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Nuove birre da Loverbeer, MC-77, Birrificio Lambrate, La Villana e Noiz

Se seguite il canale Instagram di Cronache di Birra, avrete notato che ieri pomeriggio abbiamo pubblicato una foto relativa alle due nuove birre del birrificio Loverbeer. La prima si chiama Ghironda (6,2%) ed è una Fruit Beer fermentata con inoculo di batteri lattici e lieviti, tra cui Brettanomyces, e quindi affinata per un anno in barrique. L’elemento caratteristico è però rappresentato dall’aggiunta di amarene fresche in macerazione, che oltre a donare un colore rosso cremisi, regalano una melodia aromatica che si innalza sulla trama di fondo della fermentazione mista. Il nome è quello dello storico strumento tipico delle Valli occitane piemontesi, riscoperto in tempi recenti dalla musica moderna e fonte d’ispirazione per il birraio Valter Loverier: in un gioco dal gusto quasi kandiskiano, egli ha voluto tradurre in birra il funzionamento della ghironda, in cui i cantini (la melodia, cioè le amarene) si innestano sui bordoni (la base armonica, cioè la fermentazione mista).

La seconda novità di Loverbeer si chiama invece Sour Sketch (5,6%) e appartiene all’universo delle Italian Grape Ale, o meglio alla loro incarnazione acida. In questo caso il modello di partenza non va ricercato in suggestioni di tipo sinestetico, ma nelle tradizioni della bevanda: la Sour Sketch si ispira infatti alle Druivenbier, le antiche birre belghe prodotte con uva. La fermentazione è prima attivata da un normale inoculo di lieviti, quindi rinvigorita dai lieviti e i batteri presenti naturalmente sulla buccia della frutta. La birra prevede una lunga maturazione in acciaio (5/6 mesi), dunque subisce una rifermentazione in bottiglia o in fusto. Si contraddistingue per profumi di rosa e pesca sciroppata, mentre al palato si esprime con acidità e dolcezza e sapori di pesca, lampone e frutta matura. È una birra secca, equilibrata e facile da bere, ma ovviamente tutt’altro che scontata.

Cambiamo totalmente genere per introdurre la Local Farmer (5%) del birrificio MC-77 (sito web), annunciata solo qualche giorno fa. Da tempo gli appassionati si chiedevano quando sarebbe arrivata la prima bassa fermentazione di Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani e finalmente la loro attesa è stata ripagata: la Local Farmer è infatti una Pilsner piuttosto fedele allo stile di riferimento, con fragranti aromi di malto (miele, crosta di pane) e fresche note di luppolo. Per questo debutto nel mondo delle Lager, il produttore marchigiano ha deciso di affidarsi a ingredienti locali: sia l’orzo che il luppolo sono infatti coltivati nella provincia di Macerata. La birra è disponibile in bottiglie da 33 cl (a quando le lattine?) e ha tutte le carte in regola per aggiungersi al sempre più ampio novero delle Pils italiane di altissimo livello.

Sarà presentata ufficialmente giovedì la nuovissima Say When (6,7%) del Birrificio Lambrate di Milano, creata in collaborazione con il Brewdog Bar di Firenze. Il pretesto per questa nuova new entry è rappresentato dall’edizione 2020 della Collabfest di Brewdog, l’iniziativa annuale del produttore scozzese che coinvolge decine di birrifici da sedici diverse nazioni: ognuno di essi è chiamato a creare una birra inedita in partnership con uno dei tanti Brewdog Bar sparsi nel mondo. Nello specifico la Say When è una DDH IPA brassata con luppoli Azacca ed Ekuanot, contraddistinta da un deciso profilo aromatico in cui si ritrovano note di frutta tropicale (mango, ananas), agrumi e resina di pino. Se volete assaggiarla vi basterà attendere qualche giorno e poi sarà disponibile online.

Occorrerà invece aspettare l’inizio di dicembre per provare la nuovissima Vinhop (6,5%), Italian Grape Ale annunciata recentemente dal birrificio La Villana. La ricetta prevede l’aggiunta di mosto di Valpolicella della Cantina Zymé, azienda che ha fornito anche le botti dove la stessa birra è stata affinata per tre mesi dopo il periodo di fermentazione e maturazione in acciaio. Di colore rosa carico, la Vinhop ostenta aromi di frutta rossa, che si accompagnano a un tocco delicatamente vinoso e a sfumature di vaniglia derivanti dal passaggio in legno; in bocca spicca l’acidità dell’uva e un corpo pieno. Fuori dai contenuti prettamente brassicoli, c’è da segnalare che da inizio novembre è anche disponibile sul mercato il sidro de La Villana, battezzato Melania (5,6%) e realizzato con mele succo di mele vicentine non pastorizzato. In aggiunta subisce un processo di dry hopping con luppoli Azacca e Citra che conferiscono sfumature balsamiche e agrumate. Salvo smentite, è inoltre il primo sidro artigianale confezionato in lattina.

Concludiamo la panoramica odierna con la Slow (4,7%), recente new entry del birrificio romagnolo Noiz. Si tratta di una Blanche che il produttore di Santarcangelo aveva pensato per l’annuale Fiera di San Martino, manifestazione che poi è stata annullata per i motivi che tutti conosciamo. I ragazzi di Noiz hanno voluto comunque celebrare la ricorrenza con la loro birra, anche per respirare quello spirito amichevole e scanzonato che speriamo tutti di poter rivivere il prima possibile. La Slow segue fedelmente lo stile di riferimento: è aromatizzata con coriandolo e scorza di agrumi, mentre la base fermentescibile presenta una percentuale di avena in aggiunta ai classici frumento e malto d’orzo. È una birra fresca e fragrante, dal finale secco e leggermente acidulo.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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