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Nuove birre da Alder, Birrificio Italiano, Rurale, Eastside e Torre Mozza

La birra artigianale vive spesso di mode e tendenze che finiscono per influenzarne profondamente il mercato. Questo aspetto può non piacere ai puristi, ma ha anche effetti positivi: permette ad esempio di recuperare “gusti” e specialità che sembravano destinati all’oblio. Il movimento internazionale si è sviluppato esaltando l’amaro, poi ha alimentato un certo seguito per l’acido. Negli ultimi anni sono state persino sdoganate le “birre scure”, che nei pub in passato vendevano quanto un maglione di lana in pieno agosto (e senza saldi). Ora la situazione sta cambiando e il numero di nuove birre italiane appartenenti a questa famiglia sta crescendo sensibilmente, come dimostra la Bollner (7,3%), Double Chocolate Milk Stout di Alder (sito web). Il birrificio lombardo si vede bene dal definirla una Pastry Stout, nonostante la ricetta preveda l’aggiunta di vaniglia e fave di cacao, oltre a lattosio e una percentuale di avena in aggiunta ai malti inglesi. Non l’abbiamo ancora assaggiata, ma dai primi commenti sembra in effetti lontana dagli eccessi di molte Pastry Stout.

Molto particolare è invece l’ultima creazione del Birrificio Italiano, una birra a basso impatto ambientale battezzata Estebana (4%). Inquadrarla in uno stile preciso è un esercizio pressoché inutile, perché la ricetta ha pochi elementi in comune con tipologie definite. Innanzitutto è stato utilizzato un lievito indigeno di El Salvador isolato da un campione di Chicha de Mais destinata alla distillazione del cosiddetto Chaparro. Poi in termini di processo produttivo l’unico input termico ha riguardato l’ammostamento (il mosto è stato portato a 76º C): non è stata dunque effettuata bollitura né raffreddamento del mosto. Inoltre si è scelto di non controllare la temperatura di fermentazione né quella di maturazione e di stoccare la birra finita a temperatura ambiente. L’Estebana è stata presentata un paio di settimane fa al Lambiczoon e presso i locali del Birrificio Italiano a Milano e Lurago Marinone.

Nel frattempo il Birrificio Rurale sta portando avanti la sua linea IPA is Back, dedicata a esplorare particolari miscele di luppoli moderni. La terza release della gamma si chiama IPA is Back – Citrus Garden Blend ed è realizzata con varietà Amarillo, Loral, Crystal e Zythos, capaci di conferire intensi aromi di agrumi (limone, pompelmo) e più delicate sfumature resinose. La terzogenita arriva dopo la Dank Blend (luppoli Idaho7, Amarillo e Simcoe) e la Tropical Passion Blend (luppoli Hallertau Blanc, Nelson Sauvin e Mosaic). Ancora un volta ci piace sottolineare la grafica curata e accattivante dell’etichetta, che si adatta particolarmente bene alle lattine, un contenitore sul quale il Birrificio Rurale sta puntando molto in questo momento.

A proposito del discorso fatto in apertura, bisogna registrare l’ennesima “scura” del birrificio laziale Eastside, chiamata Rio Brilhante (7%). Il nome dovrebbe essere quello della varietà di caffè utilizzata nel processo produttivo: siamo infatti al cospetto di un’intensa Coffee Export Stout. Di colore nero impenetrabile, la Rio Brilhante ovviamente si contraddistingue per nette note di caffè, che però lasciano spazio a toni di cioccolato amaro e orzo bruciato. La birra rimane molto facile da bere nonostante il tenore alcolico non certo indifferente, che regala un leggero tepore etilico. Da sottolineare che la novità di Eastside è stata realizzata in collaborazione con Artisan e Faro: un connubio che a inizio anno aveva già dato vita alla Nano Challa, anch’essa una Export Stout al caffè.

Oltre alle Stout e alle loro derivazione, possiamo far entrare nel concetto di “birre scure” anche altri stili solitamente legati alle tradizioni brassicole europee. Le Old Ale rientrano in questo concetto allargato ed è a esse che si ispira la nuova Showdown (7,4%) di Torre Mozza (sito web), giovane birrificio di Rovigo. Come da copione il profilo aromatico si caratterizza per pennellate di nocciola tostata e frutta rossa, mentre al palato si distingue un corpo medio con una mouthfeel vellutata e una chiusura leggermente amara che facilita la bevuta. Il birrificio la definisce una birra da bancone ma anche da divano, riassumendo bene la doppia anima di questo antico stile britannico. Se vi piacciono le tipologie classiche, merita sicuramente di essere assaggiata.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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