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5 cose da salvare di questo terribile 2020 birrario

Solitamente in questo periodo lanciamo il nostro consueto Nostradamus della birra, in cui i lettori del sito sono chiamati a profetizzare gli eventi che caratterizzeranno l’anno venturo. Come le più grandi competizioni internazionali, anche l’edizione 2020 del nostro gioco non si terrà: da una parte è inutile verificare le vostre ipotesi di 12 mesi fa – tranquilli, nessuno aveva inserito “pandemia globale” tra le sue previsioni – dall’altra ha poco senso sfidarsi sulle prospettive del 2021, anche solo per motivi scaramantici. E allora per avvicinarci all’anno nuovo con un po’ di ottimismo, ho pensato di riassumere alcuni elementi positivi che, nonostante tutto, hanno segnato il 2020 della birra artigianale italiana. Senza dimenticare ovviamente la situazione delicatissima che stanno vivendo birrifici e locali su tutto il territorio nazionale.

I nuovi canali di vendita

Le pesanti restrizioni degli ultimi mesi hanno obbligato locali e birrifici a ingegnarsi per trovare nuove modalità di vendita. I pub si sono organizzati con l’asporto e il delivery (soprattutto durante il lockdown generale), mentre diversi birrifici hanno lanciato la propria piattaforma di ecommerce. In termini puramente economici queste soluzioni hanno rappresentato poco più di un palliativo, permettendo sì di limitare l’emorragia, ma non certo di proporsi come soluzione efficace nel lungo termine. Tuttavia hanno mostrato alcuni effetti collaterali positivi e non immediatamente immaginabili a un primo approccio, con ripercussioni importanti sulle singole attività.

Il delivery ha permesso a locali e birrifici di entrare letteralmente nelle case dei loro clienti, permettendo di sviluppare un più profondo rapporto personale in un mercato in cui il consolidamento sul territorio è diventato un fattore cruciale. La necessità di vendere birra tramite il web ha costretto i birrifici (e talvolta i pub) a modernizzare i propri canali online, favorendo un aggiornamento tecnologico che fino a qualche mese fa sembrava impossibile. Infine questi nuovi canali commerciali hanno garantito un fatturato che, seppur contenuto (10% – 15% rispetto a quello standard), potrebbe aggiungersi al normale bilancio dei birrifici una volta tornati alla normalità. Così quelle che inizialmente erano apparse vaghe soluzioni di ripiego, hanno rivelato punti di forza da non sottovalutare per il futuro del settore.

Il fermento dei birrifici

Come sottolineato diverse volte, la sorpresa più piacevole negli ultimi mesi è stato scoprire come i birrifici italiani abbiano continuato a sfornare nuove birre con una certa costanza. È un aspetto su cui pochi avrebbero scommesso a inizio pandemia e – devo ammetterlo – anche io inizialmente avevo pensato di dover rinunciare al consueto aggiornamento settimanale sulle novità dei nostri produttori. A dispetto di ogni previsione, invece, i birrifici hanno continuato ad annunciare birre inedite con una discreta regolarità, fino all’impennata delle ultime settimane in concomitanza con l’arrivo del Natale.

Il fenomeno conferma che il nostro settore è un po’ troppo dipendente dalla continua ricerca della novità a tutti i costi, ma per una volta possiamo tralasciare le considerazioni negative per concentrarci su quelle positive. Questa attitudine ha infatti permesso di percepire una certa vitalità nell’ambiente anche nei momenti più duri, evitando che l’inattività alimentasse una depressione generalizzata che avrebbe investito anche i consumatori. È un aspetto che pochi hanno sottolineato, ma che ha giocato un ruolo chiave nel tenere relativamente alto il morale nel settore anche in un periodo del genere. Ed è qualcosa su cui punteremo durante la Italy Beer Week di fine marzo.

Le occasioni di confronto

Il blocco del canale horeca ha rivelato tutta la fragilità del comparto della birra artigianale. Questo elemento, in aggiunta al maggiore tempo libero a disposizione di molti operatori del settore, ha favorito lo sviluppo di discussioni e confronti sul tema. In tanti si sono resi conto che è forse giunto il momento di compiere una svolta e di cambiare registro nei confronti di diverse problematiche. In condizioni normali tutto questo non sarebbe stato possibile e molti professionisti sarebbero rimasti legati alla proprio comfort zone, ignorando i limiti di dinamiche uguali a sé stesse da anni.

In realtà il dibattito è stato molto vivace soprattutto nella prima parte dell’emergenza sanitaria, mentre negli ultimissimi mesi si è percepita un po’ di stanchezza. Tuttavia alcune iniziative online come Radio Birra de La Belle Alliance o le tavole rotonde di Slow Food Editore hanno permesso di mantenere alta l’attenzione intorno a determinati temi. Difficile dire se questi confronti porteranno a qualcosa di concreto e serviranno a far crescere il settore, ma in questi casi è importante gettare i primi semi sperando che siano utili in futuro.

I risultati dei concorsi internazionali

Nonostante l’emergenza sanitaria, alcuni concorsi internazionali si sono tenuti regolarmente, seppure in forma diversa dal passato. E la notizia positiva è che i nostri birrifici hanno ottenuto grandi risultati in due delle principali iniziative a tema: lo European Beer Challenge e il Brussels Beer Challenge. Nel contest tedesco l’Italia ha registrato il suo record di medaglie (28) salendo al secondo posto nella conta totale dei riconoscimenti, superata solo dagli irraggiungibili padroni di casa. Nel concorso belga, invece, i birrifici italiani hanno incamerato 29 medaglie totali, tornando a brillare dopo alcune edizioni in chiaroscuro. I risultati più apprezzabili sono arrivati dal toscano Bruton e il veneto Birra Mastino, ma in generali tutti i produttori nostrani si sono ben difesi nei due concorsi, dimostrando come il livello della birra italiana sia in crescita costante. Se volete conoscere tutti i risultati, su Beer Zone abbiamo creato due liste speciali, rispettivamente dedicate allo European Beer Star e al Brussels Beer Challenge.

Le nuove modalità di fruizione

La distanza sociale ha contribuito allo sviluppo di nuove modalità di fruizione dei contenuti, anche nel segmento della birra artigianale. Ancora una volta le restrizioni hanno costretto molte persone ad andare oltre le proprie certezze e talvolta a vincere precise resistenze psicologiche. La diffusione di soluzioni online ha portato ripercussioni positive in ambiti collaterali, rivelando vantaggi che neanche erano stati presi in considerazione in partenza. Diversi birrifici hanno organizzato degustazioni online, a volte da soli, a volte in collaborazione con altri produttori. Il lancio di determinate birre è stato accompagnato da iniziative sul web, che hanno consentito di raggiungere in un colpo solo un bacino di utenti ampio e in parte diverso dal solito. Le potenzialità di certi strumenti sono ancora tutte da scoprire.

Le nuove modalità di fruizione sono state adottate non solo dai birrifici, ma da molti attori del comparto. Come Cronache di Birra abbiamo deciso di puntare forte su un approccio del genere, lanciando prima un corso di degustazione online (a giorni partirà la quinta edizione, da giorni andata esaurita), poi il primo master sull’abbinamento birra-cibo, chiaramente svolto in aula virtuale (comincerà a fine gennaio e c’è ancora qualche posto disponibile). Considerati i vantaggi che comportano, ritengo che queste modalità di interazione resisteranno anche dopo il ritorno alla normalità. Per questa ragione l’edizione 2021 della Italy Beer Week (ex Settimana della Birra Artigianale), in programma a fine marzo, si avvarrà di diverse iniziative online. Ma questo è un altro discorso, che affronteremo nei prossimi giorni.

Conclusioni

In definitiva anche un anno orribile come il 2020 ha riservato alcuni elementi positivi per la birra artigianale italiana. Ad essi aggiungerei – pur con il timore di apparire ingenuo – il senso di solidarietà mostrato da molti attori della filiera, che in realtà è un elemento spesso presente nel nostro ambiente. In questo momento è importante cercare, ove possibile, di mantenere alto il morale, fare buon viso a cattivo gioco e prepararsi alla ripartenza definitiva, che speriamo sia dietro l’angolo. E nel frattempo mettersi finalmente alle spalle un anno che ricorderemo per molto, moltissimo tempo.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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