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Rhex 2014: il mio resoconto

RHEX1Di ritorno da Rimini, è doveroso un resoconto su Rhex 2014, o se preferite Selezione Birra, o se preferite Pianeta Birra. La confusione nel nome della manifestazione di riferimento per gli operatori del settore è sintomo dei tanti cambiamenti avvenuti nell’ultimo anno, che purtroppo non hanno coinciso con una crescita della kermesse. Il risultato è che questa volta, come non mai, c’è l’impressione che l’evento riminese sia arrivato a un punto di non ritorno: in crisi totale d’identità dovrà necessariamente trovare una sua direzione precisa per non soccombere definitivamente. Nel frattempo ha perso nomi importanti tra gli espositori (Interbrau, Chimay, ecc.) e si è accodata all’immenso Sigep, che ha favorito un incremento delle visite tra gli stand. Fatto positivo direte voi, se non fosse però che, provenendo da realtà completamente diverse (gelato e panificazione), il pubblico era composto da tanti curiosi e da pochissimi operatori. Con buona pace dei nostri birrifici.

Così a differenza degli scorsi anni, in cui avevo puntato a nomi già consolidati ma meno reperibili nella mia città, ho preferito lanciarmi in una rischiosissima sessione di assaggi presso produttori nuovi o a me completamente sconosciuti. E il risultato è stato a tratti agghiacciante: molte di queste aziende erano presenti con creazioni a dir poco censurabili e talvolta con una preparazione sull’argomento quantomeno trascurabile. Il panorama che mi si è offerto è stato davvero desolante: nel resoconto di qualche edizione passata sottolineavo come l’alto livello qualitativo di alcuni neo-birrifici dimostrava la crescita del movimento, ma questa volta ho dovuto ricredermi. Non vorrei che la moda crescente nel settore – spesso tradotta nella nascita di discutibili beer firm – stia generando mostri in quantità superiore a validi progetti di “seconda generazione”. Chiaramente pochi assaggi personali non possono essere una cartina di tornasole efficace, però la trasferta riminese mi ha dato molto da pensare in questo senso.

Premesso dunque il basso livello di tanti marchi giovani e giovanissimi, ho tuttavia trovato qualcosa di interessante. Ad esempio Luckybrews proponeva una valida Winternest, Scotch Ale leggermente affumicata – quindi vicina a quelle del passato – come va di moda in questo periodo. Sebbene lontani da standard di eccellenza, ho poi trovato sopra la (bassa) media Benaco 70 e Oldo: non aspettatevi prodotti di chissà quale fattura, ma quantomeno non c’erano grossi problemi e le birre si lasciavano bere più o meno facilmente. Un inizio soddisfacente in attesa di vedere come cresceranno. Per il resto depressione totale, tra difetti evidenti, packaging imbarazzanti e ignoranza in materia sotto il livello di tolleranza.

Per fortuna i miei assaggi si sono concentrati anche su marchi già presenti da tempo sul mercato. Tra i “giovani ma non giovanissimi”, mi hanno fatto davvero piacere alcune conferme: Birra dell’Eremo (presente con due nuove birre), MC77 (ottime la Mild e la Blanche all’ibisco) e Math (buona la nuova IIPA). Altri segnali importanti sono arrivati da Piccolo Birrificio Clandestino (Montinera da urlo), Bruton (eccellente la Pils) e da Free Lions (ottima la rinnovata Blanche), mentre altri produttori li ho coscientemente trascurati ben conoscendo le loro capacità: penso a Foglie d’Erba, Ducato, Birrone e altri. Da segnalare la crescita costante di Opperbacco, che ormai difficilmente sbaglia una birra: ormai questo produttore è secondo me da considerare nell’elite del movimento.

Per quanto riguarda le nuove produzioni, ho apprezzato tantissimo la Triskell di Settimo, una Belgian Stout setosa e di grande spessore. Decisamente non male anche la nuova IPA di Elav, azienda sempre attivissima. Ho mancato altre novità, ma purtroppo non si può assaggiare tutto e quest’anno devo ammettere di essere tornato a casa senza troppi “buchi”.

C’erano come sempre tanti esperti ed appassionati, con cui mi ha fatto piacere chiacchierare a lungo, sebbene anche da questo punto di vista non siano mancate le defezioni. Inutile invece parlare degli appuntamenti collaterali: quest’anno il programma era letteralmente vuoto – eccezion fatta per una relazione di Unionbirrai sulle accise, che credo si stia tenendo proprio mentre scrivo.

E ora non resta che attendere i prossimi mesi per capire cosa ne sarà di Selezione Birra, ammesso che questo nome sia sempre valido. Chi di voi è stato a Rimini? Qualche opinione sui vostri assaggi?

 

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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27 Commenti

  1. io come te ho trovato un livello medio più basso di ciò che mi aspettavo. Oltre ai nuovi che secondo me hanno molta ma molta strada da fare, alcuni nomi noti mi hanno riservato delle brutte sorprese.
    Come detto in altra sede, ho trovato interessante la Blanche al fico d’india proposta dal Birrificio di Cagliari fra i nuovi nomi

  2. Ma la birra sugar free? L’avete provata. A me ha fatto pessima impressione

  3. Ma a livello di affluenza com’era?
    Il “Con buona pace dei nostri birrifici” sta per poca gente?

    • L’affluenza secondo me era maggiore che in passato, ma come ho spiegato erano un’affluenza di “riflesso”, nel senso che era formata da curiosi che probabilmente erano in fiera per il Sigep. Questo significa che tanti chiedevano assaggi, ma tra questi pochi erano contatti validi per i micro. Ah poi ho dimenticato di parlare della ghettizzazione dell’area birra, divisa dal resto della fiera tramite uno splendido muro di Berlino

  4. Tolti i grandi distributori tipo interbrau, eurosaga.
    I birrifici mi sono sembrati in buon numero.
    Per i prodotti direi che cose ottime, cose buone e cose meno buone ci sono sempre state anche negli anni passati. Come pure il birrificio competente e quello meno competente.
    Tra i birrifici che non conoscevo ho apprezzato la blanche ai fichi d’india del birrificio di Cagliari. Ottime conferme, come sempre da Ducato, Birrificio Italiani, Bad Sttitude e Opperbacco.
    Tra i giovani Settimo, anche se non ho capito perchè “belgian” stout? 🙂

  5. Già, sul mio report non ho citato le interessantissime novità di Settimo, oltre alla linea base sempre più convincente, ma perché lo reputo ormai produttore affermato.
    Lucky Brews e MC77 invece me li son proprio dimenticati: anche da loro ho fatto buoni assaggi.
    Andrea, vedo che le nostre impressioni sono state esattamente le medesime… anche se io forse ho avuto un po’ più di fortuna con le birre.

    • Diciamo che io mi sono gettato in un percorso che sapevo essere autolesionista, ho voluto provare tutto (o quasi), anche quando mi veniva sconsigliato. Però mi aspettavo meno drammi.

  6. Anche io ho trovato poco di buono, ma ecco inn ordine sparso le cose a me nuove che mi hanno colpito:
    -Il su citato Birrificio di Cagliari con la sua Blache
    -Limes di Bruton (anche se forse ha bisogno di crescere)
    -Hibu con quasi tutto (non lo conoscevo)
    -White IPA di Bad Attitude
    -Il barleywine di Retorto e la pregevole versione barricata
    …poco altro…
    moltre invece le delusioni

  7. Qualcuno ha assaggiato Monte Lupo?

  8. Pienamente condivisibile la tua esperienza. I nomi noti che hai menzionato hanno dato conferma. I ragazzi di Lucky Brews sono in gamba, secondo me. Per quanto riguarda Birrificio Settimo è stato una grande scoperta e non parlo delle birre che sono eccezionali, ma parlo del Birraio, Nicola Grande. Veramente una persona umile, disponibile ed appassionata. Queste persone, al di la delle ottime capacità brassicole, vanno portate avanti, considerando che non è facile, anzi è raro, trovare personalità di questo tipo con quella bravura. La ghettizzazione mi ha fatto sorridere.. pensavano che eravamo solo una massa di ubriaconi..vero a tratti! ;D Il muro di Berlino!

  9. Io sono stato il sabato e l’affluenza mi è sembrata in grosso calo rispetto all’anno scorso.
    E la stessa impressione me l’hanno confermata molti dei birrai con cui ho parlato. E’ stato a dir poco un flop notevole, e anche la partecipazione di operatori del settore è stata fortemente ridotta rispetto alle edizioni passate.
    I birrifici erano decisamente meno rispetto agli altri anni, ed in generale lo spazio birra è stato fortemente ridotto.
    Il fatto che la manifestazione sia stata anticipata (senza troppo preavviso) ed inglobata nel Sigep ha avuto il suo effetto devastante. Non credo proprio verrà riproposta in questa modalità!

    E purtroppo ho sentito delle birre agghiaccianti con infezioni a dir poco palesi, veramente imbarazzanti. Anche questo non giova certo all’immagine!

  10. Sono stato all’evento sabato.
    Per gli assaggi che ho fatto,avendo a disposizione in zona solo Piccolo Birrificio Clandestino e Bruton,sono andato sui nomi più famosi e per me il risultato è stato un livello medio,con alcune ottimi lavori.

    ALMOND ’22 non sono rimasto entusiasta.
    BAD ATTITUDE molto buona la California Common (Bootlegger se non sbaglio?!).
    BIRRA AMIATA solo la ComunAle mi è piaciuta (molto),le altre o per ricetta sbilanciata (Marruca) o per gusto mio non mi hanno convinto.
    BIRRIFICIO BRUTON anche se ho già bevuto birre loro un giro di Momus e Lilith non si rifiutano MAI.
    BIRRIFICIO DEL DUCATO piaciuta la loro Gose,non molto la Verdi 200 (un bicchiere di Whisky in poche parole),buone le altre birre.
    BIRRIFICIO ELAV ragazzi che conoscevo poco e che mi hanno rapito. Girano molto intorno alle Ale britanniche e americane ma tutte fatte molto bene,piaciuta anche la loro Belgian DNA.
    BIRRIFICIO FOGLIE D’ERBA trovato meno in forma di altre volte ma birre molto buone.
    BIRRIFICIO GILAC delle 4 spine nessuna delle 4 mi ha rapito.
    BIRRIFICIO HIBU bevuta la Entropia,senza infamia e senza lode.
    BIRRIFICIO ITALIANO bevute quasi tutte,compresa la Imperial Pils,l’unica che non mi ha convinto granchè era la B.I.Weizen.
    BIRRIFICIO SETTIMO Levis,Quishoc,Nuce e Aes piaciute molto.
    BIRRONE conosciuti a Fermentazioni,grandi birre e la GerIca è da impazzire,BUONISSIMA!
    FREE LIONS Area 51 non mi ha entusiasmato,Maddekè molto buona,+ 39 buonissima (una Blanche che mi ha rapito) e buona anche la Stout di cui non ricordo il nome.
    LUCKYBREWS la Scotch Ale non mi ha entusiasma e tra Apollo e Japa (di buon livello) sul filo di lana preferisco la prima.
    MICROBIRRIFICIO OPPERBACCO assaggiato le 5 spine di sinistra (ne avevano 11 diamine!!!) 10 e Lode non mi ha convinto,6sonIPA particolare,4.7 buona ma non mi ha rapito,Overdose si e mi è piaciuta molto la Deep Underground questa via di mezzo tra una Black IPA e una Robust Porter.
    PICCOLO BIRRIFICIO CLANDESTINO li conosco molto bene ma tra Oimmena,Ri’appala e Villa Serena non riesco a resistere.
    SAINT JOHN’S BIER bevuto solo la Marzen e non mi ha convinto.

    Questo è il resoconto di un “nuovo” (da 3 anni) bevitore di birre artigianali (e della sua squadra di 5 amici,perchè da solo sarebbe stato insostenibile).

    Salute a tutti

  11. per curiosità: qualcuno ha assaggiato la Janka di Railroad brewing company? io l’ho provata tempo fa e l’ho trovata una IPA fantastica (finalmente si sente malto e non caramello in una IPA). è una beer firm tra l’altro.

    • Io l’ho assaggiata, direi che è buona ma non sorprendente, molto standard. Ho fatto due chiacchiere anche con rurale che gli fa la birra, da quel che ho capito la ricetta è tutta sua però.

  12. Andrea hai bevuto qualcosa di Birrificio Le Fate?

  13. Perché ogni birrificio decide di dare la propria definizione (non interpretazione ma definizione)di Ipa e Apa? È come il vangelo che ognuno scrive il suo? Mah.

    Per il resto, l’organizzazione ha pensato a tutto quello che un bevitore medio di birra ha bisogno: paninaro a tre metri, bagni a quattro! Non è vero, scherzo. Ma ho fatto 300km solo per bere Birra Terrona!

  14. Salve ragazzi, avete provato le Fate?

  15. Oltre alle birre già elogiate nei commenti precedenti o nel post, merita una particolare menzione la strepitosa Imperial Deep Underground di Opperbacco, che come dice Andrea è ormai uno dei migliori birrifici d’Italia.

    Altra vera e propria perla la double blanche di Settimo in bottiglia.

    Buona anche la Grigna, pils di Lariano.

  16. Sarebbe un peccato perdere la possibilità di gironzolare per Rhex, Pianeta Birra o chissà quale altro nome inventeranno, ma in effetti la mia impressione, anche se era lunedì, è stata quella di una fiera disinteressata all’argomento birra, e forte invece per il settore SIGEP-RHEX; molti nuovi birrifici, ma l’impressione generale, dopo qualche chiacchierata nel dettaglio, è una mancanza di preparazione di fondo.. certo, il trend birra artigianale tira come non mai, e fa tendenza.. ma dopo aver assaggiato 12 tipi di Ipa, Double Ipa, Super Ipa e 8 diverse interpretazioni di Apa, mi sembra che la tendenza all’utilizzo sfrenato dell’amaro sia una ottima copertura per birre incerte e stucchevoli. Quindi ho fatto una pausa pranzo, dopo la quale mi son lanciato verso i noti Birrificio Italiano (birre in formissima), Ducato (Verdi Imperial Stout di grande complessità), Foglie d’Erba (Haraban molto piacevole), Retorto (grande la Daughter of Autumn, mai provata, ma da ora la vado a comprare di certo! e Birrone (punto G che aveva già colpito l’anno passato ed ora ancor di più!), con piacevoli conferme e belle sensazioni.. peccato davvero vedere una situazione desolata e nascosta dietro quello stupido muro con due body guard al varco! E’ però importante vedere Agostino Arioli, Giovanni Campari and friends, che nonostante tutto se la passano tranquilli a spinare le loro grandi birre.. se perderemo anche il loro supporto, allora la vetrina riminese, grazie alla quale far conoscere il proprio prodotto, perderà del tutto interesse.

  17. In 2 giorni di Rhex devo ammettere che il livello medio delle birre mi è parso a dir poco al di sotto degli anni precedenti, colpa delle numerose defezioni dei “big” nonché di molte realtà ai limiti della professionalità.
    Di conferme/buone impressioni:
    RURALE come sempre dimostra di avere una qualità media dei prodotti invidiabile. Tra i migliori.
    RETORTO il buon Marcello si dimostra ancora u a volta una garanzia e sfoggia 2 barley wine davvero interessanti.
    BAD ATTITUDE da manuale, buone e stra-beverine.
    ALMOND ’22: buona la nuova Triple, molto secca e corta, meno entusiasmante l’imperial lager (“braveheart?”)
    FOGLIE D’ERBA con una buona porter il resto non l’ho assaggiato.
    KASHMIR buona e di livello l’intera gamma, meritava sicuramente di partecipare agli IBA
    SETTIMO Nix ha trovato la formula magica per le sue produzioni, la nuova Triskell mi è piaciuta anche se un po’ slegata, mentre la Quis Hoc era meno esplosiva delle scorse volte.
    FREE LIONS la copppia Andra-Massimo ha presentato una buona e riuscita tap list, la nuova +39 piaciuta molto così come la prossima uscita….e non svelo oltre.
    PBC buone, ho trascorso una mezz’ora di chiacchiera tra una bitter ed un altra.
    OPPERBACCO si conferma, così come la nuova TSO del nuovo progetto di Luigi e Loreto.
    BIRRONE, tra i più in forma, birre di una pulizia ed eleganza ben oltre la media. La Punto G volevo finirmela da solo.
    DESMOND buona la “nuova” festival

    MEDIE:

    LA BIRRA DI MENI, buona bevibilità per tutte le produzioni, tuttavia troppo anonime e poco avvincenti.
    BIRRA DELL’EREMO pulite e senza difetti, la gamma è ampia ma ho riscontrato un “appiattimento” di base che non mi ha fatto entusiasmare.

    Per il resto posso solo che tentare di dimenticare alcune birre dei nomi nuovi, quanto meno parlo personalmente, poiché non solo erano scorrette ma in alcuni casi presentavano difetti evidentissimi e sicuramente improponibili per un produttore professionale.

    Se non altro la scarpinata vale sempre per rimanere in compagnia di amici che poche volta riesco ad incontrare.

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