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A Siena rinasce Birra Bader, antico marchio legato alla città (e alla storia delle Pils)

La riscoperta dei marchi birrari del passato in chiave artigianale è un fenomeno abbastanza diffuso in Italia, con alcuni casi di successo come Birra Perugia in Umbria o Birra Puddu in Sardegna. Se queste operazioni da una parte hanno uno scopo prettamente commerciale, dall’altra permettono di riscoprire storie e aneddoti legati a una città o a un territorio, spesso sconosciuti ai più. È il caso della rinascita di Birra Bader, birrificio fondato alla fine del XIX secolo a Siena e capace di raggiungere all’epoca un discreto successo. A riportarlo in vita è stato Marco Cheli, un imprenditore italiano che ha deciso di rilevare il marchio, associarlo a un locale birrario e lanciarsi in una sfida affascinante in una terra dedita da sempre al vino. Per diversi motivi quella di Birra Bader è una storia che senza dubbio merita di essere raccontata.

Birra Bader nacque nel 1876 per mano di un imprenditore tedesco, tal Wilhelm Bader, originario di Wittenbergh in Sassonia. Fu invitato a trasferirsi a Siena da un affarista del posto, che lo convinse a subentrare nella proprietà di un birrificio in crisi, attivo già da qualche decennio. Bader decise di cogliere l’occasione e rilevò l’azienda, continuando a produrre birra ma in maniera completamente diversa. Se conoscete un minimo le evoluzioni della nostra bevanda, saprete che quello fu un periodo di profonde trasformazioni: solo qualche anno prima Josef Groll aveva creato la prima Pilsner della storia, contribuendo in maniera decisiva al successo delle birre chiare a bassa fermentazione. In pochissimo tempo il successo della Pilsner divenne globale, favorendo la nascita di altri stili simili come le Helles in Baviera o le Dortmunder Export in Renania.

Quando Bader arrivò a Siena si presentò come una sorta di specialista delle Pils, avendo sviluppato un importante bagaglio tecnico in materia. Chiaramente quel know-how da solo non sarebbe bastato, ma per sua fortuna la città dispone di un sistema di gallerie sotterranee che risultarono perfette per la produzione e maturazione delle basse fermentazioni di Bader. Si tratta dei bottini, che compongono un acquedotto interrato di età medievale, esteso per circa 25 km sotto la superficie di Siena – proprio in una di queste gallerie sarebbe stata ritrovata in tempi recenti una bottiglia di Birra Bader. Le competenze del birraio e la disponibilità dei bottini permisero al birrificio di ottenere un discreto successo grazie alla qualità dei suoi prodotti.

Birra Bader prosperò fino alla dipartita del suo fondatore, che lasciò l’attività in mano al figlio Adolfo. Costui però morì prematuramente e la moglie decise di cedere l’azienda alla Guglielmo Bader Società Anonima. Da quel momento il marchio visse vicende alterne, finché non fu dichiarata la bancarotta nel 1938 anche a causa della crisi dei prezzi dei prodotti agricoli di quel periodo. Per la città di Siena e la storia della birra in Italia si chiuse una fase importante.

A distanza di circa 150 anni dalla sua fondazione, ora Birra Bader torna in vita. È lo stesso Marco Cheli a spiegare questa scelta:

Il progetto di dar vita a un brand senese di birra a bassa fermentazione nasce in epoca pre Covid per differenziarmi rispetto alla quasi totalità dei numerosi birrifici artigianali presenti sul territorio toscano. Poi per caso mi imbattei in una vecchia foto di fine Ottocento, dove la scritta ‘Birra Bader’ si stagliava sul tetto di un chiosco in ghisa in perfetto stile Liberty, con lo sfondo di una basilica senese. Decisi di approfondire la questione, e una visita all’Archivio di Stato mi aprì un mondo.

 

L’interesse per quella vicenda ha convinto Marco Cheli a rilevare il marchio e aprire un locale in città, capace di rappresentare la nuova “casa” di Birra Bader. Il Birra Bader Beerstrò prova così a replicare l’atmosfera bohémienne delle birrerie del XIX secolo tra stampe antiche e cimeli di fine Ottocento, come bottiglie d’epoca e sifoni originali. Quattro delle cinque birre disponibili a marchio Birra Bader sono evidentemente ispirate al “birrone stile Monaco o Vienna” di Wilhelm: Pils, Weizen, Schwarz e Dunkel. Unica eccezione è rappresentata da una “IPA a bassa fermentazione” – quindi aspettiamoci una India Pale Lager o qualcosa del genere – che punta espressamente a un pubblico più giovane. Il locale dispone anche di una cucina con una proposta a cavallo tra Toscana e Baviera: panini gourmet e classici piatti della cucina toscana, ma anche stinchi e wurstel in puro stile bavarese.

In conclusione, la rinascita di Birra Bader rappresenta non solo un omaggio alla storia e alla tradizione brassicola di Siena, ma anche un esempio di come la passione e l’ingegno imprenditoriale possano rivitalizzare marchi storici in chiave artigianale e preservarne l’eredità per le generazioni future. Qualcosa che in Italia accade non di rado, talvolta con risultati egregi.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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