Cimec

Recenti cambi di nome: i casi Degged (ex Doctor B), Blink (ex Birracruda) e Mudita (ex Scaccomalto)

Per un birrificio scegliere il giusto nome è un aspetto fondamentale, che può avere ripercussioni decisive sul successo dell’azienda. In passato abbiamo spesso affrontato questo tema, indagando alcuni casi di studio nel panorama brassicolo italiano, tra cui il più importante è forse quello relativo a Crak. Il celebre produttore veneto, infatti, decise di cambiare nome quando passò dallo stato di beer firm (Birra Olmo) a quello di birrificio. Fu un modo per rompere totalmente con l’esperienza precedente e cominciare una nuova tappa della sua vita facendo tabula rasa di tutto, nome compreso: una soluzione che, come vedremo, non è insolita nel mondo della birra artigianale. Tuttavia esistono altre situazioni che suggeriscono a un’azienda di essere ribattezzata in maniera differente, spesso per motivi di strategia di mercato o per evitare confusione e omonimie. Negli ultimi mesi in Italia non sono mancati esempi rientranti nelle due fattispecie.

Degged (ex Doctor B)

Il caso più recente è quello di Doctor B, giovane birrificio di Livorno che in poco tempo è riuscito a convincere appassionati e addetti ai lavori grazie soprattutto a basse fermentazioni di ottimo livello. In effetti tra le pochissime cose che si potevano rimproverare al produttore toscano era il nome non particolarmente fortunato: poco caratterizzante e non meno suscettibile di incomprensioni – la somiglianza con Mister B di Mantova era fin troppo evidente. Anche il logo non era il massimo della vita, con una grande “B” stilizzata dalla forma poco chiara e la scritta “Doctor” in verticale. Tutti limiti che hanno convinto Francesca Pertici e Laura Pescosolido ad affrontare una profonda ridefinizione dell’identità aziendale, nonostante i rischi connessi a un’operazione del genere: in casi come questo, infatti, il rischio è di perdere molto del credito ottenuto sul mercato o comunque di dover investire tempo e risorse per mantenere la propria riconoscibilità nell’ambiente.

Così proprio qualche giorno fa è stata annunciata la novità: Doctor B Brewpub cambia identità e diventa Birrificio Degged. Un nome più immediato e d’impatto, che a differenza del precedente è palindromo come quelli di tutte le birre della casa. Chiaramente anche il logo è cambiato e ora è un logotipo semplice e pulito, valorizzato da un font ricercato e molto gradevole. Inutile poi sottolineare che sono state riviste anche le etichette, con uno stile chiaro e piuttosto minimalista (palette bicromatiche), in cui compaiono il nome del birrificio, quello della birra, la nuova tagline di Degged (“E la sete sale”), lo stile di riferimento e altre informazioni.

Il cambio di rotta, ideato da Alessandra Di Dio con il supporto creativo di Spaghetti Studio, è spiegato direttamente da Francesca e Laura:

Con Degged desideriamo diffondere la gioia autentica di gustare una birra, trascorrere una serata in compagnia e apprezzare il buon cibo, semplice, senza la necessità di dimostrare alcunché o lasciarsi influenzare da preconcetti.

Il nostro marchio rinnovato, Degged, simboleggia l’incontro tra la semplicità e la sorpresa. Abbiamo scelto di concentrarci sugli stili a bassa fermentazione poiché crediamo che il segreto di una birra eccellente risieda nella sua semplicità e nella sua essenza senza fronzoli, ma non è detto che il futuro non ci riservi qualche birra più “particolare”!

Blink Brewery (ex Birracruda)

Doctor B non è l’unico produttore italiano ad aver cambiato denominazione negli ultimi tempi. A marzo ha fatto il suo debutto sul mercato italiano il nuovo marchio Blink Brewery, nato dalla ridenominazione del birrificio Birracruda. Aperto a Pesaro nel 2015, Birracruda ha per anni prodotto birra esclusivamente per i suoi locali della provincia, prima di decidere di compiere una svolta radicale. Anche in questo caso sono gli stessi protagonisti a raccontare la propria scelta:

Siamo nati nel 2015 con l’ idea di produrre birra e venderla solo nei nostri locali posizionati nella provincia di Pesaro e Urbino. La veste BIRRACRUDA era perfetta. Anno dopo anno siamo cresciuti, ci siamo ampliati e siamo arrivati al punto di ridisegnare il nostro brand. Ed eccoci oggi con il nuovo nome: BLINK BREWERY.

Siamo sempre noi, con più esperienza e con la stessa passione nel produrre birra di qualità. L’unica differenza sarà la veste! Una veste legata al passato (stessi birrai, stesso commerciale e stessi titolari) ma proiettata al futuro!

La rivoluzione non è solo nel nome, perché sono state accantonate le bottiglie per virare totalmente sull’alluminio. Le lattine sono decorate seguendo la nuova identità visiva di Blink Brewery, con illustrazioni colorate e dal vago gusto onirico. Anche i nomi delle birre sono completamente nuovi, così come alcune ricette più orientate al mercato odierno.

Mudita (ex Scaccomalto)

Per l’ultima operazione torniamo curiosamente ancora a Livorno, dove è da poco cominciata l’avventura di Mudita, birrificio avviato quest’anno dalle “ceneri” della beer firm Scaccomalto. La scelta strategica è evidenziata a più riprese sul sito del produttore, in aggiunta a un post che ne spiega dettagliatamente i motivi:

Eravamo sicuri di voler dare un nuovo nome dopo l’esperienza di Scaccomalto perché si tratta a tutti gli effetti di un nuovo inizio: occuparci in prima persona di ogni fase del processo produttivo è sempre stato il nostro sogno e questo segna un nuovo capitolo della nostra storia.

Scegliere il nome, però, non è stato affatto semplice: volevamo un nome che avesse un significato importante per noi, che rappresentasse la nostra visione della birra, e soprattutto che ci rappresentasse. È così che è nato lo spunto per le parole intraducibili: la parte che ci affascina di più del nostro lavoro è quella della trasformazione, da quattro ingredienti si ottiene un prodotto che non è semplicemente la loro somma. Come non si può dire che la birra sia solo malto, acqua, luppolo e lievito, così esistono parole che non hanno equivalenti in altre lingue, che hanno un significato intrinseco più forte.

Mudita è quella che faceva perfettamente al caso nostro: indica quel sentimento di gioia disinteressata che si prova quando si è felici per i successi di qualcun altro. È un sentimento raro, una sorta di gioia contagiosa, che trova il suo culmine in un brindisi, preferibilmente proprio con una lattina di birra in mano.

Mudita punta sulle lattine come contenitore privilegiato, che personalizza con un mosaico grafico identico per tutte le birre – costruito sviluppando l’immagine del logo – ma declinato cromaticamente in maniera diversa di volta in volta. In etichetta compaiono poi solo il nome del prodotto (anche qui interessante lo studio sul font) e lo stile di riferimento.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

Leggi anche

Nuovi birrifici e beer firm: Bandiga, Due Fusti e Lab25

A distanza di un paio di mesi dall’ultimo aggiornamento, torniamo a occuparci di nuovi marchi …

Recenti cambi di nome: i casi Hoppycrat (ex Passion Brewery), Nebula (ex Rattabrew) ed Exuvia (ex 2+)

Qualche settimana fa abbiamo riportato qualche considerazione su Beer Attraction, la fiera di settore che …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *