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Da New Belgium una birra “sgradevole” per combattere i cambiamenti climatici

Come potrebbe cambiare la birra a causa dei cambiamenti climatici? Decisamente in peggio. È questa la conclusione a cui è giunto il birrificio americano New Belgium, da sempre impegnato in un approccio eco-friendly alla produzione brassicola. Per dimostrare la fondatezza del suo ragionamento e rendere tangibili gli effetti del riscaldamento globale, l’azienda ha deciso di lanciare una birra appositamente “cattiva” perché realizzata con materie prime di bassa lega, quelle cioè che potrebbero essere disponibili in un futuro non troppo lontano. La Torched Earth Ale (5,2%), che sarà presentata domani in concomitanza con la Giornata della Terra, non persegue l’obiettivo di piacere ai consumatori, ma di sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti dei cambiamenti climatici, rendendo quest’ultimi evidenti seppur in maniera simbolica.

La ricetta della Torched Earth Ale è pensata immaginando il futuro. Un futuro in cui l’orzo sarà stato soppiantato da cereali più resistenti alla siccità e da ingredienti alternativi ai luppoli. Così la base fermentescibile presenta alte percentuali di miglio e grano saraceno in sostituzione del malto d’orzo, nonché una frazione di malti affumicati per restituire l’idea dell’impatto che avranno gli incendi sull’approvvigionamento idrico. Inoltre al posto dei luppoli sono impiegati fiori di tarassaco (pianta resistente, spontanea e spesso infestante) ed estratto di luppolo, prodotto più stabile ma chiaramente di qualità scadente. Il risultato è una birra che viene descritta come uno “scuro liquido amidaceo con aromi affumicati”, una definizione che di certo non invoglia alla bevuta. Ma, come spiegato, lo scopo della Torched Earth Ale è primariamente di stampo sociale.

La Torched Earth Ale sarà regolarmente disponibile sul mercato, sebbene in quantità molto limitate. È la prima volta che un birrificio produce una birra volutamente pessima come operazione di marketing: una scelta coraggiosa ma molto intelligente, che permetterà al birrificio di proprietà del colosso Kirin di continuare a far parlare di sé anche nelle prossime settimane.

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