Dopo la pausa estiva riprendiamo anche la consueta panoramica sulle nuove birre italiane. Partiamo da una collaborazione, quella cioè tra Canediguerra e Guineu Cervesa, uno dei birrifici spagnoli più conosciuti all’estero. Il frutto del loro incontro brassicolo è la Taronja Pale Ale, che si distingue per un “carattere mediterraneo” ottenuto grazie all’aggiunta in infusione di scorze di arancia (taronja in catalano, per l’appunto). L’agrume si fonde con analoghe sfumature provenienti dai luppoli americani e con le note fragranti del malto.
Altra collaboration brew, ma tutta italiana, è quella derivante dalla partnership tra un produttore storico e uno molto giovane: rispettivamente Birrificio Italiano e Crak. La Fresh is More si pone l’obiettivo di valorizzare al massimo la freschezza, la potenza e gli aromi del luppolo, coerentemente con uno dei capisaldi della filosofia di entrambi i birrifici. Pochi i dettagli sulla birra, se non che prevede una doppia versione: quella del Birrificio Italiano è stata brassata a fine agosto, domani invece toccherà all’interpretazione di Crak. Date un’occhiata alla festa organizzata per la cotta perché è praticamente imperdibile.
Una doppia novità all’insegna dei Brettanomiceti arriva dal Birrificio del Ducato e può essere considerata un modo per sdrammatizzare i recenti eventi legati al Brexit – un evento che ha toccato da vicino il birraio Giovanni Campari, socio di alcuni pub nel Regno Unito. Così la Brettxit è una birra fermentata totalmente con Brettanomyces e luppolata con varietà EKG e Fuggles (anche in dry hopping). Terrosa e vegetale, con la classica rusticità del Brett, risulta però facilissima da bere. L’American Brettxit è invece un blend di una parte di birra fermentata al 100% con Brettanomiceti e una parte di Ale invecchiata in botte. Qui i luppoli impiegati sono americani (Citra e Yellow Sub), mentre le note ricordano gli agrumi e il balsamico, con una punta selvatica proveniente dal Brett. Curiosi di assaggiarle? L’attesa sarà breve: saranno presentate in alcuni locali selezionati venerdì 9 settembre.
Si chiama invece Impitoyable (“impietosa” o “spietata”) l’ultima creazione a firma Extraomnes. Trattasi di una Belgian Strong Ale molto forte (10,6%) che fa curiosamente ricorso a un dry hopping di fiori di luppolo Centennial. Così viene raccontata dal birrificio:
Una birra dedicata a quelli che, pur sapendo di fare un grosso errore, non riescono a resistere al fascino di sbagliare. Un viaggio pericoloso, un amore rovente, una serata distruttiva. Lo so già, ma non importa. Questa è l’Impitoyable.
Per la cronaca è disponibile solo in fusto (no bottiglie).
Riapriamo per un momento il discorso delle collaborazioni per presentare la Tabellina del Tre, che, come il nome suggerisce, è creata da ben tre birrifici: Dada, Bellazzi e Argo. Ma il numero perfetto per eccellenza si ritrova in tante altre caratteristiche della ricetta e della birra, dalla scelta degli ingredienti all’apporto in termini di IBU. Per quanto riguarda lo stile di riferimento, siamo nel campo delle Bitter inglesi (5%). La presentazione è stata prevista in tre diversi locali: il prossimo evento (nonché l’ultimo) sarà giovedì prossimo presso Zona Artigianale di Modena.
È un’American Pale Ale decisamente in stile l’ultima nata in casa Venti 15 Brewing. La Màtì (6%) nasce da una ricetta che prevede malti Pale e Crystal, luppoli Columbus, Amarillo e Cascade (gli ultimi due usati anche in dry hopping) e lievito neutro americano (US-05). La luppolatura si traduce in un amaro deciso ma non invadente (50 IBU), tanto da risultare piuttosto equilibrata ed elegante. Ottima per questa parte finale di estate 2016.
E concludiamo con la Weird Science di Terre di Faul, che si inserisce nella corrente (alquanto à la page attualmente) delle Farmhouse Ale. La birra è ottenuta tramite un sour mash che attiva una fermentazione lattica spontanea, che si traduce in una leggera nota acidula al palato. Il lievito inoculato è invece il French Saison (responsabile dell’elevata attenuazione), mentre i luppoli sono di quattro varietà: Challenger, Williamette, Monroe e Citra. L’amaro è praticamente assente, mentre protagonisti sono gli aromi derivanti dal lievito (nota speziata) e dai luppoli (citrico e frutti rossi). Parte della cotta è stata travasata in una botte di Amarone dove riposerà 5 mesi per ottenere una versione barricata.