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La birra in Belgio e UK secondo due report annuali

Come ogni anno in questo periodo vengono pubblicati due importanti report statistici su altrettanti fondamentali mercati della birra nel mondo. Il primo è The Cask Report, redatto da Pete Brown, che analizza lo stato delle birre in cask nel Regno Unito. Il secondo è il resoconto annuale Baromètre de la Bière pubblicato dall’associazione Brasseurs Belges, che invece si concentra sui dati provenienti dal Belgio. In entrambi i casi i dati per la birra artigianale sono positivi, anche se non mancano alcune zone d’ombra.

Come Pete Brown spiega sul suo blog, nel Regno Unito la birra artigianale appare in un ottimo stato di salute, al punto che le notizie che emergono dallo studio sono le migliori da anni. Ecco i punti salienti:

  • Un incremento del 5% nel valore del mercato contro un declino del 2% del valore del mercato generico della birra.
  • Un mantenimento dei volumi per la birra in cask rispetto a un declino del 4% del mercato generico della birra – l’ultimo anno in cui il consumo di birra in cask non subì perdite fu il 1994.
  • Un totale di più di 8 milioni e mezzo di consumatori di birra in cask, aumentati di circa 120.000 unità.
  • Un incremento del 4% nella distribuzione, grazie a 3.000 nuovi pub con birra in cask.
  • Una riduzione dell’età media dei bevitori – in particolare una crescita del 17% nella fascia 18-24 anni.

Sono dati strepitosi, ma Pete Brown ci tiene a sottolineare che non bisogna lasciarsi andare a facili entusiasmi. Il dettaglio più importante in senso negativo è che il volume generale di birra in cask non è aumentato, fondamentalmente perché molti bevitori rimangono consumatori occasionali. A tal proposito sono illuminanti le conclusioni dell’autore:

Sono leggermente preoccupato dal fatto che sottolineando solo il trend positivo della birra in cask, finiamo col compiacere consumatori, birrai e pub, come se comunicassimo che tutto si risolve solo installando un paio di pompe la bancone. […] I birrai e i publican con cui parlo stanno tutti andando alla grande, ma semplicemente perché lavorano duro nel realizzare le proprie birre, nel mantenerle nelle migliori condizioni e nello spiegare alla gente quanto sono buone. Non succede certo in modo automatico.

Se volete consultare il report nella sua interezza potete scaricarlo in formato pdf.

Il report proveniente dal Belgio non si concentra sulla birra artigianale, ma analizza il mercato globale della birra. Come spiegato dal sito Beverfood, emerge che la produzione complessiva è rimasta pressoché immutata rispetto all’anno precedente, tuttavia i consumi sono calati dell’1,3%. Ciò significa che il settore si è rafforzato in termini di export, che ora rappresenta addirittura il 57% del totale della produzione (in 10 anni è aumentato di ben 20 punti percentuale).

Secondo i dati una buona fetta di mercato è rappresentato dalle “birre speciali”, che in molti casi corrispondo a quelle dei microbirrifici nazionali. Tra le tipologie preferite, svettano allora le trappiste (14,8%), seguite dalle birre d’abbazia (13,7%). Più dietro troviamo le specialità regionali (10,5%) e quindi le “bionde forti” (9%). Interessante il dato sui gusti delle due popolazioni principali: i valloni preferiscono trappiste e birre d’abbazia, i fiamminghi le pils e le bionde forti.

Ecco di seguito altre tendenze emerse dallo studio:

  • Il vino resta dominatore al ristorante, ma la birra guadagna terreno.
  • La birra è bevuta soprattutto nei caffè.
  • Ampia popolarità gode tra le mura domestiche, mentre guadagna terreno come bevanda durante aperitivi e ricevimenti.
  • L’81,6% dei consumatori non si considera influenzabile dalla pubblicità di birra.
  • I messaggi di prevenzione sull’abuso di alcol sembrano funzionare.

Anche in questo caso è disponibile al download gratuito l’intero documento in formato pdf.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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Un commento

  1. articolo molto interessante…..ma in italia la birra artigianale come va? ciaoooooo lallo

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