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Le figure professionali chiave per il futuro della birra artigianale

Qualche giorno fa è stata pubblicata la nuova ricerca di Osservatorio Birra, soggetto nato da un’iniziativa di Fondazione Birra Moretti che da qualche anno analizza le evoluzioni del mercato italiano. Lo studio si concentra sul “valore condiviso” del settore, che negli ultimi 3 anni è cresciuto di oltre 1 miliardo di euro (+17%) dimostrando come il comparto birrario, inteso in senso più allargato, goda di straordinaria salute. La ricerca è interessante – vi consiglio di dare un’occhiata al relativo pdf redatto da Osservatorio Birra – e in qualche modo si collega a un rapporto di qualche mese fa incentrato sulle ricadute occupazionali del mercato. Oltre a snocciolare dati decisamente incoraggianti (+4.400 posti di lavoro e +26% di stipendi in due anni), questo secondo report cerca di capire quali sono le professioni della birra e le competenze più richieste. Alla fine vengono elaborati 15 figure professionali che si trovano a coprire ruoli chiave all’interno della filiera e che possono risultare interessanti per chi vuole lavorare nel settore. Vediamo quali hanno senso nel segmento della birra artigianale.

Mastro birraio

Ovviamente la figura del responsabile di produzione all’interno di un birrificio è fondamentale. Per quanto riguarda il comparto artigianale mi sembra chiaro che negli ultimi anni stiamo assistendo (per fortuna!) a un deciso cambio di paradigma. Conclusa la fase pionieristica e “avventurosa” del settore, oggi siamo di fronte a una svolta epocale. Anche nel segmento artigianale il birraio non può più essere concepito come una figura improvvisata, magari priva di formazione e con solo qualche anno di homebrewing alle spalle. In Italia aprono meno birrifici rispetto al passato e quelli già attivi si stanno consolidando. Crescono le richieste per birrai professionisti, con un serio percorso formativo nel curriculum vitae, meglio se svolto in parte all’estero. Tanti ragazzi italiani hanno capito che non conviene aprire un birrificio con risorse limitate e una preparazione approssimativa, ma è meglio andare a studiare all’estero e poi riproporsi sul mercato domestico con un background di medio-alto livello. Se vi piace lavorare in sala cottura, pensate seriamente a un percorso formativo nel settore. Ormai è questa la strada per entrare nel mercato, non cercare di racimolare fondi per aprire un birrificio con un micro-impianto da 100 litri.

Responsabile laboratorio e controllo qualità

In Italia negli ultimi anni molti birrifici artigianali hanno capito l’importanza di investire sul controllo della qualità e, talvolta, su un laboratorio interno di analisi. I vantaggi che si possono ottenere sul fronte qualitativo giustificano ampiamente gli investimenti, soprattutto in un mercato diventato estremamente competitivo in pochissimo tempo. Benché non sia una figura ancora molto richiesta nel comparto artigianale, quello del responsabile di laboratorio e del controllo qualità è un ruolo destinato a trovare sempre più spazio nel mercato della birra craft, anche come consulente esterno. Se possedete una preparazione in materia e vi piace la birra artigianale, avete una buona dote da spendere sul mercato.

Coordinatore sostenibilità

Quello della sostenibilità è un tema destinato ad acquisire importanza nei prossimi anni. Chiaramente gran parte di questa ascesa sarà assorbita dalla grande industria, eppure il concetto è così delicato e importante che non è escluso che coinvolga anche alcuni birrifici artigianali, almeno i più grandi. Possedere una formazione relativa alla sostenibilità ambientale non garantisce certo un posto di lavoro nel comparto artigianale, ma potrebbe rappresentare un valore aggiunto importante nei prossimi anni.

Digital innovation manager

Il Digital innovation manager è il responsabile della digitalizzazione dei processi all’interno di un’azienda. Se apparentemente può sembrare una figura interessante solo per la grande industria, in realtà ha in prospettiva molto spazio di manovra anche all’interno del comparto artigianale. Con il consolidamento degli attori operanti nel settore craft, infatti, i birrifici sono destinati a dover gestire un numero crescente di attività e informazioni relative non solo al processo puramente produttivo, ma anche a operazioni riguardanti la distribuzione, la logistica, la comunicazione e l’assolvimento degli oneri burocratici. Gli strumenti digitali possono facilitare questi passaggi e ottimizzare enormemente i processi aziendali. Le potenzialità di simili mezzi sono ancora sconosciuti a molti birrifici artigianali, ma i vantaggi che si possono ottenere sono innegabili. Ecco perché una simile figura professionale è destinata a ottenere sempre maggiore considerazione nei prossimi anni.

Commerce specialist

La figura del “commerciale” sta acquistando importanza anche nel segmento artigianale. O meglio, è importante da sempre, ovviamente. Solo che fino a qualche anno fa le sue mansioni erano svolte da uno dei soci fondatori, se non addirittura dallo stesso birraio. Negli ultimi anni molti birrifici hanno capito che un ruolo così nevralgico non può essere improvvisato e hanno cominciato ad assumere figure specializzate. Non pensiate però che sia facile proporsi come Commerce specialist nel comparto craft, perché occorre conoscere a fondo la cultura birraria e le dinamiche di un mercato che spesso si basa su regole totalmente diverse da quelle di altri settori.

Tecnico grafico

Ormai da diverso tempo i birrifici artigianali hanno compreso che non basta produrre buona birra, ma serve anche presentarla con un’immagine curata e professionale. La qualità dei progetti grafici legati al settore è cresciuta esponenzialmente e oggi nessuno penserebbe mai di lanciare il suo marchio brassicolo (o il suo locale) senza affidarsi a professionisti del settore. Semmai il problema di questa figura è l’elevata concorrenza, quindi conoscere a fondo il prodotto è un punto di partenza cruciale per guadagnare subito un vantaggio sui competitor.

Brand ambassador

Quella del Brand ambassador è una figura che si è diffusa velocemente in tutti i settori industriali, birra compresa. In pratica è colui che rappresenta l’immagine pubblica di un marchio, che comunica la visione e i valori dell’azienda al fine di aumentare la brand awareness, fidelizzare i clienti già acquisiti e trovarne di nuovi. Sembrerebbe un ruolo limitato alle esigenze delle multinazionali del settore birrario, eppure negli ultimi anni alcuni birrifici artigianali hanno iniziato a collaborare proprio con simili professionisti. In questo caso il coinvolgimento sfrutta principalmente i social network, che permettono di raggiungere un ampio pubblico con investimenti limitati, quindi per il Brand ambassador del comparto artigianale è più importante saperci fare online che instaurare relazioni dirette. Nelle sue varie sfumature è una delle figure professionali che saranno più richieste nei prossimi anni.

Beer specialist

Il Beer specialist presenta caratteristiche in comune con il commerciale e il Brand ambassador, ma ricopre un ruolo di supporto alla forza vendita dei distributori sul territorio (o direttamente dei rivenditori). Svolge inoltre un’importante funzione formativa nei confronti di questi soggetti, offrendo informazioni e nozioni indispensabili per la corretta gestione del prodotto. Chiaramente occorre possedere competenze in termini di cultura birraria, servizio, stoccaggio e gestione. È una figura sempre più richiesta dai birrifici ma soprattutto dai distributori.

Spillatore e barman

La ricerca utilizza il terribile termine “spillatore” – che invece indica lo strumento del suo lavoro – per riferirsi a colui che serve la birra dietro al bancone. Nella nostra rassegna lo abbiamo unito alla figura del barman perché insieme formano ciò che più correttamente va chiamato “publican”, cioè il gestore/proprietario del pub che si occupa di spillare la birra, gestire i fusti, comunicare con i clienti e altro ancora. Chiaramente anche nel segmento artigianale c’è grande richiesta per ruoli del genere, il problema è che non richiedono elevata specializzazione, né prevedono un percorso formativo ad hoc. Se lo immaginate come il vostro lavoro del futuro, vi conviene pensare di svolgerlo come proprietari dell’attività. In altre parole, apritevi un locale e datevi da fare.

Sommelier della birra

Una figura con competenza esclusiva nell’assaggio della birra è richiesta raramente dall’industria, figuriamoci dal comparto della birra artigianale. Possedere doti di beersommelier è importante, ma è una competenza che funziona se considerata come valore aggiunto ad altre specializzazioni. Non riceverete compensi per partecipare ai concorsi internazionali e l’unica fonte di guadagno sarà qualche sporadica consulenza per birrifici e altri soggetti del settore. Un po’ poco per pensare di farlo a tempo pieno, ma fondamentale per offrire servizi aggiuntivi e aumentare la propria autorevolezza nel mercato.

Tecnologo alimentare (della birra)

Si presuppone che la figura del tecnologo alimentare nel settore brassicolo sia molto ben retribuita, ma al momento resta un ruolo appannaggio dell’industria. I birrifici artigianali, che in Italia ancora non hanno raggiunto una strutturazione interna elevata, non ricercano una figura del genere, che spesso invece è “assorbita” dallo stesso birraio o da uno dei soci fondatori.

Ingegnere chimico alimentare

Vale lo stesso discorso fatto per il tecnologo alimentare.

Responsabile sicurezza

Figura estremamente legata al comparto industriale.

Automation specialist

Figuratevi se un birrificio artigianale è interessato a questioni di automazione…

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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