
Così dopo le birre collaborative, è arrivato il tempo dei pesci collaborativi 🙂 . Ringrazio Tony per avermi invitato a costruire insieme lo scherzo (l’idea di partenza è stata sua) e soprattutto Giorgio per essersi reso disponibile a intervenire come protagonista della vicenda. Se già avevate fatto la bocca ai whisky del Mastro Titta dovrete ripensarci: gli unici distillati di Giorgio saranno quelli che potrete continuare a bere al suo pub come sempre, ma che di certo non saranno prodotti da lui grazie all’alambicco di un fantomatico amico. Spero che il pesce non abbia mietuto troppe vittime!
A Borgorose hanno pensato a ogni dettaglio, dal coinvolgimento con l’Antico Birrificio Vaticano (esistito davvero) all’impiego di miele del miele proveniente dalle api dei Giardini Vaticani, dal dry hopping con Cascade della Patagonia a un evento apposito da tenersi a Eataly Roma. Un pesce davvero ben congegnato, bravi!
Dopo aver studiato il mercato negli ultimi anni, abbiamo deciso di abbandonare i nostri principi e tutto ciò in cui crediamo per dare ai consumatori ciò che vogliono: birre dal più basso denominatore comune. Se vuoi definire te stesso con insipida e ruffiana mediocrità, allora questa è la nuova birra che fa per te. Stiamo per stringere accordi con le multinazionali del settore. Saranno i nostri compagni di ventura, mentre cercheremo di aiutarlo a distruggere la vera essenza della birra.
Seguono alcune caratteristiche fondamentali, come l’aggiunta di surrogati del malto, l’assenza totale di luppolo, l’impiego di additivi chimici e altro ancora. Probabilmente più del pesce in sé sono divertenti alcuni commenti comparsi a corredo del post in questione.
Concludiamo con uno dei tanti scherzi ideati dai blog birrari e cioè con quello del sito Reluctant Scooper. Qui la notizia bomba è stata quella del rilancio del marchio industriale Stella Artois sul mercato inglese grazie alla Stella Tonneau, una versione maturata in cask proprio come le tradizionali Real Ale. Particolare la tecnologia di maturazione e spillatura, denominata Cask Utilising NeoLagering Technology Solutions. Un nome un po’ lungo, per riferirsi al quale si sarebbe usato l’acronimo CUNTS 😉 .
Chi di voi aveva davvero creduto alla distilleria del Mastro Titta? Altri pesci birrari da segnalare?
conoscendo Leonardo di Vincenzo quella della birra vaticana era la meno improbabile come bufala 😀
Io ne ho comprato una bottiglia
Di whisky Mastro Titta?
cmq l’etichetta del Papale è stilosissima!
secondo me la fanno davvero ed era tutto previsto.
fantamarketing.
E’ stato divertente comunque realizzare lo scherzo,e ringrazio anch’io Andrea e Giorgione per la disponibilità. In ogni caso, per chi avesse scaricato la puntata e non se ne fosse accorto, alla fine ci sono trenta secondi circa di silenzio e poi gli “insulti” nostri e di Giorgione a chi ci aveva creduto. 🙂
Ma così non ci casca nessuno, dovevi fare un post con una serie di notizie vere e in mezzo una balla.
Ci sono cascato come un pesce nel canale Villoresi !! maledetti 😉
Io ci sono cascato. L’hai pubblicato il 31 e non pensavo ad un pesce…
No aspetta come il 31, era il primo aprile!
Eh già. Almeno a me così appare: http://oi45.tinypic.com/205quc3.jpg
Eh sì hai ragione, l’avevo scritto il giorno prima in un momento di pausa tra le abbuffate pasquali ed è rimasta quella data. Però il pezzo è andato online il primo aprile, lo giuro 😉
Guarda, pure fosse stato datato 1 Aprile ci sarei cascato comunque. Lo giuro 😀
ti sei perso la muscle yeti della great divide, prodotta con proteine aggiunte 😀
La birra per culturisti?
https://fbcdn-sphotos-b-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash3/547556_10151375254809607_386951004_n.jpg
C’ero quasi cascato, poi ho visto che il post l’hai inserito il 31 marzo (previdente 😉 ) e ho pensato “forse forse…” ma in fondo lo immaginavo fosse un pesce d’aprile. 🙂
Degli altri non me ne ero accorto.
Ciao, mi autocito perchè rido ancora adesso soprattutto per le risposte ricevute…
Noi siamo usciti con questo comunicato:
“Finalmente una nuova birra!!!!
Sul finire dei festeggiamente pasquali abbiamo pensato ad un po’ di riciclo che in tempo di crisi non fa mai male.
Così è la nata la Easter Egg Stout.
Dal nome potrete intuire che si tratta una chocolate stout di 4.8° ma la caratteristica principale è che è stata fatta utilizzando le uova di cioccolato avanzate.
In ogni bottiglia verrà poi inserita la sorpresa che era originariamente nell’uovo.
Salute a tutti!”