Cimec

Nuove birre da Jungle Juice (anche con Yblon), Hammer, Babylon, Castelli e altri

Non senza un po’ di sorpresa bisogna ammettere che il caffè si è rivelato uno degli ingredienti più gettonati dai birrifici italiani negli ultimi mesi. L’ultima conferma ci arriva dalla collaboration brew con cui apriamo la panoramica odierna sulle nuove birre italiane, quella cioè tra il romano Jungle Juice e il siciliano Yblon. La Tico (4,2%) è infatti una Breakfast Coffee Porter realizzata con un 20% di avena e soprattutto con una speciale miscela arabica fornita dalla torrefazione artigianale Etna Roaster. La birra, intensa nell’aroma e morbida al palato, è stata presentata meno di un mese fa in contemporanea in una ventina di locali italiani. Ho avuto la fortuna di assaggiarla direttamente dal maturatore qualche giorno prima del confezionamento e poi successivamente alla spina: è un prodotto davvero molto interessante.

Le novità di Jungle Juice non si fermano però alla Tico, perché appena una settima fa è stata annunciata una nuova new entry nella linea Fruit Jay. Questa gamma parallela, inaugurata esattamente un anno fa, è dedicata a creazioni che hanno nella frutta il proprio ingrediente principale. All’epoca le prime due birre furono una Witbier ai lamponi e una Session IPA con ananas e mango. Ora che il caldo è tornato a far capolino, è giunto per il birraio Umberto Calabria il momento di rimpolpare (letteralmente!) la linea con la Grapefruit Wit (5%), una birra di frumento (maltato e in fiocchi) aromatizzata con l’aggiunta di pompelmo. Se la vorrete assaggiare – esclusivamente in infradito, come consigliato dal suo creatore – sappiate che sarà tra le produzioni disponibili alla festa del primo anno del birrificio, che si terrà sabato 12 maggio.

A proposito di linee parallele, dobbiamo segnalare una new entry anche nella gamma Workpiece di Hammer, che l’azienda lombarda utilizza per testare le sue ricette sul mercato prima di promuoverle nella sua linea ufficiale. La Gose (4,5%) interpreta ovviamente l’antichissimo e peculiare stile della città di Lipsia, mantenendone intatte tutte le caratteristiche produttive. La ricetta prevede quindi malto di frumento in aggiunta a quello classico di orzo, ma anche l’impiego di sale e di lattobacilli (Lactobacillus plantarum), oltre all’immancabile coriandolo in semi. Disponibile solo in fusto, è chiaramente una birra perfetta per la stagione calda grazie alla sua straordinaria capacità dissetante. Anche in questo caso un’ottima occasione per assaggiarla sarà il compleanno del birrificio (il terzo), che si celebrerà sabato 19 maggio.

Si chiama invece Mdmapa (5,4%) la nuova American Pale Ale del marchigiano Babylon. Il nome si riferisce alle quantità “allucinanti” di luppolo impiegato in dry hopping, nelle varietà Athanum, Mosaic, Ariana e Topaz, che restituiscono note di frutta esotica molto intense. Di color oro, è una birra straordinariamente facile da bere, anch’essa perfetta per la bella stagione. L’etichetta, nel tipico stile Babylon, è un viaggio lisergico su spiagge tropicali che declina visivamente le sensazioni fornite dalla bevuta. Altra novità del birrificio, di importanza secondaria, è relativa alla linea di birre acide con frutta: è stata ribattezzata Erasmus e la prima creazione a uscire con questa nuova denominazione sarà la Sour con fico d’india e frutto della passione, già apparsa a luglio dello scorso anno.

Restiamo nelle Marche per introdurre l’ultima nata dal Birrificio dei Castelli, chiamata Effecto Placebo (6,4%) – l’azienda usa la lingua latina per tutte le sue birre. Poteva forse mancare una New England IPA in una rassegna del genere? Ovvio che no, e infatti siamo al cospetto di una “juicy” caratterizzata da una discreta opalescenza e da decise note di frutta tropicale, riconducibili a mango, passion fruit e agrumi. Da copione la morbidezza al palato (ottenuta anche con una percentuale di avena), dove il gusto fruttato lascia spazio nel finale a un delicato amaro. I luppoli impiegati sono di provenienza americana e neozelandese.

Restiamo nel campo delle IPA di moderna concezione, spostandoci però sul fronte “session” con la nuova creazione della beer firm Blag Brewing. Il nome della birra è Don’t Fear The Reaper (4,2%), un chiaro riferimento al classicone dei Blue Oyster Cult. Facilissima da bere – altrimenti non sarebbe “sessionable”, nonostante non ami accostare questo aggettivo a una IPA – si contraddistingue per intensi aromi erbacei e agrumati, ottenuti grazie alla varietà di luppolo impiegati: Ekuanot, Simcoe e Galaxy. La scorsa estate fu dominata dalle Light IPA e chissà che lo stesso non succeda anche quest’anno…

Spostiamoci in Sardegna per segnalare l’uscita della Conchebbagna (4,6%), realizzata di recente da Birra Scialandrone. Il nome letteralmente significa “testa di salsa di pomodoro” ed è l’appellativo che nel dialetto cagliaritano viene affibbiato alle persone dai capelli rossi. Siamo infatti al cospetto di un’Amber Ale che unisce una buona trama maltata (con un leggero sentore di caramello) a una solida fase luppolata con toni erbacei, resinosi e agrumati. Il finale, discretamente amaro (50 IBU), risulta fresco e intenso e invita a un successivo sorso. La Conchebbagna si inserisce tra le tante novità dell’azienda sarda, tra cui l’inizio del trasferimento della sede produttiva dalla provincia di Cagliari (Quartu Sant’Elena) alla città, che dovrebbe ultimarsi entro la fine dell’anno.

E per restare in tema concludiamo con la Jumbo Session (4,9%) una Hoppy Saison nata dalla collaborazione tra il Piccolo Birrificio Clandestino e Hilltop e creata appositamente per il matrimonio di Giacomo “Obe” Sarti, fondatore del gruppo Hoperation Good Beer. La ricetta prevede quasi esclusivamente malto Pils (oltre a un pizzico di farro) e una delicata luppolatura ottenuta con varietà Perle, mentre uno dei caratteri più interessanti è la secchezza finale, ottenuta grazie alla voracità del lievito French Saison. Quest’ultimo ovviamente ha anche contribuito al profilo aromatico della birra, nella quale però è entrato in gioco anche il doppio dry hopping di Simcoe e Mosaic. Il risultato è una birra ricca ma anche facile da bere, con note tropicali, floreali ed erbacee.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

Leggi anche

Nuove birre da Birrificio della Granda + Birrificio Italiano, Bondai + Alder, Opperbacco, Linfa e altri

Tra le tante birre collaborative di questa prima parte del 2024, se ne segnalano due …

Nuove birre da Birrificio Italiano + Omnipollo, Alder, Ca’ del Brado, Altavia + Elvo e altri

In questi anni, nelle nostre panoramiche sulle nuove birre italiane, abbiamo citato diverse collaborazioni internazionali. …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *