barrique (una favolosa lager affinata in botti di rovere) e una sorta di barley wine a bassa fermentazione, la spettacolare X-Beer 33° (non disponibile tre anni fa, quando il birrificio aveva appena iniziato l’attività).

Se avete voglia di allontanarvi dal centro, il posto da visitare è il Richter Brewery, locale tranquillo e frequentato solo da locals. La chiara prodotta è ottima e il birrificio è stato premiato come il migliore per il 2005 dall’associazione SPP (una sorta di Camra ceca). Se invece non volete lasciare gli itinerari classici, è d’obbligo una sosta allo storico U Fleků, vera trappola per turisti – rifiutate i “cicchetti” che i camerieri vi “offriranno”, il vostro portafogli vi ringrazierà – ma in grado di produrre una scura sensazionale, anche se stavolta l’ho trovata un po’ giù di corda rispetto a come la ricordavo. Insomma ce n’è per tutti i gusti…

Ultimo micro di Praga da noi visitato è stato il Klášterní, birrificio del monastero di Strahov. Anche qui i turisti non mancano (e i prezzi lo confermano), ma le birre mi hanno alquanto deluso, sebbene il Klášterní sia stato votato dal SPP miglior produttore del 2006. Questa volta infine abbiamo saltato un altro indirizzo storico di Praga, il Novoměstský pivovar, ma purtroppo il tempo non è infinito…

A parte i birrifici di Praga, vecchi e nuovi, ogni appassionato dovrebbe visitare anche le antiche birrerie della città. Immancabile in questo senso è l’U Zlatého Tygra, storico punto d’incontro per i locals, divenuto nel tempo un posto parecchio turistico. Ciononostante ha mantenuto molto dell’atmosfera originale e ha tenuto botta all’invasione di turisti meglio di quanto mi aspettassi. Si beve solo Pilsner Urquell non pastorizzata, che è distante anni luce da quella che troviamo da noi e che all’U Zlatého Tygra appare davvero fantastica (non credo sia solo l’ambiente 😉 ).

U Cerneho Vola

Altra birreria storica è l’U Černého Vola, tappa d’obbligo dopo un’approfondita visita al quartiere del Castello. Nonostante sia citata anche da guide mainstream, il luogo mantiene il suo fascino di antico rifugio per appassionati. Serve la Velkopopovický Kozel, uno dei brand della Pilsner Urquell. Posizionato in modo strategico, l’U Černého Vola garantisce una sosta ristoratrice piena d’atmosfera. Occhio però a non eccedere con l’ottima birra servita, perché il rischio è di ottenere il risultato contrario 😉 .

Questa è la Praga birraria, che sta subendo le stesse trasformazioni degli altri aspetti della città. La capitale ceca resta un punto di riferimento nel panorama europeo e, anzi, grazie al fermento che la sta investendo, risulta molto più interessante di altre mete. Sarà curioso vedere come evolverà la scena praghese e del resto della Repubblica Ceca nei prossimi anni…

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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