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Nuovi birrifici: Deep Beer, Babylon, Bastian Birraio, Corese e La Birrofila

La panoramica di oggi suoi nuovi produttori italiani comincia dalla beer firm Deep Beer, che si è affacciata da poco sul mercato italiano ma con idee molto interessanti. Si propone infatti come un progetto sociale per connettere diverse comunità produttive e promuovere la coesione sociale e la crescita inclusiva. Le birre nascono quindi dalla cooperazione con imprese agricole locali e finiscono in bottiglie etichettate con opere di giovani artisti del territorio. Promotore è Francesco Di Palma, laureatosi all’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e con esperienza in birrifici come Pausa Cafè e Baladin. Ha inoltre un master in tecnologie birraie presso il Cerb di Perugia.

Le birre attualmente prodotte a marchio Deep Beer sono tre. La Witte de With (4,2%) è ispirata alle Blanche belghe e presenta un 30% di farro nella base fermentabile, che restituisce una certa sapidità al palato. La Grog’n Ale (6,5%) è invece una Saison di una bella complessità, realizzata con un 30% di grano Solina, antica varietà autoctona. Infine la Deep Throat è una Bitter sui generis che impiega un 30% di mais varietà Ottofile con l’intento di riqualificare questo ingrediente spesso associato alle negative consuetudini produttive dell’industria. Dettagli su Deep Beer sono disponibili su Facebook.

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Ad appena una manciata di chilometri da Ascoli Piceno è recentemente iniziata l’avventura del Birrificio Babylon, nata dall’idea di quattro soci: Adriano Giulioni, Michele Isoldi, Francesco Pedicino e Simone Pedicino. Cresciuti birrariamente in un contesto stimolante come quello di Roma, è nelle Marche che hanno trovato il luogo ideale per il loro sogno. Qui infatti non solo hanno trovato un ambiente più tranquillo per sviluppare la propria visione, ma si sono persino imbattuti in un vecchio birrificio abbandonato (attivo 10 anni fa) con un impianto a fiamma che hanno deciso di riportare in vita. Questo ex brewpub (è presente anche una sala per la somministrazione) si trova all’interno di un locale pittoresco, costituito di grottini, le cui origini sarebbero molto antiche; da una ricostruzione della storia del posto si ipotizza che in passato sia stato un convento o un maniero fortificato. L’obiettivo è di riaprire la sala di somministrazione all’interno del birrificio stesso.

Al momento le birre prodotte dal Birrificio Babylon sono tre. La Babylon Pils è una Pilsner di concezione “moderna”, che oltre ai classici luppoli nobili utilizza Huell Melon in dry hopping. La Desaparec-Ipa (6,2%) potrebbe essere definita una Rye-Fruit Ipa, poiché impiega sia una piccola quantità di segale, sia buccia d’arancia. La Shinobi Stout (4,8%) è una scura con luppolo giapponese Sorachi Ace. Ma in cantiere ci sono già altre ricette. Tutti i dettagli sul Birrificio Babylon sono disponibili sul relativo sito web.

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L’Umbria è una regione che dopo anni di stallo ha iniziato a sfornare birrifici molto interessanti e tra gli ultimi arrivati si segnala Bastian Birraio, aperto recentemente a Perugia. Il nome esprime il desiderio da una parte di allontanarsi dal concetto tradizionale di birra (commerciale), dall’altra di tracciare una strada differente rispetto ai tanti produttori artigianali presenti sul mercato. Così si spiegano le tante scelte originali, che riguardano anche l’aspetto distributivo: rapporto diretto con i locali, vuoto a rendere in alcune zone, BirrApe per eventi e fiere.

Ogni birra quindi deve essere riconoscibile e possedere un preciso carattere. Al momento Bastian Birraio ne produce quattro: Manigolda (Golden Ale) , Prheferita (Hefeweizen), Redenta (Irish Red Ale) e Alternatipa (American Ipa). Tuttavia sono già in fase di test altre ricette, che daranno vita ad altre birre: Palese (Pale Ale), Magnifipa (English Ipa) e Barbarica (un Sahti realizzato appositamente per un festival “barbarico” che si tiene in provincia di Perugia). Inoltre sono in fase di studio tre etichette a marchio Birra del Lago  (il birrificio non è lontano dal Trasimeno) con cereali e luppoli coltivati localmente: Maggiore (Italian Grape Ale), Minore (birra alla Fagiolina del Trasimeno IGP) e Polvese (birra alla canapa). Simpatica la scelta di associare ogni birra a una playlist ascoltabile su Spotify. Dettagli sono disponibili sul sito dell’azienda.

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Ha invece sede a Latina la beer firm Birrificio Corese, ufficialmente nata a febbraio ma presente sul mercato solo da giugno. I soci sono Ivan Piccoli e sua moglie (coadiuvati da un’amica), che dopo anni di homebrewing hanno deciso di compiere il grande passo con un obiettivo ben preciso: far conoscere i prodotti ricchi di tradizione della zona di Cori, valorizzandoli attraverso le birre. Le materie prime impiegate, oltre a quelle classiche, sono tutte locali: zafferano di Cori, miele d’acacia e persino pane, sulla falsariga di quanto avviene già all’estero e recentemente anche in Italia. Le birre prodotte al momento sono due: la Saffron Belgian, una Strong Ale di stampo belga prodotta con zafferano, e la Bread Saison, che utilizza pane di recupero. Informazioni più dettagliate sul Birrificio Corese sono disponibili sulla relativa pagina Facebook.

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E concludiamo con La Birrofila, birrificio attivo nel comune di Bernareggio, in piena Brianza. Anche in questo caso i soci sono quattro, due dei quali provenienti del Birrificio Lambrate di Milano. L’impianto è da 500 litri (ex Hibu) e la cantina ha una capienza di 4.000 hl, mentre le birre realizzate al momento sono cinque: Prima (Blonde Ale), Jeivù (Belgian Ale), Ulahop (American Ipa), Rocker (APA) e Graz (Weiss). Tra i progetti anche l’apertura di un pub a Milano, che dovrebbe essere in dirittura d’arrivo proprio in queste settimane. Se ne volete sapere di più, vi rimando a Facebook.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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