Le collaborazioni tra birrifici sono una costante anche in Italia, tanto che le produzioni rientranti in questa famiglia si susseguono a ritmo vertiginoso. Dopo l’enfasi iniziale, perĂ², molte collaboration brew sono destinate a finire nel dimenticatoio, anche quando il partner è un importante produttore straniero. Sono poche le eccezioni a questa regola, ma possiamo scommettere che tra loro rientrerĂ la Papa Nero (13,5%), frutto dell’incontro brassicolo tra il romano Ritual Lab (sito web) e il quotato birrificio statunitense Voodoo (sito web). Il risultato non poteva che essere un’Imperial Stout – stile di cui gli americani sono tra i migliori interpreti – che tuttavia non prevede l’impiego di adjuncts, evitando quindi qualsiasi caratterizzazione di stampo pastry. Al contrario l’idea è di ottenere il massimo dagli ingredienti base con una bollitura prolungata e con il ricorso alla tecnica del double mash. Oltre all’intensitĂ aromatica (caffè, liquirizia, melassa), colpisce il corpo pieno, seducente e morbido, vero fiore all’occhiello di tante Imperial Stout d’oltreoceano. La birra è giĂ disponibile da qualche settimana e il consiglio è di non lasciarvela scappare.
L’umbro Birra dell’Eremo (sito web) è un birrificio da sempre molto attivo, ma negli ultimi tempi sembra aver incrementato ulteriormente la propria operositĂ . Molte sono infatti le novitĂ svelate di recente, a cui ora si aggiunge la Madra (7,1%), annunciata esattamente una settimana fa. Si tratta della (se non sbaglio) terza Italian Grape Ale dell’azienda di Assisi, che dunque continua la propria liaison con lo stile che rappresenta l’anello di congiunzione tra il mondo birrario e quello vinicolo. La ricetta prevede infatti l’aggiunta di mosto di uve Sangiovese selezionate dall’enologo toscano Giacomo Baraldo, amico e compagno nel percorso professionale del birraio Enrico Ciani. La Madra è giĂ disponibile sullo shop di Birra dell’Eremo, ma potrete assaggiarla in anteprima a Beer Attraction insieme alle altre novitĂ del produttore.
Anche Podere La Berta sfrutterĂ la kermesse riminese per presentare alcune interessanti novitĂ , a partire dalla Macchia. Si tratta di una Farmhouse Ale – tipologia piuttosto cara al produttore romagnolo – realizzata in collaborazione con il birrificio olandese Nevel, che da anni porta avanti un progetto incentrato sulle sperimentazioni con lieviti selvaggi e botti. L’elemento caratteristico della Macchia è il ricorso a un gruit composto da ingredienti locali, nello specifico ginepro, cipresso e foglie d’ulivo. Questo particolare mix si innesta su una base classica Farmhouse, ottenuta con una percentuale di frumento in aggiunta al normale malto d’orzo, lasciata poi riposare sei mesi in botti di Chardonnay. Sia il passaggio in legno, sia la cultura di lieviti forniti da Nevel rendono la birra spiccatamente acida, ma a colpire è anche l’amaro erbaceo, con inconsuete sfumature ottenute dall’estrazione delle parti verdi delle piante, e la secchezza finale, che la rende molto bevibile. Oltre a questa novitĂ assoluta, bisogna segnalare il “revamping” della Foamy di Podere La Berta, che da American Wheat si trasforma in una New England IPA.
Interessante anche l’ultima creazione del birrificio sardo Mezzavia, che dopo diversi anni ha deciso di inserire in gamma una birra che puntasse forte in direzione del luppolo. Sembra una scelta paradossale in un mercato da anni dominato da IPA e sue varianti, ma il birraio Alessandro Melis ha voluto attendere le giuste condizioni. Negli ultimi tempi l’azienda ha infatti cominciato a investire sul confezionamento in isobarico e sul monitoraggio dei livelli di ossigeno nella varie fasi di produzione, riducendolo a valori prossimi allo zero. Elementi imprescindibili per garantire il corretto livello di freschezza del prodotto, di cui sicuramente si avvarrĂ la nuova Stilema (6%), un’American IPA piuttosto fedele allo stile di riferimento. La base fermentescibile è costituita da malti Pils, Maris Otter e Crystal, mentre la luppolatura (prevista anche a freddo) ricorre a varietĂ statunitensi e neozelandesi. Il ventaglio aromatico è governato da nette note di frutta tropicale e agrumi e leggere sfumature di caramello; in bocca lo spiccato amaro è bilanciato da un ingresso sostanzialmente dolce. Anche in questo caso l’evento dove assaggiare la Stilema in anteprima sarĂ Beer Attraction a Rimini.
E concludiamo il nostro giro di novitĂ italiane tornando nel Lazio e piĂ¹ precisamente a Viterbo. Qui il birrificio Terre di Faul (sito web) ha recentemente prodotto una classica Bohemian Pils, battezzata La Tosa (5%) in omaggio agli amici veneti. La ricetta prevede il ricorso a solo malto Pils e a luppoli rigorosamente tedeschi. Uno spartito piuttosto tradizionale, che si riserva una piccola variazione sul tema proprio in termini di luppolo: oltre ai convenzionali Magnum e Spalter Select, è stata usata anche la varietĂ moderna Callista che si contraddistingue per intense note di albicocca, passion fruit e frutti rossi. Se siete curiosi di assaggiarla sappiate che è stata immessa sul mercato una manciata di giorni fa, quindi al momento dovrebbe essere ampiamente disponibile.
Papa Nero avvistata dalle mie parti alla modica cifra di 12 euro. Perchè ha la ceralacca ed è stata fatta in collaborazione con un birrificio americano figo? A giustificare questo prezzo assurdo con c’è nemmeno un passaggio in botte. Ero molto indeciso sul da farsi, ma alla fine ha prevalso la volontĂ di lasciarla lì dov’era.
Fortunatamente le birre sono tante ,per tutti i gusti e per tutte le tasche. Papa nero non l’ho bevuta,anche se l’ho giĂ vista in un locale,conoscendo ritual lab dubito che non sia buona. Magari me la bevo con un amico…così saranno 6 gli euro anzichĂ© 12
Se andiamo avanti di questo passo, ben presto di amici coi quali condividere la birra, te ne serviranno due o tre…