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Nuove birre da Hammer, Nix, Menaresta e altri birrifici italiani

La carrellata di oggi sulle nuove birre italiane è corposa come non mai, quindi conviene tralasciare qualsiasi introduzione per arrivare subito al succo del discorso. E lo facciamo dal birrificio Hammer, che recentemente ha annunciato due interessanti novità. La prima si chiama Underdog (7%) ed è una IPA nata come una sfida, quella cioè di creare una buona incarnazione dello stile utilizzando almeno il 50% di luppolo Mandarina Bavaria, varietà tedesca di nuova generazione talvolta un po’ bistrattata. Per riuscirci il birraio Marco Valeriani ha usato malti Pils, Pale, Cara e fiocchi di avena e integrato il mix di luppoli con l’aggiunta di Denali ed El Dorado. Il lievito è Vermont, il che lascia supporre (insieme all’avena) deviazioni nel campo delle NE IPA: in effetti la Underdog viene definita morbida e vellutata al tatto, con aromi tropicali, agrumati ed erbacei. Una variazione sul tema, ottenuta senza ricorrere ai classici luppoli da American IPA (Citra, Simcoe, Amarillo, ecc.).

La seconda creazione di Hammer è la Chocolate Stout (7,8%) della linea Workpiece, brassata con grande quantità di avena, lattosio e con l’aggiunta di una dose generosa di granella di cacao tostata e vaniglia Barboun. Se amate le birre scure intensamente aromatizzate, magari di ispirazione statunitense, accomodatevi pure: è densa e oleosa e con potenti note di cioccolato al latte, mou, vaniglia e cacao. Sarà presentata in anteprima sabato 17 marzo nel corso del Chocolate Stout Day, evento organizzato dallo stesso birrificio lombardo.

Restiamo in Lombardia per parlare dell’ultima creazione di Nix (beer firm di Nicola Grande), battezzata Streek e realizzata sul modello delle Special Belge. Questo stile, tipico di Anversa e chiamato anche Belgian Pale Ale, è spesso trascurato dal movimento internazionale della birra artigianale, forse perché privo di incarnazioni di conclamato valore (la più famosa è la De Koninck). Nicola ha cercato di rilanciarlo con questa creazione che potrete assaggiare in anteprima durante la Settimana della Birra Artigianale, in diversi locali sparsi in tutta Italia. Il nome deriva da Streekproduct (prodotto regionale), denominazione con la quale nelle Fiandre si identificano prodotti alimentari locali, realizzati in maniera tradizionale.

Da una tipologia strettamente belga passiamo all’unico stile italiano (quasi) riconosciuto a livello internazionale, quello cioè delle Italian Grape Ale. Appartiene a questa categoria l’Odissea di Menaresta, novità che si presenterà stasera all’Osteria Il Bardo di Carate Brianza (MB), dove sarà accompagnata da due Lambrusco di pregiatissime cantine basso padane. Perché questo strano accostamento? Perché l’Odissea è stata brassata proprio con l’aggiunta di mosto di Lambrusco mantovano di primissima qualità. Per informazioni più dettagliate sull’evento vi rimando al sito della Settimana della Birra Artigianale.

Spostandoci a Torino, circa un mese fa vi ho raccontato dell’apertura di Edit, locale polifunzionale dotato di un proprio impianto di produzione. Dopo l’inaugurazione le tre birre di esordio ora è arrivato il momento di arricchire la gamma con altre proporre le prime birre realizzate in loco, come quella di debutto presentata lunedì scorso: la Edit Stout. È chiaramente una scura che trae ispirazione dalle Dry Stout di origine irlandese, realizzata con malti tostati che conferiscono note di caffè e cacao. È interessante sottolineare che non è esattamente una birra con cui ci si immagina che un marchio brassicolo voglia far conoscere i propri prodotti. Scelta coraggiosa, che evidentemente punta a deflagrare le convinzioni dei profani riguardo alle birre nere: nella descrizione si sottolinea infatti che è leggera (4,5%) e molto facile da bere.

In questo percorso tra le varie culture brassicole europee non poteva mancare la Germania, che tocchiamo grazie alla Zimmr (6,7%). Si tratta dell’ultima creazione di Ersilia D’Amico, birraia del lucano Birrificio del Vulture, che per il terzo compleanno dell’azienda ha voluto creare questa one shot. La Zimmr appartiene allo stile delle Doppelbock (birre alcoliche disponibili durante i mesi invernali) e il nome indica in dialetto campano il maschio della capra, chiaro riferimento al simbolo di queste specialità brassicole (il caprone, “bock” in tedesco). Manca invece il tipico suffisso “-ator”, ma è chiaramente un sacrificio compiuto a favore del gioco di parole.

Continuiamo restando all’interno del patrimonio brassicolo teutonico con La Ciavola (5%), nuovissima creazione a firma Rock Brewery. Qui lo stile di riferimento è quello delle classiche Weizen tedesche, con le tipiche note di banana matura e fiori di garofano provenienti dal lievito. Il corpo è medio ma la bevibilità altissima, mentre l’amaro appena pronunciato e funzionale soprattutto a bilanciare la spiccata dolcezza della birra. Il nome è un omaggio alla Torre delle Ciavole di Piraino, in provincia di Messina, splendido esempio del sistema difensivo delle coste siciliane nel XVI secolo.

E concludiamo con una collaboration brew – poteva forse mancare in una rassegna del genere? – nello specifico creata da Amiata Brewing Co. insieme all’inglese Brewheadz. Battezzata Testa Matta, è una Session IPA che ha fatto la sua prima apparizione al passato Beer Attraction. Il mix di luppoli consta di quattro varietà diverse (Calypso, Loral, Chinook e Mandarina Bavaria) e si esprime tanto in aroma quanto in amaro (molto deciso). È chiaramente facile da bere e dalla gradazione alcolica contenuta (5%).

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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2 Commenti

  1. Ti segnalo che la EDIT stout non è la birra d’esordio, in quanto già dall’apertura di novembre al locale erano disponibili la EDIT pils, la EDIT bock e la EDIT apa, tutte ancora adesso regolarmente in produzione e presenti alle spine (e in bottiglia).

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